(Sesto Potere) – Roma – 29 maggio 2024 – Con 5,79 GW di nuove installazioni di rinnovabili nel 2023, in Italia dopo 12 anni le fonti rinnovabili tornano finalmente a crescere facendo registrare un +4,2 GW rispetto al 2012 e un + 2,6 GW rispetto al 2022.
A fare da traino è il solare fotovoltaico con 5,23 GW di nuova potenza installata, seguito dall’eolico che registra, anche se con un ritmo più lento, un incremento di potenza di 487 MW. Dati nel complesso importanti che indicano come l’Italia stia andando finalmente nella giusta direzione, anche se deve fare ancora di più.
Se da una parte i 5,79 GW di nuove installazioni rappresentano una crescita e un passo importante – testimoniata anche dai primi dati del 2024 con +52% di capacità rinnovabile in esercizio rispetto al dato rilevato nello stesso periodo del 2023 – dall’altro lato non sono ancora sufficienti per centrare gli obiettivi 2030. Stando alla media delle installazioni degli ultimi tre anni, l’Italia con questo ritmo solo nel 2046 – con ben 16 anni di ritardo rispetto al 2030 – raggiungerà il 100% degli obiettivi e riuscirà a soddisfare la quota di 90 GW di potenza rinnovabile installata.
A scattare questa fotografia è la 19esima edizione del rapporto Comuni rinnovabili di Legambiente, presentato a Roma presso la sede del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), partner del Rapporto, in cui l’associazione ambientalista, attraverso l’analisi dei dati forniti da Terna, fa un punto sulla diffusione delle rinnovabili in Italia, portando in primo piano anche quelle buone pratiche e comunità energetiche rinnovabili e solidali che stanno nascendo nella Penisola.
Realtà e progetti, quest’ultime premiate oggi da Legambiente e dal Gruppo MET con la prima edizione del premio a loro dedicato. Dalla Comunità Energetica Rinnovabile Solar Valley – CER Monferrato, in Piemonte, alla CommOn Light di Ferla (SR), in Sicilia, alla CERS Tor Fiscale a Roma. Per passare ai progetti dell’isola di Ventotene e della CERS STIF-ONE (Narni- TR).
Comuni Rinnovabili
Dal Nord al Sud della Penisola le rinnovabili sono ormai presenti in quasi tutti i comuni italiani, ossia in 7.891 amministrazioni comunali su un totale di 7.896. Il 2023 è l’anno del solare fotovoltaico: sono 7.860 i comuni (+560 rispetto al 2022) che hanno scelto questa fonte pulita portando la potenza complessiva a 30,2 GW di potenza totale. Una crescita significativa di oltre 5 GW in un solo anno, caratterizzata soprattutto dalla realizzazione di piccoli impianti.
Tra le grandi città, Roma, con 4.890 impianti solari e 32,05 MW di potenza installata, Padova (1.918 impianti e 15,03 MW) e Ravenna (1.519 impianti e 11,07 MW) sono quelle che nel 2023 hanno sostenuto le maggiori realizzazioni di solare fotovoltaico.
Crescita più lenta per l’eolico, distribuito in 1.043 Comuni, in grado di soddisfare il 7,6% del fabbisogno energetico elettrico del Paese. 101 i nuovi impianti realizzati nel 2023 coinvolgendo 61 Comuni tra Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna.
Dati positivi anche per l’idroelettrico con 1.971 comuni (+398 rispetto al 2022) che hanno almeno un impianto per la produzione di energia elettrica con questa tecnologia.
Nel 2023 realizzati 72 nuovi impianti, di cui uno solo di grandi dimensioni, che hanno coinvolto 68 Comuni, con un incremento di 30,89 MW. Lieve crescita per i comuni che utilizzano impianti a biomassa, sono 1680 (+29 rispetto al 2022). Ferma la geotermia che non fa registrare al momento nessun nuovo impianto, in attesa della realizzazione dei nuovi impianti a media entalpia già autorizzati.
Nel Paese, in sintesi, c’è un grande fermento che parte dal basso e che vede protagoniste tantissime imprese, ma spesso è frenato dalla lentezza degli iter amministrativi, ostacoli normativi e culturali, norme obsolete. Troppi, infatti, ancora i progetti fermi, in attesa di valutazione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica o a causa dell’ostracismo del Ministero della Cultura o per i ritardi della Presidenza del Consiglio dei Ministri per dipanare i conflitti tra i due Ministeri, o i numeri di richieste di connessione, che sono in grande aumento. A pesare è anche la politica del Governo Meloni su gas e nucleare, insieme a blocchi trasversali, come ad esempio il caso della moratoria in Sardegna, le contestazioni locali e i ritardi nelle valutazioni e nelle autorizzazioni da parte delle Regioni, con l’unica eccezione della Regione Campania.
“L’immobilismo della classe politica sul fronte delle rinnovabili emerge in maniera trasversale – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. Accanto al fermento dei territori, che nel 2023 hanno rianimato il settore delle rinnovabili promuovendo nuove installazioni, il Governo continua a incoraggiare politiche pro-fossili e pro-nucleare, distogliendo l’attenzione su rinnovabili, accumuli, efficienza e reti, su cui serve un piano strutturato con norme chiare e tempi certi di realizzazione. Nel 2022, l’Italia ha speso oltre 52 miliardi per sostenere le fossili e le misure contenute nei vari decreti emergenza varati sui temi energetici, mentre le risorse pubbliche e private che servirebbero per raggiungere gli obiettivi climatici al 2030 continuano a rimanere al palo. Subiamo le decisioni nazionali e regionali di chi non ha fiducia nelle potenzialità del nostro giacimento di energia pulita e che insiste nel dipingere l’Italia come un Paese incapace di rispettare gli accordi climatici, solo perché a mancare è visione e volontà politica”.
Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali
Oltre alla crescita delle rinnovabili, buone notizie arrivano anche dalle Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali realizzate o in fase di progetto, premiate oggi da Legambiente e dal Gruppo MET con la prima edizione dedicato proprio a queste nuove configurazioni energetiche.
Cinque i vincitori, nelle categorie “realizzate” e “in progetto”, che ci raccontano l’importante cambiamento in atto nella Penisola. “Il messaggio che sosteniamo con la prima edizione di questo premio – dichiara Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente – è che le comunità energetiche sono fatte innanzitutto di persone che scelgono un modello di produzione e consumo energetico maggiormente distribuito ed equo. Un modello che infatti non finisce con il risparmio in bolletta ma che contribuisce alla valorizzazione dei territori e delle comunità, senza lasciare nessuno indietro.”
Legambiente ha censito anche 13 buone pratiche che si uniscono alle 326 mappate in questi anni dal Rapporto.
Tra le esperienze virtuose, spicca Ravenna, dove in pieno centro storico il Teatro di tradizione Dante Alighieri, il primo Teatro di Tradizione alimentato, in accordo con la Sovrintendenza, da energia solare per il 25% del suo consumo energetico. Esempio di come gli impianti fotovoltaici siano un’opportunità da non trascurare nei centri storici. 156 pannelli con potenza nominale di 320 Wp, di colore rosso, in accordo con la Soprintendenza, per consentire la sua integrazione con i coppi storici di copertura del teatro. Un progetto che dimostra come gli impianti fotovoltaici siano oggi un’opportunità da non trascurare anche nei centri storici, contemperando funzionalità, strategicità e un ottimo inserimento architettonico e paesaggistico.
L’installazione dei pannelli fotovoltaici è stata realizzata sulla falda sud con struttura portante di alluminio posta in aderenza al tetto, senza interferire con i coppi, per una superficie complessiva di circa 300 mq, che consente di non vedere i pannelli dalla strada.
Per ridurre i rischi di incendio, i pannelli fotovoltaici sono certificati in classe 1 di reazione al fuoco, secondo la normativa italiana Uni 9177, mentre gli inverter e le batterie sono stati installati all’interno di un locale del sottotetto, costituente compartimento antincendio. Le
stringhe dei pannelli fotovoltaici sono collegate a due inverter trifase con potenza di 10 kW e a due inverter ibridi per la ricarica in corrente continua di due pacchi batterie da 29 kWh, per complessivi 58 kWh.
La riqualificazione energetica ha interessato anche la sostituzione del 90% degli apparecchi di illuminazione e delle luci di scena del teatro, con lampade di ultima generazione ad alta efficienza e a basso consumo con tecnologia led.
Tra i casi virtuosi e le buone pratiche da segnalare anche: l’AUSL Romagna come “l’azienda sanitaria più solare d’Italia”, grazie agli oltre 2 MWp di fotovoltaico già installati in 20 impianti diversi.
L’Azienda è ora impegnata nell’utilizzo dei risparmi e delle entrate generate dalla produzione di energia solare per lo sviluppo di ulteriori progetti fortemente orientati alla sostenibilità, inclusa la costruzione di un nuovo ospedale che sarà certificato LEED Gold, ovvero la più significativa certificazione per la progettazione energetica e ambientale sul mercato.
AUSL Romagna – nata dalla fusione degli enti che gestivano l’assistenza sanitaria nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini – compie 10 anni nel 2024 e con il Progetto PEAR (Piano Energetico AUSL Romagna) applica un approccio di riqualificazione completo ad ognuno dei 50 edifici, tra cui ben 13 ospedali, di proprietà dell’azienda.
Il piano prevede la valutazione di tutti gli aspetti dell’impatto ambientale di un ospedale: efficienza energetica, energie rinnovabili, consumo idrico, mobilità sostenibile, progetti innovativi e sensibilizzazione degli oltre 15.000 operatori e di oltre un milione di cittadini.
Attingendo a fondi europei, nazionali e regionali e grazie all’impegno di privati, il piano ha attirato nel periodo 2017-2023 investimenti per 14 milioni di euro.
Gli interventi di efficientamento energetico hanno portato ad un risparmio annuo di oltre 8 milioni di euro e ad una significativa riduzione a lungo termine delle emissioni di CO2, pari a -14%, nonostante una crescita del 15% della superficie degli edifici.
Grazie al proprio impegno per la sostenibilità l’AUSL Romagna è tra i tre finalisti selezionati per gli European Sustainable Energy Awards 2024 nella categoria Local Energy Action.
Foto e tabella dal dossier Comuni Rinnovabili 2024