(Sesto Potere) – Bologna – Tracce di una profonda amicizia, che traspare da una raccolta di ben 256 documenti. Si tratta di parte del carteggio tra il poeta Giosue Carducci e la contessa Silvia Baroni Semitecolo, acquisito dal Comune di Bologna con il contributo della Regione Emilia-Romagna, sulla base del Piano bibliotecario 2023.
Una corrispondenza, quella tra il poeta e la moglie del conte faentino Giuseppe Pasolini Zanelli, che va così ad arricchire il patrimonio del Settore Biblioteche e Welfare Culturale del Comune, e che sarà presto messo a disposizione degli studiosi e del pubblico.
“L’acquisizione di questo carteggio privato del Carducci è un ulteriore passo verso l’arricchimento del patrimonio archivistico dell’Emilia-Romagna, che ha visto di recente l’impegno della Regione, insieme alle istituzioni locali, per l’acquisizione del fondo Marcovigi-Pascoli, con una poesia inedita del poeta, del fondo fotografico Giovanni Zaffagnini dedicato alla Romagna, e del fondo fotografico Romano Rosati, che documenta la Parma del secondo dopoguerra- ha detto l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori-. La successiva digitalizzazione di questi materiali permetterà a tutti, e non solo agli studiosi, di accedere a un patrimonio culturale di grande ricchezza e varietà”.
Il carteggio privato comprende dunque una raccolta di 256 documenti, scritti tra il 1889 e il 1907, dei quali 181 sono riconducibili a Carducci; in risposta alle epistole carducciane, si trovano le minute di 75 lettere inviate dalla contessa Pasolini nel periodo compreso tra il 23 luglio 1902 e il 12 febbraio 1907, tra le quali l’ultima scritta quattro giorni prima della morte del poeta. Sono anche presenti le buste postali che contenevano la maggior parte delle lettere del Carducci.
L’acquisizione del carteggio è finalizzata sia a preservare l’integrità del nucleo documentario, evitando che finisse in vendita sul mercato antiquario con conseguente dispersione; sia per portare i documenti autografi del poeta nella collezione della biblioteca di Casa Carducci, in modo da poterli conservare e valorizzare.
Attualmente è in corso un progetto, in collaborazione con il Dipartimento di Filologia classica e Italianistica dell’Università di Bologna, per l’inserimento nella piattaforma archivistica della Regione Emilia-Romagna Archivi ER del Catalogo dei manoscritti di Giosue Carducci a cura di Albano Sorbelli e la Nuova Appendice di Torquato Barbieri.
A completamento dell’inventario e della digitalizzazione, anche la corrispondenza tra Carducci e la contessa Pasolini sarà inserita sulla stessa piattaforma e le riproduzioni digitali del carteggio saranno così facilmente accessibili al pubblico degli studiosi e a quello più ampio degli amanti della letteratura.
L’acquisizione, digitalizzazione e pubblicazione on line delle lettere costituiscono inoltre il primo atto di un programma di valorizzazione che potrà includere presentazioni pubbliche, iniziative espositive ed eventi in connessione con altre case carducciane in Romagna e in Toscana.
Dalla corrispondenza emerge la profonda umanità di Carducci nel periodo finale della sua vita, in cui si trova ad affrontare il declino fisico dovuto alla malattia. Il poeta mantiene il suo carattere battagliero, continuamente in lotta con sentimenti estremi e incline alla malinconia, ma si dimostra anche attaccato strenuamente alla vita e desideroso di conforto, per non rimanere schiacciato dai limiti fisici e dalla prostrazione morale. L’intenso legame con la contessa si viene costruendo nel corso degli anni, per diversi motivi, e cresce in maniera inversamente proporzionale al declino fisico di Carducci.
Alla “fata bianca”, così la definisce il poeta, Carducci si sente libero di confidare i suoi stati d’animo altalenanti e trova ascolto da parte di una personalità provata da numerosi dolori (la morte dei tre figli in giovane età) ma non arrendevole. La contessa, dotata di un alto livello culturale e con una spiccata sensibilità artistica – tra le molte passioni, la Pasolini componeva musica e musicò anche versi del poeta – fu al centro di un salotto che radunava personalità di spicco tra artisti, letterati e musicisti nella dimora estiva dei conti Pasolini-Zanelli, l’attuale Villa Silvia a Lizzano di Cesena.