(Sesto Potere) – Modena – 17 aprile 2024. La notizia della chiusura anticipata della mostra “Gratia Plena” a Carpi, su decisione dell’autore Andrea Salini, è salutata positivamente da Pro Vita e Famiglia Onlus e dall’avvocato Francesco Minutillo che nei giorni scorsi avveno manifestato la loro netta contrarietà sui contenuti ritenuti “provocatori e blasfemi”.
“La notizia della chiusura anticipata della mostra è senz’altro molto positiva, perché mette fine all’esposizione in una Chiesa consacrata di opere che raffigurano il Cristo e la Madonna in contesti sessualmente ambigui tanto da poter essere considerati apertamente blasfemi. L’iniziativa ha suscitato per mesi lo smarrimento e lo sconcerto di fedeli e cittadini, che ha trovato voce nella petizione popolare di Pro Vita & Famiglia sottoscritta da più di 30.000 firmatari. Speriamo che questa vicenda possa rimanere come un monito per il futuro non solo per la diocesi di Carpi ma per tutte le diocesi italiane, affinché i tentativi di trovare forme di dialogo con l’arte e la cultura contemporanea non compromettano mai il senso del sacro e il sentimento popolare di fedeli e cittadini”: ha dichiarato in una nota ripresa da tutte e agenzie Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia Onlus.
E da parte sua l’avvocato Francesco Minutillo, (nella foto in alto), legale delle numerose persone offese che hanno depositato un esposto per le opere in mostra nella Chiesa di Sant’Ignazio, ha dichiarato: “La chiusura anticipata della mostra è una notizia che ci riempie di gioia e ripaga tutto il mondo cattolico per l’impegno profuso in queste ultime settimane: si torna a portare rispetto al Cristo Crocifisso all’interno della Chiesa consacrata di Carpi che, a questo punto, anche nel silenzio delle porte chiuse, andrebbe quantomeno riconsacrata”.
“Tuttavia ciò non sposta di un millimetro l’obbligo morale prima ancora che giuridico di fare luce su tutta la vicenda e sulle relative responsabilità: continueremo a svolgere fino alla fine tutto quanto necessario sia nelle opportune sedi processuali sia mediante le nostre investigazioni difensive. Non da ultimo anche sulla straordinaria e clamorosa coincidenza tra decisione di chiudere la mostra e la pubblicazione da parte dalla Nuova Bussola Quotidiana della notizia secondo cui non esisterebbe alcun video dell’avvenuta aggressione all’interno della chiesa. Gli interrogativi sono dunque tanti”: secondo l’avvocato Minutillo che e li ha espressi anche nell’ atto di opposizione alla archiviazione depositato innanzi al GIP di Modena.
“Ribadiamo ancora una volta che qualsiasi commento sarà professionalmente possibile solo una volta che avremo cognizione diretta dei fatti, di qualunque natura essi siano. Una posizione quest’ultima, criticata anche da certa stampa, ma che oggi rivela tutta la sua opportunità e serietà. Riteniamo” – conclude l’avvocato Minutillo – “che sia oramai evidente l’imprudenza mostrata da Mons. Castellucci nelle sue dichiarazioni volte a commentare a caldo i fatti della presunta aggressione così come ritengo altrettanto inaccettabile che, anche oggi, la Diocesi continui a fare generico riferimento a non meglio precisati atti di violenza e ostilità nei confronti dei suoi “Pastori” rappresentando altresì di aver manifestato una propria, frustrata, disponibilità al dialogo “pacifico e fraterno”. A quanto mi risulta l’unico invito esplicito al dialogo è stato quello rivolto da Mons. Castellucci proprio al misterioso ed anonimo aggressore. Le altre decine di migliaia di fedeli che hanno sottoscritto pacifiche petizioni, recitato rosari e preghiere e rivolto appelli accorati sono state oggetto soltanto di silenziosa quanto insofferente indifferenza”.