(Sesto Potere) – Rimini – 27 maggio 2025 – Nel 2024 la provincia di Rimini ha registrato dati apparentemente positivi sul fronte occupazionale: cresce il numero degli occupati (+6,3%), cala la disoccupazione al minimo storico (4,7%), ma dietro questi numeri si nasconde una realtà ben più complessa e preoccupante. Aumentano le forme di precarietà determinate dal dilagare dei contratti a termine e la drammatica condizione della salute e sicurezza sul lavoro, che trasformano il reddito in una lotteria ed il lavoro in una scommessa con la vita.
Questo emerge nelle statistiche – aggiornate a febbraio 2025 – rielaborate da CGIL e INCA Emilia-Romagna su dati salute e sicurezza INAIL.
PRECARIZZAZIONE STRUTTURALE: UNA CONTRADDIZIONE DA SRADICARE
Nonostante l’incremento dell’occupazione, i dati dell’Osservatorio sull’Economia e il Lavoro IRES CGIL – che saranno presentati in un incontro pubblico il prossimo 19 giugno – evidenziano come solo un terzo dei lavoratori dipendenti nella provincia abbia un contratto a tempo indeterminato, a tempo pieno e con 52 settimane di contribuzione annue. Tra le donne, questa quota crolla al 20%. Una realtà che attesta la strutturale instabilità dei rapporti di lavoro e che incide pesantemente sui redditi, sui progetti di vita e sulla possibilità di costruire un futuro dignitoso.
SALUTE E SICUREZZA: USCIRE DALL’EMERGENZA
Nel 2024 – secondo i dati INAIL rielaborati da CGIL Emilia-Romagna – si sono registrati 9 infortuni mortali sul lavoro a Rimini, numero già tragicamente superato nei primi mesi del 2025. Si tratta in gran parte di uomini, in età lavorativa piena (41–65 anni), italiani nell’80% dei casi, impiegati principalmente nei settori dell’industria, costruzioni, trasporti e logistica. Le vittime spesso lavorano in appalto o subappalto, in contesti dove la catena di responsabilità è lunga e opaca.
A ciò si aggiunge il drammatico incremento delle denunce di malattia professionale: a Rimini nel 2025 sono già 109, con un aumento del 49,3% rispetto all’anno precedente. Oltre il 55% riguarda patologie del sistema osteomuscolare e connettivo, spesso legate a mansioni ripetitive, posture scorrette e carichi fisici eccessivi. In particolare, preoccupano le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori migranti, spesso impiegati nei settori più usuranti e meno tutelati.
REFERENDUM 8-9 GIUGNO, CGIL RIMINI: BASTA ABUSO DI CONTRATTI A TERMINE E IMPUNITÀ NEGLI APPALTI
La CGIL Rimini chiama gli elettori della provincia di Rimini ad “un’ampia partecipazione” ai referendum dell’8-9 giugno. Tra le cinque schede elettorali, infatti, il quesito 3 (scheda grigia) e 4 (scheda rosso rubino) si concentrano proprio su due temi che impattano significativamente su contrasto alla precarietà e salute e sicurezza.
“Con la scheda grigia si reintroduce l’obbligo di apporre la causale per i contratti a termine di durata inferiore ad un anno, limitando così gli abusi e eliminando la possibilità che si ricorra senza causali ad accordi a tempo determinato. Risulta infatti del tutto evidente che oggi il ricorso al contratto a termine in provincia di Rimini sia abusato ed abbia raggiunto livelli abnormi. Tali norme erano state introdotte dalla riforma Jobs Act, attuata dal governo Renzi nel 2014. Con la scheda rosso rubino si abroga l’articolo che esclude la responsabilità solidale del committente in caso di infortunio dei lavoratori impiegati in appalto o subappalto. In sostanza, anche se un lavoro viene appaltato o sub appaltato, sarà sempre anche la stazione appaltante a doverne rispondere per gli infortuni e i danni arrecati alla salute e sicurezza dei lavoratori. La cronaca – e i dati – ci restituiscono ogni giorno il prezzo altissimo di questa assenza di responsabilità: appalti al ribasso, scarsa formazione, zero controlli, vite spezzate; sulla salute e sicurezza la responsabilità d’impresa non deve conoscere limiti”: commenta la Camera del Lavoro Territoriale – CGIL di Rimini