(Sesto Potere) – Forlì, 30 settembre 2024 – Oggi Cgil di Forlì Cesena, Uil di Forlì e Uil di Cesena insieme ad associazioni, studenti, studentesse, cittadine/i si sono ritrovate in piazza Ordelaffi, a Forlì, di fronte alla Prefettura, per affermare il loro “no” al ddl 1660, ovvero il disegno di legge recante “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario” approvato il 18 settembre dalla Camera dei Deputati.
Un provvedimento che secondo i sindacati: “azzera la libertà e il diritto delle persone a manifestaree contiene norme pericolose per la tenuta democratica del Paese”.
«Vi invitiamo a leggere i contenuti del ddl Sicurezza già approvato alla Camera, un attacco violentissimo alla libertà di manifestare, alla libertà di dissenso e di protesa – spiegano Maria Giorgini la Segretaria Generale CGIL Forlì Cesena, Enrico Imolesi Segretario Generale UIL Forlì e Paolo Manzelli Segretario Generale UIL Cesena (foto a lato) – un provvedimento che introduce 20 nuovi reati; le soluzioni proposte da questo esecutivo vanno verso un inasprimento delle pene e la codificazioni di nuovi reati che intaseranno i tribunali e peggioreranno il sovraffollamento delle carceri, trasformando in crimini quelle che sono legittime manifestazioni di dissenso, mentre il personale penitenziario resta ridotto ai minimi termini».
Il ddl 1660, è stato definito da alcuni “anti-Gandhi” per la norma che prevede fino a 1 mese di carcere o multa fino a 300 euro per chi blocca una strada con il proprio corpo, e dai 6 mesi fino addirittura a 2 anni se il reato viene commesso da più persone. Un dettato che introduce la carcerazione non solo per blocco stradale e ferroviario ma anche per la resistenza passiva. E a questi nuovi reati si aggiungono anche l’inasprimento della pena fino alla carcerazione delle donne con figli/e di età inferiore a un anno e per gli immigrati il divieto di acquistare una SIM per coloro che sono privi di permesso di soggiorno.
«Siamo davanti a un decreto che non protegge i cittadini e le cittadine, anzi, colpisce tutte/i perché prima o poi capiterà a tutti di manifestare il dissenso per un ideale, per il diritto a decidere liberamente sul proprio corpo, per tutelare i propri figli/e, per la pace e per la tutela dell’ambiente- spiegano CGIL e UIL – un decreto che colpisce direttamente lavoratori e lavoratrici, perché è proprio grazie alle manifestazioni della classe operaia che nel corso del ‘900 sono stati conquistati diritti che oggi vengono messi in discussione; anche in tempi recenti manifestazioni e presidi hanno portato al reintegro di donne e uomini licenziati ingiustamente, a evitare chiusure di fabbriche e hanno portare all’attenzione pubblica casi di sfruttamento».
Al termine del presidio una delegazione CGIL e UIL territorio Forlì Cesena ha raggiunto le sale della Prefettura ed è stata ricevuta dalla Dottoressa Sbordone che si è impegnata a portare le istanze della delegazione al Governo.
Come CGIL e UIL non smetteremo di difendere il diritto a manifestare il dissenso!”: hanno ribadito i sindacati.