(Sesto Potere) – Cervia – 22 dicembre 2025 – Il sindaco di Cervia, Mattia Missiroli, (nella foto), sarebbe indagato per “presunti maltrattamenti e lesioni nei confronti della moglie”, con il Pm della procura che aveva chiesto la custodia cautelare preventiva in carcere, respinta dal Gip che ha ritenuto i fatti contestati come “episodici”, come riportato da numerose testate e agenzie giornalistiche locali e nazionali.
La notizia ha innescato prevedibili reazioni e polemiche politiche.
E per prima Fratelli d’Italia ha chiesto le dimissioni di Missiroli con una nota congiunta firmata da: Marta Farolfi, senatrice e vicesindaco del Comune di Brisighella; Alberto Ferrero, consigliere regionale del partito in Emilia Romagna, coordinatore provinciale di FdI Ravenna e capogruppo di FdI in Comune a Ravenna, e Annalisa Pittalis, consigliera e capogruppo di Fratelli d’Italia nel Comune di Cervia e coordinatrice comunale cervese, con cui si chiedono di fatto le dimissioni: Quanto avvenuto, se le indagini confermeranno le accuse, è di una gravità inaudita che getta una luce sinistra su una istituzione, quella municipale, che non può permettersi di essere lambita da simili ombre. Oggi ci sono delle indagini e la giustizia deve poter fare il suo corso, tuttavia c’è un altro aspetto, quello della opportunità politica, che non può essere in alcun modo sottaciuto. Proprio per questo ci aspetteremmo che fosse proprio il partito di appartenenza del sindaco di Cervia a chiedergli di fare un passo in dietro. L’istituzione viene e deve venire prima e, di fronte a quanto emerso, dal punto di vista politico un passo indietro è imprescindibile”.
Sul tema interviene anche la Casa delle Donne di Ravenna che “esprime preoccupazione di fronte agli sviluppi della vicenda” e aggiunge che la notizia di un’indagine per presunti maltrattamenti in ambito familiare, con contestazioni legate a episodi di violenza domestica e lesioni, rappresenta “un elemento di gravità per qualsiasi uomo e in modo particolare per chi ricopre un’importante carica istituzionale e che pertanto ha la responsabilità di rappresentare un’intera comunità”.
“Pensiamo che la difesa debba rimanere un diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento così come recita l’articolo 24 della Costituzione Italiana, tuttavia – aggiunge la Casa delle Donne di Ravenna – il nostro impegno quotidiano contro la violenza sulle donne, in ogni sua forma e espressione, ci impone di affermare con fermezza che chi rappresenta la legalità e la cura della comunità non può essere coinvolto in indagini per violenza domestica se pure nella fase iniziale di un procedimento penale. La sola esistenza di gravità indiziaria rispetto a comportamenti lesivi dei diritti e dell’integrità fisica e psichica di una donna deve portare a una riflessione profonda sulle opportunità di proseguire l’incarico almeno fino a quando la verità giudiziaria non sarà pienamente accertata”.
“Come purtroppo è già capitato per altre situazioni simili riteniamo che anche questa preoccupante vicenda necessiti di una risposta politica chiara. Con responsabilità e coerenza con i valori di autodeterminazione, contrasto alla violenza di genere e tutela delle donne”: la Casa delle Donne di Ravenna chiede ufficialmente al sindaco di Cervia, Mattia Missiroli, “di rassegnare le dimissioni, per consentire un clima politico non segnato da un conflitto tra ruoli istituzionali e indagini su fatti di violenza familiare. E non è solo un appello politico: è un impegno verso una cultura che non minimizza e non tollera la violenza contro le donne — dentro o fuori dalle mura domestiche, dentro o fuori dalle istituzioni”.
A commentare la vicenda anche Giovanni Morgese, segretario provinciale della Democrazia Cristiana, e Luca Corelli, segretario comunale di Cervia della Democrazia Cristiana, che in una nota congiunta affermano: “La vicenda giudiziaria che riguarda il sindaco di Cervia impone alla politica una riflessione seria e responsabile, soprattutto quando emergono elementi che rimandano a percorsi personali sviluppati nel tempo”. “Dalle informazioni emerse – affermano i due esponenti della Democrazia Cristiana – risulta che la donna si fosse già rivolta nel 2012 a Linea Rosa, una realtà che opera da anni sul nostro territorio nell’ascolto e nell’accompagnamento delle donne vittime di violenza. Questo dato, che non spetta alla politica giudicare sul piano penale, richiama però un aspetto che non può essere ignorato: le richieste di aiuto raramente sono improvvise, ma rappresentano spesso l’esito di percorsi lunghi e complessi”.
“Chi conosce il lavoro dei centri antiviolenza – proseguono Morgese e Corelli – sa che esistono tempi soggettivi, soglie di paura e di consapevolezza che non possono essere piegate alle esigenze del dibattito politico o mediatico. Per questo riteniamo sbagliate sia le semplificazioni sia le strumentalizzazioni”.
“La violenza, in qualunque forma, è incompatibile con la convivenza civile e con la responsabilità pubblica, ma proprio per questo servono rispetto per le persone coinvolte, sobrietà nei toni e fiducia nel lavoro della magistratura, evitando sia i processi mediatici sia le assoluzioni preventive. La Democrazia Cristiana – concludono i due esponenti della Democrazia Cristiana di Ravenna e Cervia – continuerà a tenere una linea ferma sui valori e responsabile nei comportamenti, convinta che solo il rispetto della verità e delle persone possa dare risposte credibili alla comunità”.
E dal canto suo anche il sindaco Missiroli, attraverso l’avvocato Ermanno Cicognani, è intervenuto sulla vicenda, respingendo le accuse ritenute “gravi e infamanti” e aggiungendo che “dimostrerà la propria innocenza”. Il legale del sindaco ha assicurato che Missiroli intende difendersi “con ogni azione legale possibile a sua tutela” una volta avuto accesso agli atti.
La donna – i due sono in fase separazione – è assistita, invece, dall’avvocato Giovanni Scudellari.
Anche il PD Partito Democratico di Cervia prende posizione e con una nota ufficiale dichiara: “Abbiamo appreso con sgomento delle indagini in corso nei confronti del Sindaco di Cervia, Mattia Missiroli. Prendiamo atto delle categoriche dichiarazioni del Sindaco, che “ha negato qualsiasi forma di violenza da parte sua”. La violenza di genere, in qualsiasi sua forma, è totalmente incompatibile con i valori del Partito Democratico e, per questi reati, è nostra ferma convinzione che qualsiasi denuncia o ipotesi di reato debba essere, immediatamente, presa sul serio e verificata con la massima scrupolosità e tempestività, nell’interesse di tutti i soggetti coinvolti e della comunità. Esprimiamo piena fiducia nel lavoro delle autorità competenti e confidiamo che, anche in virtù delle procedure speciali che regolano questi reati, si possa giungere nel minor tempo possibile a chiarire in modo inequivocabile la vicenda”.

