(Sesto Potere) – Faenza – 15 marzo 2024 – Questa mattina, al MIC-Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, si è svolta l’anteprima riservata alla stampa della mostra: “Gio Ponti. Ceramiche 1922-1967 – Oltre 200 opere dell’inventore del Made in Italy”.
Al grande architetto, artista e designer Gio Ponti (1891-1979), promotore e divulgatore del “fare” italiano, è dedicata infatti la prossima mostra del MIC Faenza che apre al pubblico sabato 17 marzo per rimanere allestita fino al 13 ottobre 2024.
Il Museo Internazionale delle Ceramiche, situato a Faenza, è la raccolta di arte ceramica più grande al mondo.
Sono intervenuti in conferenza stampa: Mauro Felicori, Assessore alla cultura e paesaggio della Regione Emilia-Romagna, Massimo Isola, Sindaco del Comune di Faenza, Ernesto Giuseppe Alfieri, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Eugenio Emiliani, Presidente Fondazione MIC, Claudia Casali, Direttore MIC Faenza, e Stefania Cretella, curatrice della mostra.
La mostra dal titolo “Gio Ponti. Ceramiche 1922-1967”, a cura di Stefania Cretella, espone in quindici sezioni oltre duecento opere – tra ceramiche, vetri, arredi e disegni – attraverso le quali viene analizzato, dal 1922 al 1978, il lavoro di Gio Ponti in relazione alla sua visione dell’abitare e di un nuovo vivere moderno.
“Impari le cose fatte con le mani. Nulla che non sia prima nelle mani”, questa sua emblematica citazione racchiude il pensiero di Gio Ponti, che fin dagli esordi recupera la tradizione classica (etrusca e romana) e il fare dell’alto artigianato artistico, adattandoli al gusto moderno.
Ponti è stato una figura chiave nella definizione dello stile italiano non solo attraverso la propria attività progettuale, anche grazie alla fitta rete di relazioni con artisti, industriali e artigiani, ma soprattutto grazie alla direzione di due riviste divenute storiche del settore come “Domus” e “Stile” e alla costante partecipazione a mostre ed esposizioni.
Ponti è infatti protagonista delle Biennali di Monza, delle Triennali di Milano e di eventi internazionali come la mostra itinerante “Italy at Work. Her Renaissance in Design Today” tenutasi negli Stati Uniti tra il 1950 e il 1953, volta proprio a promuovere oltreoceano il “Made in Italy” presentando i massimi rappresentati del design e dell’alto artigianato artistico italiano.
Il suo rapporto con la ceramica inizia appena laureato. Tra il 1921 e il 1922 Ponti giunge alla Richard-Ginori e comincia il rinnovamento del repertorio storico della manifattura proiettandola verso il nascente gusto déco. La mostra mette a fuoco il fondamentale contributo apportato dal nuovo direttore artistico nel corso di circa un decennio, proponendo anche confronti con designer e artisti attivi negli stessi anni presso altre manifatture italiane, evidenziando le ricadute che il modello pontiano ha avuto sul contesto contemporaneo.
Dai primi anni Trenta Ponti si avvale della collaborazione del giovane apprendista Giovanni Gariboldi che diventa suo assistente di fiducia e poi suo successore in casa Richard-Ginori. Terminati i rapporti con la manifattura nel 1933, Ponti torna saltuariamente a collaborare con l’azienda proponendo idee di grande estro creativo e inizia a stringere nel tempo rapporti con il mondo delle arti decorative e del design. In oltre cinquant’anni di attività collabora con Pietro Melandri e il contesto faentino (famose le cartepeste realizzate con i Dalmonte), con le Ceramiche Pozzi, Gabbianelli, Venini, Fontana Arte e Sabattini, per citare le principali aziende con cui promuove percorsi e progetti unici e straordinariamente attuali.
La cifra stilistica di Ponti è un segno senza tempo, contemporaneo, che ha stimolato dialoghi con artisti e designer della sua epoca, ma ha anche ispirato ceramisti del XXI secolo. La mostra si conclude infatti con una sezione dedicata all’eredità di Ponti e alle influenze che questa ebbe su autori quali Alessandro Mendini ed Ettore Sottsass, per giungere ai contemporanei POL Polloniato, Diego Cibelli, Bertozzi&Casoni, Andrea Salvatori.
Il ricco catalogo – edito da Dario Cimorelli editore – si avvale del supporto dell’Archivio Ponti e dei contributi critici del curatore e di Claudia Casali, Elena Dellapiana, Matteo Fochessati, Fulvio Irace, Salvatore Licitra, Fiorella Mattio, Oliva Rucellai, Valerio Terraroli.
Documenta il ricco e vario percorso il film “Amare Gio Ponti”, per la regia di Francesca Molteni, prodotto da Muse Factory of Projects in collaborazione con Gio Ponti Archives, promosso da Molteni&C.
Dal 23 marzo al 26 maggio visite guidate incluse nel prezzo del biglietto ogni sabato alle ore 16 e domenica alle ore 11.
La mostra si avvale della fondamentale partnership della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia di Sesto Fiorentino e dell’Archivio Gio Ponti.
Con il contributo di: Direzione Generale, Educazione, Ricerca ed Istituti Culturali, Regione Emilia Romagna, Comune di Faenza, Unione della Romagna faentina, Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Caviro, Romagna Acque, Hera, Tagina, Cerdomus, Sacmi, Tema Sinergie.
Media Partner: Pubblisole
Partner Tecnico: Villa Abbondanzi Resort
Scheda Tecnica
Titolo: Gio Ponti. Ceramiche 1922-1967 – Oltre duecento opere dell’inventore del Made in Italy
Cura: Stefania Cretella
Dove: MIC Faenza, viale Baccarini 19, Faenza (RA)
Quando: 17 marzo-13 ottobre 2024
Apertura: fino al 31 marzo dal martedì al venerdì ore 10-14, sabato e domenica e festivi ore 10-18. Dal 1 aprile dal martedì alla domenica e festivi, ore 10-19. Chiuso i lunedì non festivi, 1 maggio, 15 agosto.
Inaugurazione: 16 marzo: ore 11 (su invito). Dalle 14 alle 18, ingresso gratuito.
Ingresso: Intero 14 euro, ridotto 11 euro
Info: 0546697311, info@micfaenza.org, www.micfaenza.org