(Sesto Potere) – Roma – 16 giugno 2025 – Questa mattina, presso la sede di Caritas italiana, a Roma, è stato presentato il Report statistico 2025 “La povertà in Italia”. Il Report vede il contributo dei 3.341 servizi distribuiti in 204 diocesi (pari al 92,7% delle diocesi italiane). Tutte le sedici regioni ecclesiastiche italiane hanno partecipato alla raccolta dei dati, attraverso diversi tipi di servizi, primi fra tutti i centri di ascolto, ma anche mediante altre esperienze di servizio ai poveri, tra cui le mense, gli empori solidali, i centri di distribuzione. I dati raccolti sono anzitutto per chi opera all’interno della rete Caritas.
A seguire un estratto del Rapporto di Caritas italiana che evidenzia come le persone accolte e sostenute dai Centri di Ascolto e servizi informatizzati della rete italiana siano l’anno scorso 277.775, con un deciso aumento delle richieste di aiuto nelle regioni del Nord (+77%) a fronte di un dato preoccupante: in Italia ci sono oltre 5,6 milioni di poveri assoluti.
“Nel 2024 le persone accolte e sostenute dai centri di ascolto e i servizi della rete Caritas in Italia sono state 277.775. Si tratta di un numero che corrisponde ad altrettanti nuclei familiari, poiché l’intervento di operatori e volontari mira sempre a rispondere ai bisogni e alle esigenze che riguardano l’intera famiglia.
È una cifra significativa, che colpisce per la sua ampiezza e per la gravità delle situazioni che rappresenta, anche perché il dato è da intendersi come parziale, in quanto riferito esclusivamente ai centri Caritas informatizzati; le informazioni provengono infatti da 3.341 servizi distribuiti in 204 diocesi (pari al 92,7% delle diocesi italiane), che fanno riferimento a tutte le 16 regioni ecclesiastiche.
Tali servizi rappresentano circa la metà di quelli promossi e/o gestiti dalle Caritas diocesane e parrocchiali del nostro Paese che, secondo l’ultima mappatura nazionale, risultano essere 6.7802.
Le strutture in rete variano per dimensioni e modalità operative. I centri di ascolto costituiscono la maggioranza dei servizi (90,5%), mentre le altre tipologie come mense, empori solidali, centri di distribuzione, rappresentano il 9,5%, in crescita rispetto allo scorso anno.

Nel corso del tempo si è osservato un progressivo trasferimento delle attività, dal livello diocesano a quello locale, con un aumento in particolare dei centri parrocchiali che oggi costituiscono più della metà delle strutture in rete (55,0%); quelli di tipo diocesano pesano invece per il 29,1%, mentre i servizi zonali per il 15,9%.
I piccoli centri anche se più numerosi hanno una capacità di ricezione ridotta, in quanto collegati alle piccole comunità di riferimento; così complessivamente, se i servizi parrocchiali hanno intercettato il 26,6% dell’utenza quelli diocesani sfiorano il sessanta per cento (59%).
Rispetto al 2023, il numero delle persone aiutate è cresciuto del 3%, a un ritmo meno sostenuto in confronto agli anni precedenti. Questo lieve incremento ha interessato esclusivamente le diocesi che, nello stesso periodo, hanno visto crescere il numero dei centri attivi (complessivamente si è registrato un +6,9% nel numero dei centri).
Al contrario, nelle diocesi in cui non si è verificato un ampliamento della rete informatizzata, il numero degli assistiti è rimasto pressoché stabile.
Se si confrontano i dati attuali con quelli di dieci anni fa, emerge un quadro preoccupante, emblematico della lunga stagione di difficoltà economiche e sociali attraversate nel tempo: dal 2014 a oggi, il numero delle persone accompagnate è cresciuto del 62,6%. I territori che registrano l’aumento più consistente risultano quelli del Nord (+77%) e a seguire quelli del Mezzogiorno (+64,7%).
Queste dinamiche rispecchiano in parte l’andamento della povertà assoluta rilevata da Istat: secondo l’istituto di statistica Caritas dal 2014 a oggi, le famiglie in condizione di povertà assoluta sono aumentate del 42,8%. Particolarmente significativo è stato l’incremento osservato al Nord, dove il numero di famiglie povere è quasi raddoppiato, passando da 506mila a quasi un milione (+97,2%).
Il numero medio di assistiti per centro, nel 2024, è pari a 83 persone, dato che risulta in lieve calo rispetto alle 86 dell’anno precedente. Il valore medio di assistiti per centro presenta una forte disomogeneità a livello macroregionale; si raggiungono le 100 persone nelle aree del
Nord (con punte che arrivano a 147,7 in Liguria), mentre nel Mezzogiorno e nel Centro la media risulta più contenuta, attestandosi rispettivamente a 73 e 70 individui.
In assoluto, nel 2024 il maggiri numero di assisti è stato in Lombardia, poi nel Lazio, e a seguire in Emilia-Romagna, Piemonte e Toscana.
Se ci si sofferma sui soli assistiti residenti (italiani e stranieri con regolare permesso di soggiorno) e si raffronta tale dato con quello delle famiglie censite dall’Istat si osserva come nel corso del 2024 sia stato supportato mediamente il 6 per mille dei nuclei residenti. In alcune regioni questa incidenza risulta ben più elevata: nelle Marche si raggiungono le 13 famiglie su 1000, in Liguria le 10,9 e in Sardegna le 10,6 per mille.
Delle 277.775 persone accompagnate nel corso dell’anno, il 56,2% è di nazionalità straniera e il 42,1% di cittadinanza italiana; a loro si aggiunge poi una piccola percentuale di persone apolidi o con doppia cittadinanza. Nel corso dell’ultimo biennio, cala l’incidenza della componente immigrata per il venir meno di molte presenze ucraine nel nostro Paese, a distanza di circa due anni dall’avvio del conflitto;
erano quasi 22mila gli ucraini accompagnati dalla Caritas nel 2022, oggi risultano circa 10mila.
La presenza straniera tra gli assistiti non risulta omogenea da Nord a Sud del Paese, in linea con i dati Istat sulle residenze: si conferma molto più alta nelle aree del Settentrione rispetto al Mezzogiorno, dove, al contrario, il peso degli italiani risulta preponderante (64,4% nel Sud e 71,1% nelle Isole).
Con riferimento al genere, oltre alle differenze già evidenziate in relazione alla cittadinanza, si confermano significative eterogeneità a livello macroregionale spesso riconducibili proprio alla diversa composizione per nazionalità delle varie aree. Complessivamente le donne rappresentano il 50,4% dell’utenza, evidenziando un sostanziale equilibrio tra i generi.
Tuttavia, tale proporzione varia sensibilmente sul territorio: nel Mezzogiorno e nelle Isole la presenza femminile risulta più marcata, pari rispettivamente al 54,6% e 53,6%. Al contrario, il Nord-Est si conferma come la macroarea con la più bassa incidenza di persone di genere femminile” (fonte Caritas Italiana, terzo 𝗥𝗲𝗽𝗼𝗿𝘁 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗽𝗼𝘃𝗲𝗿𝘁à 𝟮𝟬𝟮𝟱 _ La povertà in Italia_)