(Sesto Potere) – Roma – 28 agosto 2025 – Il 25 giugno 2025, a conclusione di attività di indagine finalizzate al contrasto del traffico illecito in ambito internazionale di beni culturali sottratti al patrimonio indisponibile dello Stato italiano, i Carabinieri del Reparto Operativo del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), con il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, hanno rimpatriato 6 reperti archeologici che erano stati localizzati nel Regno Unito.
Trattasi, nello specifico, di una epigrafe romana in marmo con iscrizione funeraria in latino dedicata a Lucio Calpurnio Aeliano, risalente al I sec. d.C., sottratta dalla collezione archeologica di Villa Celimontana di Roma nel periodo del primo dopoguerra ed esportata all’estero in violazione delle norme di tutela.
La stele marmorea veniva individuata a seguito del controllo eseguito dalla Sezione Archeologia del Reparto Operativo TPC su immagini di oggetti d’arte pubblicate sul web di una casa d’aste inglese la quale, in considerazione degli elementi probatori acquisiti dai Carabinieri TPC, manifestava ampia collaborazione alla restituzione.
Sono stati, inoltre, rimpatriati un bronzetto etrusco raffigurante Eracle, del III-II sec. a.C., provento di furto perpetrato nel 1988 in un’abitazione privata a San Casciano in Val di Pesa (FI), un bronzetto romano attribuito al I-II sec. d.C. che raffigura un bambino in posizione da seduto, due oinochoe (VI-V sec. a.C.) e un alabastron (II-I sec. a.C.) – entrambi in pasta vitrea di età romana, scavati clandestinamente da aree archeologiche nazionali e commercializzati illecitamente all’estero.
Anche questi antichi manufatti, il cui rientro in Italia è stato coadiuvato dal personale TPC addetto della cooperazione internazionale, venivano localizzati sul sito on-line di una casa d’aste londinese grazie al costante monitoraggio da parte della Sezione Elaborazione Dati del Comando TPC che, con mirate ricerche supportate dalla comparazione delle immagini di beni culturali con quelle catalogate nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” – in uso al Comando TPC – hanno permesso di provare la illecita provenienza dei reperti e la loro spontanea restituzione da parte dell’operatore commerciale.
Il valore dei beni, oltre a rappresentare rilevante espressione storico-scientifica del patrimonio culturale italiano, è stato stimato a circa 100.000,00 euro.
L’epigrafe della collezione di Villa Celimontana, dopo il suo rimpatrio in Italia, è stata esposta al Museo dell’Arte Salvata, riaperto al pubblico il 26 giugno scorso con un nuovo percorso espositivo dal titolo “Nuovi Recuperi”, insieme a una selezione di circa cento opere ritrovate dai Carabinieri TPC.