giovedì, Aprile 17, 2025
HomeEmilia-Romagna Candidatura Forlì a capitale della Cultura, il Pd: "convocare una seduta ad...

 Candidatura Forlì a capitale della Cultura, il Pd: “convocare una seduta ad hoc del consiglio comunale”

(Sesto Potere) – Forlì – 17 aprile 2025 – Il Gruppo consiliare del Partito Democratico di Forlì propone di “convocare una seduta ad hoc del Consiglio comunale che abbia all’ordine del giorno Forlì capitale della cultura, con tutte le ipotesi di lavoro previste, così come ha fatto anche il Comune di Cesena” e si augura “che l’Amministrazione comunale riesca a mettere a sistema le associazioni e le imprese che si occupano di cultura” con il fine di “vincere insieme questa sfida”.

Il Gruppo consiliare Pd, dal canto suo, si dice “pronto a dare un contributo fattivo perché l’importante appuntamento che abbiamo di fronte possa essere motivo di rilancio per la cultura forlivese e per l’intera città”.

I consiglieri comunali Dem convengono che “la candidatura di Forlì a capitale italiana della cultura rappresenti un obiettivo ambizioso, per conseguire il quale è necessario uno sforzo collettivo di tutta la città, ma può rappresentare un’opportunità di crescita del territorio. Il percorso può permetterci di prendere consapevolezza dei problemi che riguardano il nostro patrimonio culturale, prima di tutto in termini di fruizione e accessibilità, e diventare occasione per costruire un progetto lungimirante per la crescita di Forlì. In questo senso la scadenza del 2028 non deve essere intesa come punto di arrivo, ma come tappa fondamentale di un processo che delinei la Forlì del futuro, capace di investire nella cura e valorizzazione del patrimonio e di ragionare in termini di pianificazione dell’offerta di servizi culturali su una scala territoriale, piuttosto che incentrarsi su eventi estemporanei e di immagine”.

“Riteniamo che l’accordo con Cesena sia un passo nella giusta direzione perché guarda al territorio con una visione unitaria, valorizzando gli aspetti complementari che insieme costituiscono un punto di forza. Altrettanto importante è che della partita faccia parte la Regione, affinché le eccellenze regionali operino di concerto con i comuni di Forlì e Cesena, non per la mera realizzazione di un cartellone di eventi, ma in una logica di rafforzamento e di integrazione con le nostre istituzioni culturali. Un processo partecipato, dunque, sapendo che, oltre al risultato, è importante utilizzare la candidatura come occasione di ridefinizione culturale territoriale, includendo anche il sistema dei piccoli comuni”: aggiunge ancora il Gruppo consiliare del Partito Democratico.

“E un percorso di questo tipo necessita di una condivisione ampia, tanto con la città, le associazioni e il mondo culturale, quanto con le rappresentanze politiche. Su quest’ultimo aspetto, sino ad oggi è andata un po’ diversamente: il Sindaco si è presentato una prima volta in Consiglio comunale in modo fugace, annunciando la candidatura, per poi uscire senza aver dato modo di discutere la questione. Si è poi presentato una seconda volta, anche in questo caso a sorpresa, illustrando una lista di cose da fare, per poi uscire dall’aula senza che si sia potuto interloquire sulle proposte avanzate.  A nostro avviso è necessario convocare una seduta ad hoc del Consiglio che abbia all’ordine del giorno Forlì capitale della cultura, con tutte le ipotesi di lavoro previste, così come ha fatto anche il Comune di Cesena”: è la proposta dei consiglieri Dem.
           
“Per affrontare la sfida, due dimensioni sono importanti: la valorizzazione e accessibilità del patrimonio e la qualità del lavoro culturale e dell’apporto delle imprese culturali e creative. Per quanto riguarda il primo aspetto, la scadenza del 2028 dovrà essere motivo per accelerare il restauro dei contenitori culturali oggi chiusi, come Palazzo Albertini, Palazzo Romagnoli, Palazzo Merenda, Auditorium della Musica (ex Gil), e riattivare l’intero circuito bibliotecario e museale, perché una capitale della cultura non può avere tutti i musei e la biblioteca chiusi.          
Né va dimenticato che in città vi sono grandi contenitori, oggi chiusi e in attesa di definizione del loro utilizzo futuro: è il caso dell’Eridania e del complesso della Ripa, rispetto cui occorre proporre riusi capaci di svolgere funzioni centrali nel processo complessivo di ridefinizione della cultura cittadina. Analogamente, rispetto ad un patrimonio così rilevante come quello costruito fra le due guerre dal fascismo, occorre che, nel quadro della Rotta europea Atrium, i prossimi anni vengano utilizzati per rafforzare un discorso sulla sua corretta narrazione e valorizzazione critica, in un rapporto con i residenti coerente con i principi fondamentali della convenzione europea sul patrimonio”: propone il Gruppo consiliare del Partito Democratico.  

“Quanto al secondo punto – aggiungono i Dem – , vale la pena ricordare che, secondo dati Istat 2021, in Italia ci sono 12.000 istituzioni culturali con 75 milioni di utenti. Nello stesso 2021, 130 milioni di persone hanno visitato musei e siti archeologici e circa 4 milioni ogni anno usufruiscono di almeno un servizio bibliotecario. Nella nostra Regione, il sistema produttivo culturale e creativo vale il 5,1% della ricchezza totale prodotta e impiega 125.000 addetti. Nella provincia di Forlì Cesena gli occupati del comparto sono circa 10.000, un numero in calo a Forlì ma in aumento a Cesena, per un totale di 1870 aziende, di cui il 50% nel settore architettura-design-comunicazione, il 38% nel settore musica-audiovisivo e il 12,5% nel settore degli spettacoli dal vivo. Sono inoltre tante le imprese che si occupano di turismo di comunità e di processi di creative-driven capaci proposte di business turistico-culturali”.

“Investimenti sulla crescita delle competenze e sulle condizioni di lavoro in ambito culturale, nonché sugli appalti pubblici di servizi culturali, sono un pezzo del discorso che la candidatura a capitale della cultura non può ignorare”: conclude il Gruppo consiliare del Partito Democratico di Forlì.