(Sesto Potere) – Forlì – 20 marzo 2024 – “Per noi curarsi è un diritto, non un privilegio per chi ha le risorse. La sinistra ci attacca perché dice che vogliamo privatizzare la sanità, ma la verità è che il PD, almeno in Emilia-Romagna, l’ha privatizzata di fatto. Liste di attesa così lunghe fanno si che le persone debbano per forza rivolgersi al privato per ottenere le cure di cui hanno bisogno”. Questo il commento di Alice Buonguerrieri, deputato di Fratelli d’Italia e presidente del partito per la provincia di Forlì-Cesena, all’evento “Sanità, quali prospettive per Forlì e il territorio?”, organizzato nei giorni scorsi da FDI.
All’evento, che ha fatto registrare un’importante affluenza di pubblico, sono intervenuti Vincenzo Bongiorno, coordinatore comunale di Fratelli d’Italia; Emanuela Bassi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale; Alberto Zaccaroni, già direttore del reparto di chirurgia endocrina di Ausl Romagna e responsabile Cimo Fesmed Ausl Romagna; Germano Pestelli, medico fisiatra e cooperante internazionale; Alberto Lattuneddu, presidente di Federfarma Forlì-Cesena, Silvia Lombardi, dottoressa magistrale in scienze infermieristiche, Luca Pestelli, presidente di Forlifarma – Farmacie Comunali Forlì e Luca Bartolini, già vicepresidente della commissione sanità della Regione.
Un parterre di ospiti qualificato e un pubblico numeroso e attento per affrontare una tematica centrale nella qualità della vita di un territorio. Bartolini ha tracciato un bilancio dell’Ausl Romagna, imposta dalla Regione in via sperimentale, a 10 anni dalla sua costituzione: “Una mega azienda i cui risultati sono fallimentari, sia sotto l’aspetto del risparmio delle risorse che, contrariamente alle aspettative, sono aumentate; sia sotto l’aspetto della qualità dei servizi sanitari ai cittadini, che sono palesemente peggiorati come dimostrano i lunghi tempi d’attesa per gli esami specialistici e per le lunghe code ai pronto soccorso. Insomma, si andava meglio quando c’erano le piccole Ausl che, almeno, rispondevano alle esigenze locali. Proprio come sta tutt’oggi avvenendo nelle Ausl emiliane, che rispondono ancora alla politica locale non essendo trattate da Bologna come una colonia come succede invece in Romagna.”
“Secondo l’Osservatorio della Fondazione Gimbe negli ultimi 10 anni la sanità ha subìto tagli per 147,5 miliardi di euro. Parliamo di risorse sottratte al Sistema Sanitario da Conte, da Draghi, Letta, Gentiloni, Monti – aggiunge Buonguerrieri – Una situazione a cui il governo Meloni sta ponendo rimedio con uno stanziamento record di 136 miliardi, è la cifra più alta mai stanziata da un governo per la sanità, superiore anche al periodo Covid”.
“E questo – ricorda Vincenzo Bongiorno – nonostante un bilancio gravato dagli sprechi dei governi precedenti, come gli oltre 140 miliardi del Superbonus 110%. Tuttavia la vera sfida non sarà spendere, ma investire bene le risorse per garantire la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale”.
La massima priorità è l’accorciamento delle infinite liste di attesa per le prestazioni sanitarie, per il quale il governo Meloni “ha stanziato 3 miliardi per il rinnovo dei contratti e la detassazione di straordinari e premi legati a raggiungimento di questo obiettivo”, aggiunge Buonguerrieri. Ma sono numerose le misure già prese dal Governo, solo per citarne alcune “il contratto nazionale per 135mila dirigenti medici e sanitari, la limitazione del ricorso ai medici gettonisti, 8 milioni per le strutture sanitarie alluvionate – conclude il parlamentare di FdI -, 20 miliardi per macchinari e attrezzature e per la digitalizzazione degli ospedali, l’approvazione della legge sull’oblio oncologico”.