(Sesto Potere) – Cesena – 22 agosto 2024 – I coniugi Marta Garaffoni e Federico Raspadori hanno annunciato una manifestazione di protesta – che si terrà domani, venerdì 23 agosto, alle 19,30 – contro il passaggio del metanodotto Snam nei terreni di loro proprietà situati in località Provezza – in via del Grillo 19 – nel cesenate, al confine con Bertinoro.
Marta Garaffoni e Federico Raspadori da molto tempo lottano affinché il nuovo gasdotto Snam – che attraverserà i comuni di Sarsina, Sogliano, Mercato Saraceno, Roncofreddo, Cesena, Bertinoro, Forlimpopoli e Forlì – non distrugga il terreno sul quale hanno piantato 800 alberi e piante e che ospita 90 animali.
Alleanza Verdi e Sinistra Forlì-Cesena ha annunciato di aderire all’iniziativa.
“Il gasdotto di Snam è un’opera inutile, dispendiosa, che comporta enormi rischi, ambientali, politici e sociali per la provincia. Il progetto del gasdotto, ideato decenni fa e reso obsoleto dall’evoluzione dei consumi e dalla transizione verso fonti energetiche rinnovabili, lega l’Italia a un modello energetico basato sui combustibili fossili, in netto contrasto con gli obiettivi climatici nazionali ed europei per il 2030 e con gli impegni presi nell’ambito dell’Accordo di Parigi. Il tracciato del gasdotto attraversa inoltre aree appenniniche ad alto rischio sismico ed idrogeologico: la sua realizzazione comporterà l’abbattimento di chilometri e chilometri di boschi, la distruzione di habitat naturali e uno spreco ingente di risorse, che troverebbero certamente un miglior utilizzo nell’ambito di investimenti verso una reale transizione ecologica”: afferma in una nota Alleanza Verdi e Sinistra di Forlì-Cesena .
“Siamo consapevoli che le ruspe sono già in azione per realizzare questa ennesima inutile opera al servizio dell’industria fossile. Ogni giorno avvistiamo le fettucce che delimitano i cantieri Snam, in mezzo a campi e frutteti, percorrendo una E45 puntellata dagli eterni lavori in corso, ormai parte integrante dell’infrastruttura stessa e monumento mutevole all’incompetenza umana. Nondimeno crediamo sia cruciale che come comunità si rifletta su cosa il gasdotto rappresenti”: aggiunge Alleanza Verdi e Sinistra di Forlì-Cesena.
“L’Italia non può e non deve diventare l’hub del gas europeo. Non si possono più abbattere intere zone boschive per far transitare gasdotti. Non si può rigassificare in un Mare Adriatico ormai in ebollizione e davanti alla Pianura Padana, zona densamente popolata e ampiamente logorata da industrie inquinanti. Non si possono più sostenere gli allevamenti intensivi che immettono nell’aria gas climalteranti come metano, ammoniaca e protossido di azoto. Il futuro del nostro paese dipende dalla cura che rivolgiamo ai territori che abitiamo: abbiamo bisogno di più sicurezza idrogeologica, di un processo concreto di superamento della dipendenza dai combustibili fossili, di una rinnovata coesistenza tra umanità e ambiente. La natura non è proprietà privata dell’uomo e va tutelata, come prevede la legge europea sul suo ripristino entrata in vigore il 18 agosto.”: continua Alleanza Verdi e Sinistra di Forlì-Cesena.
“Su questo punto siamo ovviamente in disaccordo con la destra che nega la crisi climatica, si oppone alle energie rinnovabili e vuole riportare in Italia il nucleare. Ma purtroppo anche con una parte consistente di centro-sinistra, che continua a sostenere e incentivare tappe intermedie che frenano la piena transizione ecologica e considera il gas naturale una fonte energetica genericamente “green”. È tempo di assumersi la responsabilità di progettare e difendere un futuro giusto, equo, sostenibile per tutte e tutti, ed è giunto il momento che il Partito Democratico superi le lusinghe dell’industrialismo a breve termine, votato al miraggio di una crescita infinita in un pianeta ormai soffocato dalla crisi climatica, e trovi il coraggio di cambiare passo. Non c’è più tempo da sprecare nella direzione sbagliata”: insiste Alleanza Verdi e Sinistra che riferisce di avere in mente: “un’ Emilia-Romagna realmente sostenibile, che investa esclusivamente sulle rinnovabili e punti ad abbandonare il prima possibile la dipendenza dai combustibili fossili” ed auspica che il gasdotto Sestino-Manerbio “sia l’ultimo sussulto di un modello economico e politico inesorabilmente destinato all’estinzione”.