(Sesto Potere) – Forlì – 10 luglio 2024 – Si è conclusa dopo una maratona di oltre ventiquattr’ore e il voto contrario di tutta l’opposizione di centrodestra la discussione in Assemblea Legislativa per l’abrogazione della legge per l’autonomia differenziata e l’indizione del referendum con il sostegno di cinque Regione governate dal centro sinistra, inclusa la maggioranza di centrosinistra dell’Emilia-Romagna.
“L’autonomia è legge, Bonaccini se ne faccia una regione. Se si andrà referendum, questo Paese ne uscirà sconfitto in tutti i sensi”: le parole pronunciate in aula dal consigliere regionale Massimiliano Pompignoli che ha definito quello della Regione Emilia Romagna “un colpo di coda illegittimo e antidemocratico, un percorso per l’autonomia differenziata disconosciuto all’ultimo secondo, iniziato nel 2017 sotto i migliori auspici e le parole più concilianti del Presidente Stefano Bonaccini che invocava maggiori poteri e competenze definendo l’Emilia Romagna la locomotiva d’Italia”.
“Una Regione che, a ragion veduta, avrebbe dovuto essere premiata per le ottime performance che l’hanno sempre contraddistinta. O almeno questa era l’intenzione della sinistra. Quantomeno fino a giugno scorso, quando l’autonomia è divenuta legge. A rimescolare le carte in tavola ci ha pensato il volta faccia del Presidente Bonaccini, affetto da un’amnesia scomposta, visto che già nel 2020 sbandierava e rilanciava l’importanza dell’autonomia differenziata per l’Emilia-Romagna.” – Per Pompignoli – “lo spettacolo portato in aula dal PD è stato vergognoso e illegittimo. Con una vera e propria forzatura al regolamento interno dell’Assemblea Legislativa, abbiamo assistito ad una corsa contro il tempo per discutere e votare ben due richieste di referendum abrogativo sull’autonomia differenziata, di contenuto peraltro differente, prima delle dimissioni del governatore Stefano Bonaccini (attese tra l’11 o il 12 luglio), neoeletto parlamentare europeo”.
“Se l’obiettivo era il referendum, sarebbe stato doveroso applicare le regole della democrazia e raccogliere le 500mila firme necessarie, ma il PD ha scelto la via più facile: piegare l’istituzione alle sue volontà, con l’arroganza di un provvedimento calato dall’alto e compromettendo l’efficienza e la trasparenza del processo e delle regole amministrative”: conclude il consigliere Pompignoli.