(Sesto Potere) – Imola – 23 luglio 2025 – Si è tenuta stamattina, 23 luglio 2025 , alla Sala del Consiglio Comunale di Imola, la conferenza stampa di presentazione del progetto di comunità “Patti digitali” e della campagna di comunicazione “Facciamo un Patto?” , promossi dal Comune di Imola e dall’Azienda USL di Imola, a cui hanno collaborato e collaborano attivamente Istituti scolastici, genitori, ASP Nuovo Circondario Imolese, Progetto Insieme nella rete, Diocesi di Imola ed ETS del territorio.
Saluti e ringraziamenti ai molti partecipanti da parte dell’Assessora alla Scuola Gianna Gambetti e della direttrice dell’Ausl di Imola Agostina Aimola.
“Oggi affrontiamo un tema urgente che ci tocca profondamente. Le tecnologie non vanno demonizzate, ma possiamo imparare a guardarle e usarle in modo diverso. È fondamentale adottare un approccio che ci permetta di tutelare i nostri figli e di guidarli verso un uso consapevole degli strumenti digitali. Questo implica non solo educare i bambini, che è il punto centrale, ma anche formare e sostenere gli adulti, i quali hanno una grande responsabilità in questo processo”, ha spiegato l’assessora alla Scuola Gianna Gambetti .
«È uno dei primi progetti che mi è stato illustrato non appena sono arrivata ad Imola – ha detto la direttrice dell’Ausl Agostina Aimola – Un percorso di lavoro entusiasmante che, per la molteplicità degli attori coinvolti, rappresenta appieno il forte senso futuro di comunità di questo territorio ed anche la complessità del tema interagendo, da cui dipende il dei nostri ragazzi»
Barbara Molinazzi , responsabile del Servizio Infanzia del Comune di Imola ha presentato il percorso di comunità che ha coinvolto «tanti attori ricchi di competenze e che per il loro ruolo costituiscono degli osservatori privilegiati, da diversi punti di vista, del fenomeno».
«Il progetto nasce nel 2024, sulla scorta del successo riscosso dall’opuscolo “Giochi in movimento”, che mirava a fornire a famiglie ed educatori stimoli ed idee per trascorrere il tempo di gioco coi più piccoli (fascia 0-6 anni) attraverso giochi che favoriscono il movimento e l’interazione tra adulti e bambini – ha continuato Barbara Molinazzi – Dagli incontri tra il Servizio Infanzia del Comune di Imola, i Servizi dell’Ausl di Imola che a vario titolo si curano dei più piccoli (Sanità Pubblica, Pediatria ospedaliera e di Libera Scelta, Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza, Consultorio Familiare) e le famiglie, è emerso il bisogno di una discussione aperta e di comunità su quella che è subito parsa una vera e propria emergenza educativa contemporanea: l’uso precoce e disregolato delle tecnologie, che può avere ricadute importanti sullo sviluppo emotivo, cognitivo e sociale dei bambini».
Una attenta disamina della letteratura scientifica, incontri, il sodalizio con l’altro importante progetto educativo e culturale attivo sul territorio, “Insieme nella rete”, indirizzato a preadolescenti ed adolescenti e alle loro famiglie, e quindi la decisione di organizzare un convegno sul tema in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia, “Crescere nell’era digitale”, che si è svolto al Teatro dell’Osservanza il 23 novembre 2024, con un’ampia partecipazione di pubblico e la lezione magistrale del Prof. Marco Gui, dell’Università la Bicocca di Milano, tra i principali promotori del progetto nazionale “Patti Digitali-La rete dei Patti digitali di Comunità”, a cui anche il progetto imolese è affiliato.

Un percorso concreto e condiviso, consapevole che l’educazione digitale è efficace se viene offerta in modo coordinato da parte di una comunità educante (genitori, scuole, pediatri, istituzioni, oratori, società sportive, ecc.) in cui ci si supporta a vicenda.
«Non si tratta di demonizzare la tecnologia — ha spiegato la dr.ssa Elisabetta Zucchini , direttrice della Neuropsichiatria infantile — ma di integrarla nella vita quotidiana in modo equilibrato e consapevole. Gli “schermi” sono diventati il riempitivo per eccellenza, ma è necessario sapere che se usati in modo precoce e non regolato possono influire negativamente sullo sviluppo di linguaggio, attenzione, memoria di lavoro, sonno, capacità di inibizione degli impulsi dei bambini. L’eccesso di tempo davanti agli schermi può correlarsi inoltre a problemi di sovrappeso/obesità e, soprattutto, produrre una carenza di interazione diretta dei più piccoli con i genitori e con i coetanei, fondamentale per lo sviluppo del sistema comportamentale e neuro-cognitivo del bambino, favorendo problemi emotivi e sociali, quali ansia, depressione, aggressività, tendenza all’isolamento».
Passare da quelle che sono evidenze scientifiche ad nuovo equilibrio tra “online” e “offline”, che restituisce la centralità alle relazioni faccia a faccia e al benessere emotivo e sociale, non è però facile per le famiglie.
«I Pediatri di Libera Scelta seguono tutte le famiglie, indistintamente, fin dai primi giorni della nascita di un bambino – ha spiegato Laura Cavallazzi – Come Pediatri siamo quindi osservatori privilegiati delle tante situazioni quotidiane in cui tra genitori e figli si frappone uno schermo e abbiamo aderito convintamente a questo progetto che ci vede come “custodi digitali” dei nostri piccoli assistiti. Nei bilanci di salute che periodicamente effettuiamo nei nostri studi, entrano a pieno titolo i consigli sull’educazione digitale che si trovano all’interno del Patto, nei nostri studi abbiamo affisso le locandine della campagna e le nostre sale di attesa sono ricche di libri e piccoli giochi di società con cui grandi e piccini che aspettano la visita possono intrattenersi. E tra i tanti messaggi importanti che si trovano nei Patti, evidenziamo il “no” all’uso dei dispositivi nei bambini fino ai tre anni di età e il fornire uno smartphone personale prima dei 14 anni».
«Il progetto nasce anche dalla consapevolezza che le famiglie da sole spesso non ce la fanno: pressioni sociali e commerciali, senso di impreparazione e mancanza di alternative spingono molti genitori a mettere in mano uno smartphone ai figli anche molto piccoli, pur sapendo che sarebbe meglio posticipare questo momento – hanno spiegato anche Valentina Totti e Agnese Baruzzi , che fanno parte del gruppo di genitori che partecipano al progetto – Per questo si propone un vero e proprio patto di comunità, che vede il coinvolgimento dei servizi, in primis sanità e scuola, e delle famiglie, in un percorso condiviso per stabilire regole, tempi e modalità di utilizzo della tecnologia. Una comunità che educa e che stringe un patto».
Con la collaborazione di pediatri, neuropsichiatri infantili, psicologi, educatori, il progetto “Facciamo un Patto?” punta proprio ad informare ea sostenere le famiglie nella ricerca di questo equilibrio. Per questo ad Imola la campagna di comunicazione non è stata progettata dai servizi per le famiglie, ma è stata co-progettata e condivisa con molte componenti della comunità, ed in particolare proprio con i genitori dei più piccoli che hanno aderito al patto.
Dal 12 giugno scorso nella nostra città sono cominciate le affissioni stradali, nelle strutture dell’Ausl e negli studi dei Pediatri di famiglia, di 5 manifesti coi messaggi che a tutto il gruppo di lavoro sono sembrati i più urgenti e significati. Non solo dei consigli sui comportamenti da evitare, ma anche i suggerimenti positivi, la corretta alternativa all’uso dei dispositivi in situazioni della vita quotidiana in cui è spesso facile cedere alle lusinghe della tecnologia: quando si allatta il proprio neonato, quando si fa una passeggiata all’aperto, mentre si mangia, quando il piccolo ha una crisi di pianto o di rabbia o quando sembra annoiato.
Contemporaneamente si è continuato a lavorare per la stesura di un opuscolo, che informa ed esplicita il Patto, fornendo anche le motivazioni e le alternative (in allegato).
La campagna proseguirà in autunno nelle scuole dell’infanzia e primarie, ed il gruppo di lavoro continuerà a progettare iniziative di sensibilizzazione coinvolgendo tutti gli attori.
A breve, sul sito Patti Digitali dell’Università La Bicocca di Milano, https://pattidigitali.it/ , sarà pubblicato il Patto di Imola, e genitori, nonni, zii, educatori, insegnanti, etc. potranno aderire compilando un modulo online.

“In una comunità in cui spesso l’individualismo impera – hanno spiegato le rappresentanti dei genitori – vogliamo ribadire che la consapevolezza e l’educazione al digitale è una scelta della comunità educante prima che dei singoli”.
Un patto, insomma, per crescere insieme, in salute e connessi… ma non troppo.
Alla conferenza stampa hanno partecipato: Genitori (tra cui l’ideatrice grafica della campagna Agnese Baruzzi e una tra le promotrici del progetto, Valentina Totti); Gianna Gambetti , Assessora alla Scuola Comune di Imola; Agostina Aimola , Direttrice generale Ausl di Imola; Barbara Molinazzi , Responsabile Servizio Infanzia Comune di Imola; Elisabetta Zucchini , Direttrice UOC Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza Ausl Imola; e Laura Cavallazzi , Referente Pediatri di Libera scelta per il progetto Patti digitali.
I rappresentanti di tutte le realtà che hanno ideato e collaborato al Progetto e alla stesura del Patto, ovvero: servizi AUSL Imola che hanno ideato e collaborato al progetto: Alessandra Ronchi, Neuropsicomotricista NPIA, Anna Strazzari, Responsabile Consultorio Familiare, Irene Bonomelli, dirigente medica Pediatria e Nido, Carolina Ianuale Direttrice Igiene e Sanità Pubblica e Responsabile Piano per la Prevenzione Ausl Imola, Laura Serra, già Direttrice UOC Pediatria e Nido Ausl Imola, Emanuela Cenni Dipartimento di Salute Mentale DP.
I servizi per l’infanzia, Diritto allo studio e Biblioteca dei Ragazzi del Comune di Imola, ASP Imolese, Istituti scolastici, Diocesi di Imola , rappresentata da Don Querzé, Vicario del Vescovo, ETS del territorio.