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Aumenti della Tari in molti Comuni della Romagna, Tassinari (Forza Italia) interroga il ministero dell’Ambiente

(Sesto Potere) – Forlì – 24 aprile 2024 – Rosaria Tassinari, deputata e coordinatrice Regionale di Forza Italia per l’Emilia-Romagna ha presentato una interrogazione al ministero dell’Ambiente per far luce sugli aumenti delle tariffe TARI in molti Comuni della Romagna.

“I cittadini e le imprese di questo territorio – scrive in una nota la deputata azzurra – vivono un periodo difficile sotto l’aspetto economico e sono ancora segnate dalle conseguenze dell’alluvione e dall’inflazione che sta colpendo soprattutto i più deboli. Nonostante questo, siamo costretti a registrare forti aumenti delle tariffe relative alla gestione dei rifiuti urbani negli ambiti di Cesena – Ravenna – Rimini. Molti Comuni afferenti ai tre ambiti e in special modo le realtà medio-piccole, vedranno nel 2024 l’applicazione di considerevoli incrementi, anche nella misura del 9,6% corrispondente al limite massimo previsto da ARERA. Questi aumenti non sono isolati, anzi: si sommano a quelli degli anni precedenti e la crescita potrebbe non essere finita perché altri ne sono previsti in futuro. La raccolta dei rifiuti porta a porta sta presentando costi più elevati rispetto alla raccolta stradale, anche se a fronte di questa spesa maggiore si ottiene un costo per lo smaltimento più basso”.

“Il sistema di raccolta porta a porta è diffuso nei piccoli Comuni della Romagna per migliorare la gestione dei rifiuti e incrementare le percentuali di riciclaggio e di raccolta differenziata ma se poi il riciclo dei rifiuti recuperati non genera valore economico, il costo superiore finisce per scaricarsi sulle bollette dei cittadini. Inoltre diversi sindaci, specie quelli delle realtà più grandi, hanno lamentato la non corretta modalità coinvolgimento delle amministrazioni locali nell’iter di approvazione dei piani economico finanziari (PEF) perché la documentazione viene quasi sempre trasmessa in ritardo, rendendo difficile l’esame preventivo degli atti che poi determinano le tariffe ai cittadini. Inoltre gli stessi sindaci hanno rilevato che l’aumento dei costi non si verificherebbe in ambiti di raccolta delle aree regionali limitrofe nonostante ci sia lo stesso servizio, rendendo così ingiustificabile l’aumento previsto nei PEF”: spiega Rosaria Tassinari.

“È necessario che le politiche ambientali non gravino in modo insostenibile sui bilanci dei comuni e dei cittadini: l’approccio di ARERA, in tema di servizio rifiuti, dovrebbe tener conto anche di questo aspetto e non solo della sostenibilità economico-finanziaria dei gestori;
Chiedo quindi al Ministero di emanare disposizioni che consentano ed impongano un’adeguata concertazione dei PEF nel settore della raccolta dei rifiuti urbani, rispettosa dei ruoli istituzionali degli enti coinvolti e del Consiglio d’Ambito, nella quale si prevedano tempi congrui per comprendere ed analizzare la documentazione di dettaglio ma anche ad indagare su eventuali discrasie tra le tariffe nei vari ambiti regionali per evitare che vi sia un’oggettiva disparità di trattamento tra i cittadini della stessa regione e tra regione e regione. Infine, Arera dovrebbe improntare la propria azione secondo modalità volte a garantire maggiore tutela nei confronti di famiglie e imprese, introducendo un sistema di calcolo dei costi e di perequazione che sia equo e sostenibile e che garantisca una corretta distribuzione dei costi al fine di contemperare le esigenze di tutela dell’ambiente con la sostenibilità finanziaria del servizio prestato”: conclude Rosaria Tassinari.