(Sesto Potere) – Roma – 15 novembre – Per il sesto anno consecutivo Auditel e Censis rinnovano la loro collaborazione per analizzare, utilizzando il patrimonio informativo della Ricerca di Base Auditel, come cambiano le dotazioni di apparecchi televisivi e di supporti digitali, le connessioni e le fruizioni di contenuti audiovideo degli italiani.
Un rapporto – dal titolo “La nuova Italia televisiva” – presentato nella Sala Capitolare del Senato della Repubblica, alla presenza di Anna Italia, ricercatrice Censis; Alberto Barachini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’informazione e all’editoria; Giuseppe De Rita, presidente Censis (nella foto in alto); Barbara Floridia, presidente Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi; Andrea Imperiali, presidente Auditel (nella foto a lato dal sito Auditel.it); Giacomo Lasorella, presidente Agcom; Roberto Marti, presidente Commissione cultura del Senato della Repubblica e Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy.
Dal Sesto Rapporto Auditel-Censis emerge – in sintesi – che il digitale è sempre più al centro della vita e dei consumi di entertainment della popolazione: crescono anche quest’anno gli schermi presenti all’interno delle abitazioni, che raggiungono quota 122 milioni, e aumentano soprattutto gli schermi connessi, che sono oltre 97 milioni. Nel 2017 erano 74 milioni: sono cresciuti del 31,7% nei sette anni considerati.
Il dato complessivo non dà conto di quanto realmente accaduto, perché a crescere sono soprattutto le TV connesse a Internet, che fra Smart TV e TV con dispositivi esterni collegati sono complessivamente 18 milioni e 700.000, presenti nelle case del 50,1% degli italiani.
Per la prima volta, la maggior parte delle famiglie italiane possiede almeno una TV collegata a Internet.
D’altra parte, il 2023 sarà ricordato anche come l’anno del sorpasso delle Smart TV sulle TV tradizionali: oggi nelle case degli italiani ci sono complessivamente 21 milioni di Smart TV e 20 milioni e mezzo di TV tradizionali.
In sintesi
Sempre più schermi connessi: sono 122 milioni gli schermi nelle case degli italiani, per una media di circa cinque per famiglia e oltre due schermi per individuo. Negli ultimi anni crescono soprattutto i device connessi, che sono 97 milioni e 300.000 (+ 31,7% dal 2017 al 2023 e +4,4% nell’ultimo anno), con una media di quattro schermi connessi per abitazione.
Le Smart TV superano le TV tradizionali. Il 2023 sarà ricordato come l’anno del sorpasso. Oggi nelle case degli italiani ci sono complessivamente 21 milioni di Smart TV e 20 milioni e mezzo di TV tradizionali. 14 milioni e 800.000 famiglie, il 60,3% del totale, hanno in casa almeno una Smart TV; di queste, 3 milioni e 900.000 ne hanno due e 1 milione e 100.000 ne hanno tre o più.
Italiani senza TV: 700.000 famiglie italiane, il 2,8% del totale, dove vivono 1 milione e 400.000 persone, non hanno in casa neanche un apparecchio televisivo.
8 milioni e 400.000 famiglie, che corrispondono al 35,2% del totale delle famiglie che hanno una TV, dove vivono 19 milioni di individui, non hanno in casa neppure un televisore compatibile con il passaggio definitivo al digitale terrestre di seconda generazione e, se lo switch off dovesse avvenire oggi, sarebbero tagliate fuori dalla possibilità di accedere anche ai contenuti della tv lineare.
Più di 50 milioni di smartphone: prosegue ininterrotta la crescita degli smartphone, che quest’anno sono 50 milioni e 600.000 e rimangono i device più utilizzati dalla popolazione. Portabilità, semplicità di utilizzo, vocazione multitasking sono le caratteristiche premiate dagli italiani.
A casa come al cinema: aumenta la dimensione degli schermi e la qualità delle immagini e i nostri salotti somigliano sempre di più a sale
cinematografiche. Oltre 6 milioni di apparecchi televisivi, il 14,1% del totale, hanno una dimensione di 50 pollici o più; il 97,5% degli apparecchi ha lo schermo al plasma, a cristalli liquidi o al LED e 8 milioni e 200.000 di televisori, il 19,1% del totale, sono a 4K.
La digitalizzazione incompiuta: Il 91,7% del totale delle famiglie italiane accede a Internet da casa, ma il 22,4% (5,5 milioni di famiglie in valore assoluto) lo fa solo attraverso lo smartphone. L’8,3% delle famiglie italiane, dove vivono 2 milioni e mezzo di italiani, non dispone di collegamento quando si trova all’interno delle pareti domestiche.
15 milioni e 400.000 famiglie vivono in abitazioni che dispongono della Banda Ultra Larga e negli ultimi sette anni sono cresciute del 17,1%.
Mancano ancora all’appello 9 milioni e 100.000 famiglie, dove vivono 17 milioni e 100.000 individui che non hanno accesso alla banda larga da casa.
La crescita ininterrotta dei consumi in streaming: 26 milioni e 300.000 italiani, il 45,8% del totale, guardano contenuti audio e video in streaming su piattaforme e siti web, incluse le piattaforme gratuite delle emittenti nazionali: nel 2017 erano il 27% del totale e non raggiungevano i 16 milioni.
Anatomia del pubblico della televisione on demand: Il 51,4% degli utenti della TV on demand è un uomo, il 30,8% ha un’età compresa tra i 45 e i 64 anni, il 28,1% è un giovane che ha tra i 18 e i 34 anni. Minoritari, e pari al 7,7% degli spettatori sul web, gli over sessantacinquenni, che però sono cresciuti del 136,3% dal 2017 a oggi. Il genere più amato sono i film, seguiti dal 95% degli spettatori. Il 67,6% del pubblico segue abitualmente, collegandosi più di una volta alla settimana, la programmazione on demand, di questi, il 16,9% la segue giornalmente.
La specificità del pubblico delle piattaforme delle emittenti nazionali. Il pubblico delle piattaforme gratuite delle emittenti nazionali ha una propria specificità: più donne, più bambini, più anziani, più laureati rispetto al totale degli utenti dei programmi sul web. Mantiene, inoltre, una vocazione più generalista, con il 94,4% degli utenti che segue i film, il 77,9% TG e programmi di informazione, il 77% programmi culturali e il 70,6% fiction e serie televisive.