(Sesto Potere) – Forlì – 6 novembre 2023 – “Si sono verificati nuovi atti vandalici al parco urbano e l’Amministrazione ed in particolare chi ha assunto la responsabilità della sicurezza dimostrano la propria incapacità di proteggere la cosa pubblica. Molti cittadini appresa la notizia hanno invocato le telecamere ma hanno dimenticato forse che a Forlì vola alto un Falco che “tutto controlla e tutto protegge”. Come può essere, si chiedono in tanti meglio informati, con tutto ciò che è stato messo in campo dal vicesindaco!? Infatti la città è dotata di una mitica App, “Falco” appunto, annunciata dal vice sindaco Mezzacapo fin dall’ ottobre 2020 come eccezionale progetto pilota tutto forlivese, un’esperienza avanzatissima, un progetto unico per Forlì, primo nel suo genere in Italia che “avrebbe controllato e ancor più avrebbe prevenuto tutto”. Nella conferenza stampa dalla primavera 2022, con tanto di video dimostrativi, furono annunciate 360 telecamere, droni e possibilità di geolocalizzazione, col vicesindaco esultante che annunciava che solo dopo 48 ore dalla presentazione della App gratuita, “Falco” era già al diciassettesimo posto fra quelle più scaricate. Si trattava di un’applicazione per abbattere il degrado e garantire la sicurezza che sarebbe dovuta diventare caso di studio, o come diceva il vice sindaco “un case-study, a livello europeo”, un progetto scelto addirittura da Motorola come modello da riproporre in Europa. “Le commesse potranno tornare a casa tranquille nelle ore serali “ annunciava il vicesindaco, dimostrandosi un profondo conoscitore della composizione sociale della società forlivese. Dall’autunno 2022 però di “Falco” non ce ne è più traccia e il sito del Comune informa che: “l’applicazione è temporaneamente sospesa”...”: Così in una nota congiunta Alessandro Ronchi e Cristina Mengozzi, (nella foto in alto), co-portavoci Europa Verde Forlì-Cesena.
“Eppure sono stati spesi migliaia di euro di soldi pubblici: 2.250 euro per il deposito del marchio, 35.000 per attività di promozione, impiegate una enormità di ore di progettazione da parte degli ingegneri di Forlì Mobilità Integrata e 5800 euro per la valutazione del rischio conforme al GDPR ( Regolamento Generale per la Protezione dei Dati ) e non si sa neppure se abbia superato le verifiche sulla privacy. Pensiamo che i metodi esclusivamente repressivi non siano utili a determinare comportamenti virtuosi ne a costruire comunità, servono prevenzione, coinvolgimento, partecipazione, proposte che rendano i giovani protagonisti, che li includano ma di tutto questo non troviamo traccia nalle azioni del nostro aspirante sceriffo. E il risultato è che i vandali scorrazzano indisturbati, in cielo non vola nessun Falco ma a terra non ci sono neppure 4 galline che starnazzando li allontanino”: concludono Alessandro Ronchi e Cristina Mengozzi.