sabato, Giugno 29, 2024
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App Falco. Verdi e Sinistra: “Prima rimossa e cancellata dagli store e poi la multa del Garante: spreco di denaro pubblico

(Sesto Potere) – Forlì – 29 giugno 2024 – “Dopo i nostri ripetuti interventi sulla stampa in merito a questo progetto dell’ex Vicesindaco Mezzacapo, finalmente il Garante della Privacy mette nero su bianco il fallimento dei progetti di sicurezza della Giunta Zattini. Lo avevamo ripetuto più volte, e siamo stati accusati persino da Mezzacapo di “aver mosso accuse immotivate”. Invece con un provvedimento del 20 Giugno il Garante della Privacy ha emesso 2 multe (il provvedimento https://www.gpdp.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/10028498) nei confronti del Comune per due violazioni dei trattamenti di dati personali mediante dispositivi video e dall’applicazione mobile Falco, per questo motivo rimossa e cancellata dagli store di Apple e Google. Il provvedimento è lungo e interessante e spiega nel dettaglio sia il fallimento del progetto e il dilettantismo con il quale è stato realizzato, sia l’insistenza con la quale il Comune ha voluto proseguire qualcosa che evidentemente non stava in piedi, nonostante i ripetuti rilievi del suo responsabile per la protezione dei dati, che ha più volto espresso contrarietà”: lo scrivono in una nota congiunta Alessandro Ronchi (nella foto in alto) e Diana Scirri (foto a lato) di Alleanza Verdi e Sinistra Forlì.

“Falco nell’intenzione del suo più accanito sostenitore Mezzacapo doveva essere una applicazione per i cittadini di Forlì con la quale fare segnalazioni fotografiche di situazioni di degrado o di allarme sociale. Nel comunicato di lancio dell’applicazione si parlò persino dell’utilizzo di droni, ma anche questa era una favola priva di contatto con la realtà. I fatti sono ben altra cosa: dal lancio dell’applicazione che doveva aumentare la sicurezza di Forlì, la Polizia Locale non ha gestito nemmeno una sola segnalazione, e questo lo dice il Comune stesso nel rispondere ai rilievi del Garante. Il Comune e la società FMI, presieduta fino alle elezioni dall’attuale vicesindaco, nel realizzare questo progetto hanno ignorato gli atti necessari, tra i quali certamente una valutazione d’impatto sulla protezione dei dati e persino le più basilari regole e le misure minime di sicurezza informatica: nell’istruttoria è persino emerso che gli operatori di Polizia accedevano al sistema con una password generica e non personale, impedendo l’attribuzione di eventuali utilizzi impropri di questi dati, e rendendo più facile l’accesso a persone non autorizzate! Perché invece di parlare di droni non si è spiegato ai cittadini che usando l’applicazione voluta da Mezzacapo sarebbe stata inviata la loro posizione al server ogni 3,5 secondi, che il loro numero e posizione in caso di segnalazione sarebbe rimasta 7 giorni a disposizione della polizia locale?”: le domande che pongono Alessandro Ronchi e Diana Scirri.

“Occorre inoltre sottolineare lo spreco di denaro pubblico dell’operazione: i progetti complementari della videosorveglianza costavano da preventivo circa 120.000 euro, dei quali 2.500 per il deposito del marchio e 35.000 euro per le attività di promozione. A questi vanno aggiunti altri 5.800 euro per una consulenza per la valutazione del rischio e il costo, tuttora imprecisato, di tutto il personale del Comune e della Polizia Locale coinvolti, e di moltissime ore di lavoro degli ingegneri di FMI nel tentativo di adeguare il sistema alle richieste del Garante della Privacy, nel frattempo intervenuto. Ed ora si aggiungono le due sanzioni pecuniarie di 15.000 euro comminate dal Garante, che ha definito la violazione colposa e certificato l’Illiceità del trattamento di dati personali effettuato dal Comune. E ci possiamo ritenere fortunati, dal momento che la sanzione prevista nei due casi poteva arrivare fino a 20 milioni di euro!”: commentano i due esponenti di Alleanza Verdi e Sinistra di Forlì.

“Tutto questo per non ottenere nessun risultato: il Comune ha dichiarato in sua difesa che quasi nessuno ha usato la sua app, la Polizia non ha gestito nemmeno una segnalazione, l’applicazione è stata chiusa il 12 Luglio ‘22, pochissimi giorni dopo il lancio con grande enfasi sugli organi di stampa avvenuto il 28 Giugno. Può il responsabile politico di questo progetto essere eletto Presidente del Consiglio Comunale di Forlì, un ruolo che necessita di trasparenza ed estremo rigore nel fare rispettare leggi e regolamenti per garantire lo svolgimento della democrazia della nostra città?”: si domandano e concludono Alessandro Ronchi e Diana Scirri.