(Sesto Potere) – Bologna – 29 febbraio 2024 – “Il tema della ricostruzione in Romagna è immenso come lo è stato l’evento del maggio 2023, i problemi ci sono ma vanno affrontati e risolti ad ogni livello ed è quello che si sta facendo. In questo momento si ha sicuramente un maggiore pensiero all’immediato, a chi è ancora fuori casa, agli immensi problemi della montagna, ai lavori ancora da eseguire e da incanalare nella giusta direzione delle Ordinanze. Essendo passato ormai un anno è anche giusto e ovvio pensare al futuro governo del nostro territorio; lo si sta facendo ai massimi livelli con ragionamenti sul riassetto dei fiumi, la costruzione di opere, la gestione della pianificazione”: lo dichiara Paride Antolini, presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia – Romagna.
“Siamo stati i primi a ribadire il concetto di base di “dare spazio ai fiumi” e della “memoria dell’acqua”; ora esprimiamo un ultimo concetto “la forza di dire no”, no alle costruzioni, no alle opere in determinati luoghi. Poi c’è l’aspetto della manutenzione. La manutenzione e la ricostruzione periodica delle opere richiedono risorse ingentissime, ricordiamo che in Emilia-Romagna abbiamo 3.000 km di arginature”: ha affermato ancora Paride Antolini.
“Sono arrivate le prime piogge e con esse i problemi di un territorio estremamente fragile. I fiumi si ingrossano – ha continuato Antolini – i livelli raggiungono le diverse soglie, gialla, arancione, rossa, i social rilanciano immagini di frane e allagamenti, aumentano le preoccupazioni con ancora nella testa le immagini dell’alluvione in Romagna. Dobbiamo evitare assolutamente le polemiche e remare tutti in una unica direzione per portare a termine quanto prestabilito dalle Ordinanze del Commissario Straordinario di Governo alla Ricostruzione. Il tema della ricostruzione in Romagna è immenso come lo è stato l’evento del maggio 2023, i problemi ci sono ma vanno affrontati e risolti ad ogni livello ed è quello che si sta facendo”.
“Al momento la gran parte degli interventi sono di ripristino per vivere il presente. Per costruire e vivere il futuro occorrono idee illuminate che riescano a non cavalcare le ondate emotive. Prima che tutto il nostro territorio raggiunga un certo livello di sicurezza dovremo affrontare altri momenti più o meno critici in tema di dissesto idrogeologico. A noi geologi, principali fautori della lotta al dissesto idrogeologico, ci aspetta un compito: quello di esserci, quello di far sentire la nostra voce e di non fare come le tre scimmie saggie (non vedo, non sento, non parlo)”: ha concluso il presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia – Romagna.