(Sesto Potere) – Forlì – 23 aprile 2024 – Dopo diversi minuti in cui non si presentava nessuno sui banchi delle forze di maggioranza, alla fine, è saltata la Commissione consiliare d’indagine e studio sull’emergenza alluvione, convocata per oggi pomeriggio alle 16:45, presenti in aula e/o collegate on line anche le parti politiche di Regione Emilia-Romagna, Provincia Forlì-Cesena, Comune di Forlì. Annullata per la mancanza del numero legale.
«Siamo increduli e molto amareggiati» affermano i consiglieri comunali del partito Democratico Elisa Massa, Matteo Zattoni e Soufian Hafi Alemani, presenti in aula e componenti della Commissione, «Per noi era molto importante quest’ultimo incontro della Commissione, fortemente voluto dal Presidente Biondi che ha fatto votare una proroga specifica sulla durata in occasione dell’ultimo Consiglio comunale. Nella seduta di oggi era prevista la conclusione dell’attività della Commissione con l’esame delle risultanze, erano invitate anche le parti politiche di Regione Emilia-Romagna, Provincia Forlì-Cesena, Comune di Forlì, presenti in aula o collegate da remoto. L’assenza di entrambe le forze politiche di maggioranza di questo Comune, Fratelli d’Italia e Lega», continuano i consiglieri, «ribadisce per l’ennesima volta l’assenza di sensibilità e consapevolezza delle gravi conseguenze del tema alluvione nonché una mancanza di rispetto verso famiglie e imprese alluvionate».
«Circa un mese dopo l’alluvione, la Regione Emilia-Romagna presentò al governo Meloni una stima molto precisa dei danni subiti: da quelli dovuti agli allagamenti in pianura, a quelli dovuti alle frane in collina e sugli Appennini. In totale furono segnalati danni per 8,8 milioni di euro, di cui 4 miliardi per il ripristino di infrastrutture e opere pubbliche come strade, ponti, argini dei fiumi e canali. Nell’immediato furono aperti cantieri per le opere urgenti, soprattutto per riaprire strade interrotte da allagamenti e frane. Con un primo decreto della fine di maggio 2023 erano stati promessi 2,2 miliardi di euro poi incredibilmente ridotti ad 1,6 miliardi di cui 620 milioni per la cassa integrazione nelle aziende, 250 milioni per il sostegno ai lavoratori autonomi e 300 milioni per aiutare le esportazioni delle aziende. La maggior parte delle aziende riuscì’ ad aprire senza fare ricorso alla cassa integrazione e quindi questi soldi ritornarono nelle casse dello Stato. Nessuna somma venne stanziata per i privati cittadini che avevano subito i danni da alluvione. Così la Regione Emilia-Romagna provvide a dare ai 36.000 alluvionati un contributo di 3.000 euro per fare fronte alle spese immediate i 2 contributi CAS e CIS per le persone sfollate costrette a dormire da parenti e amici o negli alberghi. Successivamente la Regione Emilia-Romagna diede un ulteriore contributo di 2.000 euro per le altre spese documentate»: aggiungono Elisa Massa, Matteo Zattoni e Soufian Hafi Alemani.
«In autunno – continuano i consiglieri Dem – il generale Figliuolo ha ritenuto che per i privati, e cioè per i cittadini alluvionati che devono ristrutturare le proprie case, fossero disponibili soltanto 630 milioni di euro per risarcimenti diretti e 700 milioni sotto forma di crediti di imposta, cioè un abbassamento delle tasse. Quindi le persone potranno chiedere al massimo 20.000 euro, mentre le aziende 40.000 euro. Tuttavia, il governo Meloni, sin dalle prime battute, aveva promesso il 100% dei risarcimenti. Quando la macchina dei rimborsi sembrava ormai avviata, i cittadini e gli imprenditori si sono dovuti scontrare con un sistema complesso, indecifrabile e lento. Sto parlando della piattaforma Sfinge, unico mezzo digitale per poter chiedere i rimborsi. Viste le oggettive difficoltà, la piattaforma Sfinge è stata alleggerita e semplificata dalla Regione Emilia-Romagna e infatti i dati aggiornati dicono che, ad oggi, hanno presentato la domanda 1.900 persone. Attualmente queste domande sono sospese e in fase di valutazione da parte del Comune. Secondo Alessandra Bucchi, presidente del Comitato Vittime del Fango, gli assegni firmati da Figliuolo sono pochissimi e non tutti a Forli: ne risultano soltanto una decina, di cui 5 a Ravenna».
«Continua a regnare l’incertezza. Molte persone hanno pagato perizie da allegare alla domanda che non si sa se verrà accolta. Siamo in primavera, periodo di dichiarazioni dei redditi, e ancora non ci sono indicazioni sul credito di imposta annunciato lo scorso autunno. Non c’è certezza sul rimborso dei beni mobili per il quale il generale Figliuolo è stato tassativo nel dire che alcun ristoro sarà concesso nonostante le ripetute richieste della Regione Emilia-Romagna. Il Presidente Bonaccini ha più volte detto che senza il rimborso dei beni mobili non ci potrà mai essere un rimborso al 100%, come invece promesso dal governo Meloni. Lo stesso Bonaccini ha più volte ribadito che non ci potremo sentire soddisfatti finché non saranno rimborsati i beni mobili. Figliuolo aveva promesso una nuova ordinanza che avrebbe dovuto essere operativa dal 15 aprile e che doveva servire a semplificare il meccanismo di presentazione delle domande. Il pensiero oltre ai rimborsi, tuttavia, va anche al ripristino, alla messa in sicurezza e agli interventi strutturali dei territori martoriati dall’alluvione e dei tanti altri territori a rischio. Parliamo degli argini, dei canali»: evidenziano Elisa Massa, Matteo Zattoni e Soufian Hafi Alemani.
«Lo sguardo va, forza maggiore, ai Comuni confinanti con Forlì in cui, invece, questi interventi sono stati avviati pochi giorni dopo l’alluvione, successivamente alle prime massicce e mirate operazioni di pulizia della città da fango e detriti. Ebbene, questi Comuni hanno ormai definito anche gli ultimi lavori strutturali, di ripristino e di messa in sicurezza. Ci chiediamo per quale motivo il nostro Comune sia invece rimasto inerme, per quale motivo non abbia avviato alcun lavoro mirato a proteggere la nostra città da un eventuale evento anche soltanto simile all’alluvione dello scorso anno. Come mai non ha iniziato ad operare con interventi strutturali, con piani operativi ed attuativi sui territori alluvionati e a rischio? Ci chiediamo ancora oggi se il Comune di Forlì e la sua giunta abbiano una reale stima dei danni subiti dal nostro territorio e se si siano resi conto di quali e quanti interventi a un anno di distanza si sono sommati e moltiplicati. Eppure la giunta poteva e doveva operare sin da subito. Ne aveva l’autorità e il potere. Invece ha scelto di rimanere inerte e a un anno di distanza dall’alluvione non possiamo fare altro che continuare a piangere i nostri morti e continuare a guardare i nostri territori devastati dall’alluvione, encomiando invece l’enorme lavoro svolto dai Comuni vicinissimi a Forlì che hanno subito la stessa tragedia ma che, con enorme sforzo, hanno saputo ridare decoro, sicurezza alla propria città e dignità ai propri cittadini.»: concoludono i consiglieri comunali del partito Democratico Elisa Massa, Matteo Zattoni e Soufian Hafi Alemani.