(Sesto Potere) – Bologna – 20 giugno 2024 – “È arrivata da Palazzo Chigi una lettera per avere il mio assenso sulla proroga al 31 dicembre del Generale Figliuolo quale Commissario straordinario alla ricostruzione post alluvione in Emilia-Romagna, incarico in scadenza a fine giugno. Via libera che ho ovviamente accordato, vista la stima e la collaborazione con Figliuolo e per leale collaborazione istituzionale. Mi sarei aspettato almeno una telefonata nei giorni scorsi o in queste ore, ma nemmeno hanno sentito il dovere di farlo. A proposito di rispetto istituzionale nei confronti di chi ha subito e vissuto un anno fa una tale tragedia”: lo comunica e commenta nella sua pagina social il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.
“Colgo allora l’occasione per ribadire al Governo come, a ormai tredici mesi dall’alluvione del maggio scorso, proprio non ci siamo. Non solo il credito d’imposta per la ricostruzione, che avevamo chiesto fin dal primo giorno, rimane inattuato in qualche cassetto ministeriale, ma i rimborsi dei beni mobili per i cittadini che hanno perso tutto sono totalmente insufficienti. Il Governo, dalla presidente Meloni in giù, si era impegnato a risarcire il 100% dei danni subiti. Ora il decreto in discussione al Senato fissa il tetto forfettario a 6.000 euro per i beni mobili: arredi, elettrodomestici, ecc. Escludendo ancora una volta i veicoli. Se proprio non vogliono o non riescono a garantire il 100% di rimborso dei danni, come invece accaduto dopo il terremoto che colpì l’Emilia, noi chiediamo di alzare questi rimborsi almeno a 30.000 euro, perché non sia una presa in giro per le famiglie alluvionate”: è la proposta di Bonaccini, già sollecitata da altri sindaci (De Pascale di Ravenna, per esempio) dei territori colpiti dall’alluvione del maggio 2023.
“Abbiamo anche chiesto di sbloccare una volta per tutte i soldi del PNRR – 1,2 miliardi di euro – annunciati in pompa magna cinque mesi fa per la ricostruzione pubblica: passa il tempo, i soldi non si vedono e rischiamo di perdere un’altra estate per fare lavori urgenti. È semplicemente surreale che, proprio nel momento in cui la Camera approva il cosiddetto Ddl Calderoli sull’autonomia differenziata – un provvedimento peraltro sbagliato e divisivo -, il Governo continui ad accentrare sempre più nelle sue mani la gestione di tutto, a partire dalla ricostruzione, tagliando fuori Regione e Comuni. Un’impostazione sbagliata che li ha portati a una sonora bocciatura da parte degli elettori dell’Emilia-Romagna dieci giorni fa, dove hanno perso nella quasi totalità dei Comuni chiamati al voto in Romagna. Consiglierei meno arroganza e più confronto”: conclude il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.