(Sesto Potere) – Forlì – 19 febbraio 2024 – “La Lega e la maggioranza della Meloni vanno all’assalto della biodiversità italiana con un progetto di legge che vuole peggiorare le norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio. Il progetto di legge, già approvato in ottava commissione Agricoltura, è costruito per il semplice divertimento dei cacciatori e in violazione alle direttive dell’Unione europea in materia di protezione della fauna selvatica disattende ogni principio di conservazione della fauna, mettendo a rischio la sopravvivenza delle specie. In particolare viene previsto l’ampliamento della stagione venatoria nel mese di febbraio e si potranno dunque abbattere gli uccelli migratori nel delicato periodo della migrazione pre-riproduttiva, del tutto in contrasto con le direttive europee e l’autorevole parere di ISPRA, che prevedono che la data di apertura e di chiusura della caccia ad una specie dipenda dal periodo della sua migrazione. Al contrario sarebbe necessario anticipare almeno al 20 gennaio la chiusura della caccia, per evitare in questo modo l’abbattimento di individui che anticipano la migrazione verso nord, specialmente i maschi adulti, destrutturando e sbilanciando le popolazioni e mettendone a rischio la sopravvivenza”: lo scrivono in una nota congiunta Maria Grazia Creta e Marisa Fabbri di Alleanza Verdi e Sinistra Forlì.
“Il progetto di legge prevede inoltre l’eliminazione delle giornate di silenzio venatorio, permettendo di cacciare sette giorni su sette, eliminando anche quella minima salvaguardia che limita la mortalità durante lo svernamento, quando le condizioni ambientali sono più difficili e gli animali più vulnerabili. Naturalmente, non poteva mancare il principio di “meno regole e meno controlli”: i cacciatori potranno sparare in ogni forma consentita su tutto il territorio nazionale con visori notturni, che consentono l’attività anche al buio, limitando le possibilità di sopravvivenza degli animali in orari molto più difficili da monitorare, con grave rischio anche per le persone. Ciliegina sulla torta è l’agevolazione agli atti di bracconaggio, con il cambio della definizione di richiami vivi, che da animali selvatici diventano per magia animali domestici: in questo modo, cambiando i termini e il significato delle parole, si depenalizzano attività contro le quali le forze di Polizia provinciali hanno duramente lottato anche in Romagna. Solo da pochi anni, infatti, sono state faticosamente smantellate una serie di attività di catture illecite che immettevano nel mercato nero dei richiami vivi migliaia di uccelli selvatici, determinando anche l’arresto di alcuni bracconieri tra le province di Forlì-Cesena e Ravenna”: aggiungono Maria Grazia Creta e Marisa Fabbri.
“Il progetto di legge si schiera palesemente a favore dell’universo della deregolamentazione e apre una vera autostrada a nuove procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea, con una conseguenza irreparabili sulla distruzione della biodiversità. Per questo motivo ci opponiamo a tutti i livelli, da quello parlamentare a quello locale con attività di sensibilizzazione, a questo progetto scellerato, e invitiamo i cittadini a prenderne coscienza e a sostenere sia le associazioni ecologiste che si stanno mobilitando, come la LIPU che ha aperto una raccolta di firme, sia le candidature che hanno a cuore questo tema”: concludono le due esponenti di Alleanza Verdi e Sinistra Forlì.
Contro il nuovo progetto di legge sulla caccia si sono già mobilitate chiedendone il ritiro le associazioni Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Leidaa, Lipu, Lndc Animal Protection, Oipa, Federazione Nazionale Pro Natura e Wwf Italia, che hanno delineato le loro motivazioni contrarie nel corso di un audizione che si è tenuta nella Commissione Agricoltura della Camera.