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Allagamenti, esondazioni e grandinate. Legambiente: in 13 anni il 67% degli eventi meteo estremi ha causato danni 

(Sesto Potere) – Roma – 5 ottobre 2023 – Dalla siccità alle alluvioni, dalle grandinate agli allagamenti. Anche in Italia l’acqua è sempre più al centro della crisi climatica. Dal 2010 al 31 agosto 2023 nella Penisola su 1.855 eventi meteorologici estremi, ben il 67% ha visto per protagonista la risorsa idrica con 667 allagamenti, 163 esondazioni fluviali, 133 danni alle infrastrutture da piogge intense, 120 danni da grandinate, 85 frane da piogge intense, 83 danni da siccità prolungata.

 Tra le regioni più colpite: Sicilia e Lombardia con 146 eventi ed Emilia-Romagna con 120. 

Tra le città spiccano Roma, con 65 eventi, Milano 32, Agrigento 24, Bari 24, Genova 20, Palermo 17, Napoli 17, Ancona 14, Bologna 11, Modena 10, Torino 10.

Una Penisola che si trova a fare i conti sempre di più con gli effetti della crisi climatica, i danni per eccesso o mancanza d’acqua; ma anche con la fragilità di un territorio in gran parte a rischio frane e alluvioni e dove spesso la qualità dell’acque non è delle migliori come ricorda il problema cronico della maladepurazione, che è costato sino ad ora all’Italia oltre 142 milioni di euro in sanzioni pecuniarie, o l’inquinamento chimico di fiumi e falde.

A scattare la fotografia con nuovi dati alla mano è Legambiente che in occasione del V Forum Acqua dal titolo “La transizione ecologica dell’acqua”, organizzato ieri a Roma, ha fatto il punto sulla risorsa idrica tra ritardi e problemi da affrontare, in primis crisi climatica, fragilità del territorio e maladepurazione, indicando quella che per lei è la strada da seguire da qui ai prossimi anni in termini di gestione dell’acqua. Il Forum Acqua – realizzato in collaborazione con Utilitalia, il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e della Regione Lazio, partner principale Assocarta, partner A2A – ha visto confrontarsi esperti del settore e rappresentanti del mondo politico e istituzionale.  Tra i presenti i commissari straordinari Fatuzzo, Dell’Acqua, e Legnini. Il commissario Figliuolo ha inviato un messaggio che è stato letto nel corso dell’evento.

Il Forum Acqua è stato anche il primo grande appuntamento autunnale in vista del XII Congresso nazionale di Legambiente in programma l’1, 2, 3 dicembre a Roma all’Auditorium Massimo.

“Quanto sta accadendo in Italia ma anche nel resto del mondo – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – in termini di crisi climatica ci deve far riflettere. Occorre cambiare approccio di gestione dell’acqua passando da una gestione lineare a una circolare e ad un approccio sempre più integrato che, oltre alla maggiore efficienza delle infrastrutture idriche e della gestione degli usi idropotabili, intervenga sui diversi utilizzi della risorsa e sulla razionalizzazione dell’intero ciclo di vita dell’acqua, anche nella sua impronta ‘invisibile’. È questa la vera sfida su cui il nostro Paese deve lavorare, per questo oggi abbiamo lanciato questo appello ai quattro commissari che si trovano a fare i conti con il tema acqua nelle sue diverse declinazioni”.

“Dal 2012 ad oggi – spiega il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – gli investimenti nel settore idrico sono aumentati del 227%, raggiungendo i 4 miliardi annui e i 56 euro per abitante. Ma il gap con la media europea di 100 euro annui per abitante resta ampio, soprattutto nei territori nei quali non operano soggetti industriali. Di conseguenza, come Utilitalia ci siamo fatti promotori di quattro proposte di riforma del settore che prevedono il subentro delle Regioni nei territori nei quali persistono le gestioni in economia, l’introduzione di parametri di verifica per responsabilizzare i gestori, le aggregazioni fra aziende e l’allargamento del perimetro del Servizio Idrico Integrato nell’ottica di un approccio integrato fra i diversi usi. In questo modo siamo convinti di poter raggiungere l’obiettivo 100, arrivando a un centinaio di gestori di media/grande dimensione e a un livello di investimenti di 100 euro l’anno per abitante”.

Legambiente indirizza ai quattro commissari straordinari Fatuzzo, Dell’Acqua, Figliuolo e Legnini le sue proposte per una transizione ecologica della risorsa idrica: “In Italia approccio di gestione troppo a compartimenti stagni e senza una visione d’insieme. Serve una strategia integrata basata su conoscenza, qualità e integrazione per accelerare la transizione ecologica della risorsa idrica, rendendo sempre più sostenibile la nostra impronta idrica sulla Terra e per assicurare un corretto adattamento alla crisi climatica”.

Sul fronte dissesto idrogeologico, secondo Legambiente occorre dare un ruolo centrale alle autorità di distretto, in stretta sinergia con il MASE, che devono essere messe nelle condizioni di poter avere personale, risorse economiche e “autorità” decisionale sovraordinata rispetto agli altri enti e amministrazioni locali (comuni, regioni, consorzi, gestori del SII ad esempio) per poter garantire quegli aspetti di visone complessiva di gestione del territorio e della risorsa idrica.

E infine, in tema di maladepurazione a parere di Legambiente: occorre completare i lavori della rete impiantisca e prevedere più risorse, visto che i fondi specifici previsti dal PNRR pari ai 600 milioni non sono sufficienti, come sottolineato anche dagli operatori di settore e dalla stessa Commissione Europea. È ora di accelerare il passo con interventi concreti e politiche climatiche lungimiranti. 

Sull’Italia pesano ancora quattro procedure di infrazione per la mancata conformità alla Direttiva Acque Reflue (91/271/CEE).