(Sesto Potere) – Forlì – 6 febbraio 2025 – “Ci vuole molta prudenza quando si parla di partecipazione della Regione Emilia Romagna nella società di gestione dell’aeroporto Luigi Ridolfi. L’esperienza ci insegna che il fallimento è dietro l’angolo.”: così il consigliere comunale di Fdi, Massimiliano Pompignoli, commenta il dibattito apertosi in Regione e tra le forze politiche sulle possibili alleanze con lo scalo di Bologna e il da farsi con la rete dei quattro scali dell’Emilia-Romagna.
“Forlì e Rimini, in diverse forme, hanno già sperimentato il crack di società a partecipazione pubblica di trasporto aereo passeggeri. Non sono troppo lontani i tempi di Seaf e Aeradria, fallite nel 2013 dopo una lunga agonia, caratterizzate dalla partecipazione tra i soci fondatori della Regione Emilia Romagna. Da queste esperienze, dobbiamo imparare con molta concretezza per capire come è possibile intervenire per sostenere e promuovere lo sviluppo del Ridolfi, in stretta sinergia con gli imprenditori che hanno permesso grazie ai loro investimenti la riapertura dello scalo. C’è poi un altro elemento che va preso seriamente, e che riguarda il ‶peso″ economico che la Regione vorrebbe o potrebbe esercitare in una futura partecipazione di viale Aldo Moro nell’ente aeroportuale forlivese. Non credo serva a molto un’interferenza millesimale della Regione nell’attuale società di gestione dello scalo. Approcci di questo tipo mi fanno pensare a Grillo, quanto sollecitava gli iscritti del Movimento del Cinque Stelle a comprare singole azioni di società pubbliche per il solo gusto di dire la propria e frenare così la crescita dell’ente”: afferma Pompignoli.
“Per Forlì ci vogliono risorse importanti e un’alleanza con Bologna che costringa il Marconi a cedere alcune tratte, definendone nero su bianco i limiti di sviluppo. Questo è il vero punto di partenza per un sistema regionale degli aeroporti emiliano romagnolo equo e sostenibile, equilibrato e rispettoso delle vocazioni e dei sacrifici di ogni territorio. Forlì ha tutte le carte in regola, in termini di spazi e infrastrutture, per farsi carico di quel surplus di passeggeri che abbiamo già visto essere un problema piuttosto che un’opportunità per il Marconi. Bisogna vedere se questo approccio, a una società come quella bolognese che è quotata in borsa, piaccia e convenga…”