(Sesto Potere) – Meldola – 14 febbraio 2025 – Sabato 15 febbraio alle 17,30, presso la Galleria Michelacci in via Cavour 60/m, si terrà l’inaugurazione della mostra “Cantico della Nuova Natura – Presidio Artistico Permanente”, con il patrocinio del Comune di Meldola. La mostra, curata da Lucia Chierici e presentata attraverso le immagini di Sebastian Castoro, include le opere di Luigi Impieri, Delio Piccioni e Stefano Ricci.
L’esposizione è l’occasione per far conoscere il “Manifesto per un Presidio Artistico Permanente”, finalizzato alla sostenibilità ambientale, culturale, estetica e sociale.
I tre artisti considerano infatti l’impiego di materiali di scarto come mezzo rigenerativo di un’arte che, se la si vuole definire bella, dovrà comprendere anche il concetto di buono e di giusto. Le opere, esposte in uno spazio storico della città di Meldola, intendono proseguire con i visitatori un dialogo avviato circa un anno fa insieme ad alcuni artisti americani, riuniti in BabylonAts.org.
Il titolo della mostra, “Cantico della Nuova Natura”, nasce dall’idea di volere recuperare due dimensioni dell’arte, che sembrano non essere più in relazione: l’etica e l’estetica. Tutti sanno infatti che l’arte è un linguaggio universale, ancor di più del linguaggio scritto o parlato: essa può pertanto contribuire alla salvaguardia del nostro pianeta e, contemporaneamente, dare a tutti piacere e godimento. Citando il concetto del filosofo Nuccio Ordine: “Non è vero, neanche in tempi di crisi, che è utile solo ciò che produce profitto”.
Al momento inaugurale interverranno anche il Sindaco di Meldola Roberto Cavallucci e l’Assessore alla Cultura Michele Drudi. La mostra sarà aperta dal 15 febbraio a 2 marzo 2025, nei seguenti orari: venerdì dalle 15 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 12,30 e dalle 15 alle 19.
Sabato 2 Marzo alle ore 17:30 è previsto il Finissage dell’esposizione, con la proiezione del cortometraggio di Sebastian Castoro “Presi(da)dio”, che esplora il raptus creativo di tre artisti, isolati nelle loro botteghe, impegnati a modellare le proprie opere destinate a diventare un Cantico absolutus. Ciascuno dei protagonisti affronta la solitudine del processo artistico come una sfida e un’opportunità di auto-rivelazione, in un confronto profondo con il proprio lavoro e con il concetto di arte come unione di etica ed estetica. Le immagini catturano l’intensità del momento creativo, dove la lotta e l’estasi del creare si fondono, dando vita a un’opera che è, al contempo, personale e universale, un canto silenzioso ma potente di ricerca e bellezza.