(Sesto Potere) – Roma – 29 dicembre 2025 – Il 25,7% delle abitazioni intestate a persone fisiche è un patrimonio di «case dormienti», ovvero: non utilizzate. Sono 8,5 milioni di case, che comprendono 5,8 milioni di case non primarie utilizzate per soggiorni brevi o non locate, quasi 1,4 milioni di case prive persino di allacciamento alle reti di energia e acqua e quasi 1,3 milioni di case dagli utilizzi indefiniti e non presenti nelle dichiarazioni dei redditi.
Per l’80% degli italiani immettere nel mercato delle locazioni le «case dormienti» è un’ottima soluzione per espandere l’offerta, per il 14,2% non lo è, mentre il 5,8% non ha un’opinione definita in merito. Condividono questa soluzione l’80,1% degli abitanti nel Nord-Est, l’82,6% nel Nord-Ovest, il 75,2% nel Centro e l’81,3% nel Sud e Isole.
È quanto emerge dal 4° Rapporto Federproprietà-Censis «Case dormienti, una ricchezza sommersa. Proposte per risvegliare il mercato degli affitti non turistici in Italia», realizzato in collaborazione con Fimaa Italia, Immobiliare.it e Locare srl, con il contributo scientifico dell’Enea-Dipartimento Unità Efficienza Energetica (Duee) (*).
La carenza di case per locazioni lunghe e le paure dei proprietari in caso di morosità degli inquilini. Per l’82,9% degli italiani è la paura di non rientrare in possesso della propria abitazione in caso di morosità dell’inquilino a trattenere i proprietari dal locare gli immobili. Condivide tale opinione l’84,8% degli abitanti nel Nord-Ovest, l’83,2% nel Nord-Est, l’83,5% nel Centro e l’80,8% nel Sud e Isole. Per il 66% degli italiani non si devono penalizzare fiscalmente i proprietari che lasciano gli immobili inutilizzati, mentre per il 28,3% sarebbe opportuno e il 5,7% non sa.
Sono contrari a colpire i proprietari di case vuote il 68% nel Nord-Ovest, il 59,7% nel Nord-Est, il 66,5% nel Centro e il 67,8% nel Sud e Isole. Per l’86,4% dei cittadini, poi, le procedure di sfratto, in caso di morosità, vanno di molto accelerate. E, ancora, è l’84% degli italiani ad essere favorevole all’introduzione di una «Banca dati nazionale degli inquilini morosi». Condivide la proposta l’83,2% nel Nord-Ovest, l’86,1% nel Nord-Est, l’83,9% nel Centro e l’83,4% nel Sud e Isole.
La pressione degli affitti brevi per turisti. Sono 691.372 le strutture ricettive registrate nella Banca dati del Ministero del Turismo: oltre il 71% sono alloggi privati in affitto gestiti in forma non imprenditoriale. Molto più alta è la pressione su alcune aree delle maggiori città turistiche. A Roma per 1.000 abitanti nell’area del Centro Storico gli annunci per affitti brevi sono 105, la media cittadina è 12; a Milano per 1.000 residenti nel Centro Storico ci sono 35 annunci, con una media cittadina pari a 13; a Firenze per 1.000 abitanti gli annunci per affitti brevi nel Centro storico sono 139, mentre sono 33 a livello comunale; a Venezia per 1.000 abitanti gli annunci di affitti brevi nell’area Venezia-Burano-Murano (Venezia insulare) sono 105, la media del comune è 32.
Bollette pesanti e voglia di investire nelle Case Green. Per il 76,9% degli italiani le bollette dell’energia pesano troppo sul budget familiare: accade in particolare all’81,7% dei redditi bassi, all’83,4% dei medio-bassi, al 70,9% dei medio-alti e al 59,7% dei più alti. Il 54,4% degli italiani è propenso a investire per rendere la propria casa più green, il 36,2% no, il 9,4% è indeciso. L’82,6% è convinto poi che investire nella Casa Green ne innalzi il valore economico. Tuttavia, per l’83,3% degli italiani gli incentivi pubblici per la Casa Green sono troppo complicati e poco accessibili.
L’accesso alla casa. Per il 94,1% degli italiani senza supporto familiare è molto difficile per tanti giovani acquistare casa. Lo pensa il 91,5% dei giovani, il 94,9% degli adulti e il 94,8% degli anziani. E anche il 92,6% dei redditi bassi, il 94,2% di quelli medio-bassi, il 94,9% dei medio-alti e il 95,6% dei redditi alti. Per il 92% degli italiani occorrono misure per agevolare l’accesso alla proprietà della prima casa, perché rassicura le persone e genera stabilità nella società. A pensarlo è il 90,6% dei giovani, il 92,6% degli adulti e il 91,8% degli anziani.
Meno famiglie in condizione di grave disagio abitativo. Le persone che vivono in case inadeguate o fatiscenti erano il 9,5% nel 2014 e sono scese al 5,6% nel 2024. Nel Nord si è passati dal 7,7% al 4,9%, al Centro dal 9,7% al 6,4% e nel Sud e Isole dall’11,8% al 6,1%. Inoltre, tra 2014 e 2024 le quote di famiglie con abitazioni con strutture danneggiate sono diminuite dal 13,2% al 9,8%, quelle con problemi di umidità dal 19,9% al 12,9% e quelle con scarsa luminosità dal 7,5% al 7,3%.
Info. (*) Questi sono i principali risultati del 4° Rapporto Federproprietà-Censis «Case dormienti, una ricchezza sommersa. Proposte per risvegliare il mercato degli affitti non turistici in Italia», realizzato in collaborazione con Fimaa Italia, Immobiliare.it e Locare srl, con il contributo scientifico dell’Enea-Dipartimento Unità Efficienza Energetica (Duee), e presentato nei giorni scorsi a Roma.

