(Sesto Potere) – Cesenatico – 17 dicembre – Ci saranno anche i rappresentanti delle cooperative della pesca associate a Legacoop Romagna giovedì 18 dicembre a Bruxelles per manifestare contro le restrizioni imposte dall’Unione Europea, che rischiano di compromettere la sopravvivenza di un comparto con forte valore economico e sociale per il territorio.
Per affrontare le criticità, nei giorni scorsi Legacoop Romagna ha organizzato a Rimini un incontro con gli europarlamentari PD Giuseppe Lupo, membro della commissione pesca del Parlamento UE, e Stefano Bonaccini, insieme alle cooperative della pesca e dell’acquacoltura aderenti a Legacoop Romagna ed Estense.
All’incontro hanno partecipato la responsabile nazionale pesca e acquacoltura di Legacoop Elena Ghezzi, i responsabili territoriali di Legacoop Romagna, Mirco Bagnari e Giorgia Gianni, di Legacoop Estense, Arianna Silvestri, e le cooperative Nuovo Conisub, La Fenice e Cooperativa Luigi Penso di Cervia, Casa del Pescatore di Cesenatico, Lavoratori del Mare di Rimini, Casa del Pescatore e MARE di Cattolica.
L’iniziativa nasce dalle proposte della Commissione europea sulla pesca per il 2026, che per il secondo anno consecutivo vede una riduzione dello sforzo ittico, soprattutto per lo strascico. L’Italia dovrebbe diminuire drasticamente le giornate in mare e rispettare nuovi limiti su specie ad alto valore commerciale. Per l’Adriatico il quadro è particolarmente critico: –64% per lo sforzo a strascico, –25% per i palangari, tagli alle catture di gamberi, alici e sardine e un ulteriore –12,9% per lo strascico locale.
Le cooperative hanno segnalato anche difficoltà burocratiche, come l’obbligo di dotarsi entro gennaio di dispositivi di localizzazione VMS e di aggiornamenti software, pena il fermo delle imbarcazioni.
A ciò si aggiunge l’emergenza del granchio blu, che sta devastando la molluschicoltura, e la richiesta di ampliare le quote di tonno rosso, ormai molto diffuso e predatorio nell’Adriatico.
Altri temi affrontati, la tutela della pesca a traino, l’impatto del cambiamento climatico, la tracciabilità dei prodotti e i controlli sulle importazioni extra UE.
Gli europarlamentari Bonaccini e Lupo hanno ribadito la necessità di superare politiche basate solo su restrizioni, adottando un approccio alla sostenibilità che tenga insieme ambiente, economia e dimensione sociale, fondato su dati scientifici.
Hanno inoltre giudicato insufficienti i 2 miliardi previsti dal Quadro finanziario pluriennale per la pesca, chiedendo maggiori risorse e fondi dedicati alla competitività, utili per investimenti in energia, innovazione e rinnovamento della flotta.
Legacoop ha espresso apprezzamento per l’ascolto degli europarlamentari.
Da sottolineare anche il risultato positivo concluso nell’ambito del complesso negoziato nel Consiglio Agrifish a Bruxelles che ha portato, per il Mediterraneo occidentale, ad una revisione della proposta iniziale della Commissione Europea, passando da un taglio delle giornate di pesca del 64% al 39%, con un impegno a mettere in campo un pacchetto di misure di compensazione per neutralizzare la riduzione dello sforzo di pesca e garantire agli operatori del settore una prospettiva sostenibile per il 2026. Questo risultato è stato possibile grazie al contributo fondamentale e costruttivo fornito alla delegazione italiana dalle associazioni e, in particolare, di Legacoop Agroalimentare.
L’auspicio è che queste misure trovino applicazione anche per il mare Adriatico, oltre che mettere in campo, già nel prossimo Quadro finanziario 2028-2034, risorse adeguate per un settore strategico dell’economia blu.
Alcuni dati sul comparto ittico emiliano-romagnolo.
In provincia di Ravenna la filiera ittica rappresenta una valore aggiunto pari a oltre 14 milioni di euro con 158 imprese attive, di cui 86 relative al settore pesca, 20 in ambito acquacoltura e 52 specializzate nel commercio e lavorazione del prodotto ittico e con un numero di occupati pari a circa 500 unità. Il 2% di queste imprese è a guida femminile e il 13% è guidato da under-35.
In provincia di Forlì-Cesena il settore si compone di 86 imprese attive (comprensive di quelle praticanti acquacoltura). Nel corso del 2024, nel Mercato ittico di Cesenatico sono stati commercializzati 8.888 quintali di prodotto (-5,5% rispetto all’anno precedente) per un valore di 7,2 milioni di euro (+15,3%). La minore offerta di mercato ha comportato un incremento del prezzo medio del 22%.
Nella provincia di Rimini il comparto della pesca rappresenta un settore tipico, con la pesca marittima quale attività prevalente. Il comparto conta 182 imprese attive con una dimensione media di 3 addetti. Nel Mercato ittico di Rimini, nel corso del 2024, sono stati commercializzati 15.475 quintali di prodotto (-0,7% rispetto all’anno precedente), per un valore di 10,7 milioni di euro (+8,0% in termini nominali). Il prezzo medio del pescato (pari a 6,90 €/kg) è in aumento dell’8,8% rispetto a quello medio rilevato nel 2023.
Per l’area del Delta del Po, a fronte dei 1700 addetti – attivi prima della proliferazione incontrollata del granchio – attualmente circa la metà degli addetti resiste alla crisi socio-economica e continua a richiedere azioni strategiche.

