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La Cucina italiana è patrimonio Unesco, Emilia-Romagna protagonista grazie alle sue 44 Dop e Igp agroalimentari

(Sesto Potere) – Roma – 10 dicembre 2025 – “La Cucina Italiana è Patrimonio dell’Umanità. Oggi l’Italia ha vinto ed è una festa che appartiene a tutti perché parla delle nostre radici, della nostra creatività e della nostra capacità di trasformare la tradizione in valore universale”. Così il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, commentando il riconoscimento dell’Unesco alla Cucina Italiana Patrimonio dell’Umanità.

“Questo riconoscimento celebra la forza della nostra cultura che è identità nazionale, orgoglio e visione – prosegue il Ministro Lollobrigida -. La Cucina Italiana è il racconto di tutti noi, di un popolo che ha custodito i propri saperi e li ha trasformati in eccellenza, generazione dopo generazione”.

Il 23 marzo 2023, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste e il Ministero della Cultura avevano lanciato la candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco, con le comunità promotrici e partner: l’Accademia Italiana di Cucina (1953), la Fondazione Casa Artusi (2007), e la Rivista La Cucina Italiana (1929).

Il 10 novembre 2025 s’è registrato il primo parere tecnico positivo dell’UNESCO sul dossier “La Cucina Italiana, tra sostenibilità e diversità bioculturale”, infine oggi, 10 dicembre 2025, la decisione finale – positiva – del Comitato intergovernativo UNESCO a Nuova Delhi.

“La Cucina italiana patrimonio Unesco è un grande risultato del nostro Paese, che ancora una volta mette in rilievo non solo qualità e la bontà dei nostri prodotti e dei nostri piatti ma il valore culturale della nostra cucina, che nasce nelle famiglie, diventa patrimonio delle comunità, si eleva a biglietto da visita internazionale grazie alle competenze e all’arte dei nostri chef e ristoratori, che ne sono interpreti in tutto il mondo”.

Così l’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Alessio Mammi, commenta il riconoscimento della Cucina italiana che entra da oggi nei patrimoni culturali immateriali dell’umanità con voto unanime del Comitato intergovernativo dell’Unesco riunito a New Delhi, in India.

“L’Emilia-Romagna è protagonista di questo cammino, grazie alle sue 44 Dop e Igp: prodotti straordinari che ancora una volta mettono in luce la ricchezza enogastronomica del nostro territorio, le sue tradizioni, i produttori, le storie di cucina e di cibo- aggiunge Mammi-. Trovo sia un riconoscimento straordinario, ottenuto grazie all’impegno di tutti, a partire dagli agricoltori, poi da chi trasforma gli alimenti in piatti da gustare ovvero gli chef, e anche di Casa Artusi che da Forlimpopoli porta in tutto il mondo la cultura di Pellegrino Artusi, il padre della cucina italiana, e che ha contributo a costruire il valore e i contenuti di questo importante percorso”.

“Ora credo sia giusto che l’Italia valorizzi al meglio questo riconoscimento- chiude l’assessore Mammi-, tutelando i propri prodotti e i propri piatti, e allo stesso tempo promuovendoli in tutto il mondo, raccontando la storia e il valore delle imprese alimentari, dei consorzi, della ristorazione, del sistema enologico. La bellezza del nostro Paese si può raccontare al meglio e promuovere proprio attraverso il cibo”.

L’Emilia-Romagna è la prima regione italiana per numero di indicazioni geografiche, superando le altre regioni europee, con  19 DOP (Denominazione di Origine Protetta) e 25 IGP (Indicazione Geografica Protetta).

Il comparto cibo include: salumi (Prosciutto di Parma DOP, Mortadella Bologna IGP, Culatello di Zibello DOP), formaggi (Parmigiano Reggiano DOP, Grana Padano DOP), ortaggi e frutta (Asparago Verde di Altedo IGP, Pera dell’Emilia-Romagna IGP, Ciliegia di Vignola IGP, Anguria Reggiana IGP) e prodotti trasformati (Aceto Balsamico di Modena IGP, Piadina Romagnola IGP).

Con il comparto vino ugualmente importante con 30 denominazioni tra DOC e DOCG (es. Lambrusco DOP, Pignoletto DOP, Romagna DOC).

Il settore DOP/IGP dell’Emilia-Romagna genera un valore di miliardi di euro, grazie anche a settori chiave come quello caseario e dei salumi, con un impatto significativo sull’economia nazionale.