(Sesto Potere) – Longiano – 25 novembre 2025 – Un evento imperdibile per gli amanti dell’arte: sabato 29 novembre alle ore 16.30, nella Sala dell’Arengo del Castello Malatestiano di Longiano, la Fondazione Tito Balestra ospita, in anteprima per l’Emilia-Romagna la presentazione del volume “Toti Scialoja. Catalogo generale dei dipinti e delle sculture 1940–1998”, pubblicato da Silvana Editoriale e curato da Giuseppe Appella.
Toti Scialoja, all’anagrafe Antonio Scialoja, è stato un pittore e poeta italiano. Dopo un periodo espressionista, si è orientato verso un linguaggio pittorico astratto-concreto con una forte carica materica
Il monumentale catalogo, frutto di oltre tre anni e mezzo di lavoro, ricostruisce 58 anni di vita e di ricerca di uno dei più eclettici protagonisti dell’arte italiana del Novecento. Un lavoro di grande valore scientifico e documentario che ha permesso di rintracciare opere dimenticate, disperse o in collezioni private, restituendo un quadro completo della produzione di Scialoja.
Alla presentazione interverranno, insieme al curatore Giuseppe Appella, Arnaldo Colasanti, presidente della Fondazione Scialoja e Pier Giovanni Castagnoli, storico e critico d’arte.

L’incontro sarà anche un’occasione per ricordare l’amicizia e la stima reciproca tra Toti Scialoja e Tito Balestra, uniti da profonde affinità poetiche e dal comune rispetto per maestri come Giorgio Morandi e Mario Mafai.
L’appuntamento rientra nel programma culturale promosso dalla Fondazione Tito Balestra Onlus, da sempre impegnata nella valorizzazione dell’arte moderna e contemporanea e nel mantenere vivo il dialogo tra artisti, studiosi e pubblico.
Come sempre, il consiglio è di arrivare con un po’ di anticipo per visitare le mostre temporanee in corso: 100×100 Mosaico, installazione inserita nel percorso della Biennale del Mosaico di Ravenna; la mostra dei libri d’artista realizzati dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna; e naturalmente la collezione permanente del Castello Malatestiano, tra le più importanti dell’Emilia-Romagna per quanto riguarda l’arte del Novecento.
Il catalogo generale dei dipinti e delle sculture di Toti Scialoja (Roma, 1914 – 1998), in 768 pagine documenta l’opera su tela e occasionalmente su altri supporti rigidi, e le sculture realizzate dall’artista tra il 1940 e il 1998.
L’ampio corpus di opere (2764) viene ricostruito partendo dalla collezione dell’artista e da una assortita messe di cataloghi, libri, fotografie d’epoca spesso annotate e documenti (in primis la vasta corrispondenza) raccolti dall’artista nel corso dei decenni, patrimonio della Fondazione Toti Scialoja di Roma e oggetto di un fondamentale e certosino lavoro di studio che ha permesso di rintracciare, oltre a mostre e voci bibliografiche inedite, opere disperse o dimenticate e di ricostruirne i passaggi collezionistici.
A questo si affianca il puntuale regesto biografico, che permette di ricomporre le tante vicende che hanno visto Toti Scialoja protagonista di disparate espressioni nella cultura del suo tempo: in primis artista, ma anche docente e direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma – dove ebbe come allievi molti artisti contemporanei tra i quali Pino Pascali, Jannis Kounellis e Giosetta Fioroni – e teorico del proprio lavoro, spaziando in più campi espressivi come la poesia, la critica d’arte e letteraria, il teatro, capace di passare sempre “accanto alle esperienze degli altri senza lasciarsi tentare da una strada già tracciata”. Negli anni, Scialoja allarga la sua attività alle esperienze più avanzate della ricerca artistica internazionale stringendo un lungo sodalizio con de Kooning, Cy Twombly, Rothko, Guston e Motherwell che gli permettono di approdare nei territori della gestualità e della matericità espresse, ad esempio, ne La caccia n. 1 del 1955 “primo quadro dipinto con uno straccio intriso di colore al posto del tradizionale pennello”.

