venerdì, Novembre 21, 2025
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Legacoop presenta i dati sul lavoro in Romagna – 800 posti senza copertura

(Sesto Potere) – Forlì – 21 novembre – Autisti, saldatori, macellai, operatori socio-sanitari, addetti alle vendite, operai, braccianti, ma anche quadri e tecnici: a novembre 2025, sono quasi 800 i posti di lavoro nelle cooperative romagnole che non riescono ad essere coperti, ormai da anni. Il 32% di queste posizioni sono nel settore della Produzione e Servizi, il 30% nel Sociale, il 20% nella Grande distribuzione organizzata, il 17% nell’Agroalimentare e l’1% nelle imprese che si occupano di cultura, media e comunicazione. Sono una parte significativa del fabbisogno complessivo delle cooperative di Legacoop Romagna, che nel periodo aprile-dicembre era stato di 5.041 lavoratori nel 2025, 4.900 nel 2024 e 3.300 nel 2023 (4.400 di media).  La stagionalità incide per il 70%.

Questi i dati emersi dall’osservatorio del Centro Studi della Cooperazione di Legacoop Romagna, illustrato dalla responsabile, Simona Benedetti questa mattina all’Apofruit di Cesena, nel corso di una direzione associativa dedicata al tema del lavoro. 

In tale occasione Legacoop ha presentato un nuovo progetto di formazione all’estero avviato insieme all’agenzia per il lavoro Randstad, che ha stabilito rapporti di ricerca e selezione all’estero, in Africa, Est Europa, India e America Latina. 

Il “Crossboarding”, questo il nome del percorso presentato dal referente del gruppo Randstad Arnaldo Carignano, utilizza gli strumenti normativi dell’articolo 23 del Testo Unico sull’Immigrazione e mette a disposizione programmi per il comparto metalmeccanico e manifatturiero, le costruzioni, l’ICT, ma anche la sanità: infermieri, medici e operatori sanitari. 

Randstad si occupa di siglare le partnership internazionali, del reclutamento, della selezione e della formazione, curando tutte le pratiche e i colloqui sul posto. Sono compresi la presa in carico – inclusa la gestione delle pratiche per il trasferimento e la ricerca della casa –, il “training” linguistico e il monitoraggio all’arrivo. Il tutto, sapendo che la competizione internazionale per attrarre talenti è molto forte, soprattutto da Germania, Spagna, Canada e Medio Oriente. Servono 6-8 mesi per selezionare i candidati, formarli e portarli in Italia.

«Con la rilevazione odierna – dice il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi – abbiamo inteso fotografare i “posti vacanti” ad oggi, ma anche offrire la soluzione concreta a un problema ormai cronico, che sta mettendo a serio rischio lo sviluppo economico locale e nazionale, incidendo negativamente sulla qualità della vita di ognuno di noi. La narrazione di questi ultimi anni è stata di una forte attrattività dell’Italia per i lavoratori stranieri: sappiamo, purtroppo, che non è più così. Servono progetti precisi e soluzioni ai problemi che le imprese devono affrontare per attirare persone dall’estero, come lingua, casa e livello retributivo. L’indagine conferma che solo una politica migratoria seria e lungimirante, tesa all’accoglienza dei lavoratori stranieri, in grado di integrare efficacemente lavoro, abitazione e una offerta dignitosa di attività rivolte alla socialità, potrebbe sostenere realmente lo sviluppo delle imprese romagnole e la tenuta della nostra economia». 

«Un dato emerso dalle cooperative – sottolinea Simona Benedetti – è che le posizioni vacanti potrebbero essere ricoperte da lavoratori, formati, provenienti dall’estero, in più di otto casi su dieci. Questo è vero per gli addetti alla produzione, ma anche per le posizioni di carattere impiegatizio. A rilevare questo bisogno sono soprattutto le cooperative sociali, di costruzioni, le industriali e le imprese di servizi, che rappresentano la grande maggioranza di chi sarebbe disposto ad assumere lavoratori di origine straniera».