(Sesto Potere) – Milano, 20 novembre 2025 – Astolfi 15.70, società di consulenza e comunicazione strategica per il Terzo Settore, ha analizzato i dati del nuovo rapporto “Noi Doniamo 2025”, dell’Istituto Italiano della Donazione (IID), tracciando una fotografia dettagliata del dono in Italia. Dall’analisi emerge una tendenza chiara: crescono le donazioni formali, che raggiungono quasi 7,5 miliardi di euro, e aumenta la partecipazione attiva, con quasi 6 milioni di cittadini impegnati nel volontariato.
IL COMMENTO
“I dati confermano che il dono in Italia non solo resiste ma evolve” – commenta Natascia Astolfi, responsabile di Astolfi 15.70 -. “Il donatore è sempre più consapevole e informato. Le organizzazioni del Terzo Settore devono saper dialogare con questa nuova sensibilità: trasparenza, fiducia e coinvolgimento sono oggi le chiavi per costruire comunità solidali e sostenibili”.
L’IDENTIKIT DEL DONATORE
Nel 2024 gli italiani che hanno donato denaro ad un’associazione almeno una volta nell’anno sono l’11,6% della popolazione sopra i 14 anni, vale a dire oltre 6 milioni di donatori, dato in crescita rispetto all’11% del 2023. Si registra inoltre un aumento del 9,8% delle donazioni, per un totale di quasi 7 miliardi e mezzo di euro (fonte: Italy Giving Report di Vita Non Profit Magazine).
Le donazioni informali invece calano: si passa dal 55% del 2024 al 50%di coloro che, nei 12 mesi precedenti, hanno effettuato almeno una donazione informale. Meno collette e offerte dirette (-5 punti), un dato che – secondo Astolfi 15.70 – indica “una maggiore ricerca di trasparenza e tracciabilità”.
Il profilo dei donatori vede una netta prevalenza della fascia 65-74 anni (15,6%), seguita dai 45-59enni, mentre tra i giovani resta bassa la propensione economica: solo il 4,4% dei 18-19enni dona. Le donne si confermano più attive degli uomini (11,9% contro 11,2%), e i laureati sono la categoria più generosa (23,7%).
A livello territoriale, il Nord-Est guida la classifica con il 14,5% di donatori, seguito dal Centro (13,6%) e dal Sud (7%). A livello regionale è in testa il Trentino-Alto Adige (22,6%).
RACCOLTE FONDI: STABILITÀ E RITORNO AGLI EVENTI IN PRESENZA
L’indagine IID sulle Organizzazioni Non Profit (ONP) fotografa un settore sostanzialmente stabile, ma con segnali positivi:
- il 41% del campione intervistato ha registrato un aumento delle entrate nel 2024 (38% nel 2023);
- il 19% ha subito un calo (24% nel 2023);
- il 40% dichiara stabilità.
Le principali fonti di entrata restano le erogazioni liberali da persone fisiche (63%), seguite dal 5×1000 (36%) e dalle donazioni aziendali, in leggera crescita (31% contro 27% del 2023).
Sul fronte strumenti, si consolida l’uso del digitale: il 49% delle organizzazioni raccoglie online (+7% rispetto al 2023), privilegiando bonifici bancari (70%), piattaforme di pagamento (44%) e POS (29%).
Torna anche la forza del contatto diretto: banchetti ed eventi in presenza sono ritenuti efficaci dal 40% delle ONP.
VOLONTARIATO: QUASI 6 MILIONI GLI ITALIANI ATTIVI
Nel 2024 cresce il numero di chi investe tempo e competenze: l’8,4% della popolazione (+0,6%) partecipa ad attività gratuite, per un totale di 5,7 milioni di volontari. Di questi, 4,3 milioni operano in associazioni di volontariato mentre la restante parte appartiene ad organizzazioni non strettamente collegate al settore.
La fascia 18-19 anni è la più attiva (10,1%), seguita dai 65-74 (9,9%). Le donne superano gli uomini fino ai 65 anni, per poi invertirsi nelle età più avanzate. Particolarmente significativa la crescita tra i giovanissimi (14-17 anni): + 42.000 volontari in un anno. Gli under 35 rappresentano ormai il 24% del totale dei volontari, a conferma del ritorno di una generazione che vede nel dono un modo per essere protagonisti di un cambiamento.
Per Astolfi 15.70, la fotografia del 2025 racconta una nuova stagione del dono in Italia: più matura, tracciabile e relazionale.
LE CONCLUSIONI
“La sfida per il Terzo Settore – conclude Natascia Astolfi – è lavorare sulla fiducia, non solo raccogliere fondi. Le persone non cercano più solo cause da sostenere ma comunità a cui appartenere. Il dono diventa allora il linguaggio di questa appartenenza: un gesto che unisce, che crea legami, che si fa capitale sociale.”.

