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In 3 anni 238 mila lavoratori delle imprese dell’Emilia-Romagna hanno partecipato a corsi formativi finanziati da Fondimpresa

(Sesto Potere) – Bologna – 18 novembre 2025 – Dal 2022 ad oggi 238 mila lavoratori delle imprese dell’Emilia-Romagna hanno partecipato a corsi formativi finanziati da Fondimpresa, Fondo interprofessionale per la formazione continua costituito da Confindustria e CGIL CISL e UIL.

I piani formativi presentati dalle imprese emiliano-romagnole presentati dal 2022 ad oggi hanno permesso di realizzare quasi 3,9 milioni di ore di formazione per un valore complessivo di oltre 152 milioni di euro.

Le imprese dell’Emilia-Romagna aderenti a Fondimpresa, il maggiore tra i Fondi interprofessionali, sono circa 12.500, con quasi mezzo milione di occupati.  Il Fondo consente di utilizzare le risorse dello 0,30% del monte salari tramite due strumenti: gli Avvisi nazionali e il Conto Formazione di ogni azienda.

Sono alcuni dei dati illustrati in occasione dell’incontro “Investire nel capitale umano: la formazione che guida il cambiamento” organizzato nei giorni scorsi a Bologna dall’Articolazione Territoriale di Fondimpresa per l’Emilia-Romagna.

Si evidenzia una grande vivacità delle piccole imprese: il 52% delle imprese che hanno organizzato corsi di formazione con Fondimpresa ha meno di 50 dipendenti. Oltre il 90% dei lavoratori e delle lavoratrici interpellati/e ha ritenuto i contenuti della formazione in linea con le proprie esigenze lavorative.

Lo scenario generale è noto, con vari fattori di criticità per le imprese e per le lavoratrici e i lavoratori dell’Emilia-Romagna, dagli instabili scenari geo-politici all’aumento dei costi dell’energia, da un mercato del lavoro caratterizzato da una crescente dinamicità e fragilità, da nuove forme di flessibilità e da esigenze di adeguamento dei livelli salariali, fino alla recente introduzione dei dazi imposti dagli USA che colpiscono tutti i settori a forte esportazione.

Una situazione che impone alle imprese emiliano-romagnole di far crescere professionalmente a 360 gradi le lavoratrici e i lavoratori, che diventano così detentori e portatori di competenze, capacità, abilità, da trasferire e condividere in azienda al fine di una crescita comune, con una crescente sinergia tra le componenti tecniche e trasversali della formazione aziendale.

Le attività formative puntano a soddisfare i fabbisogni derivanti dall’innovazione già introdotta o in via di introduzione e dalle sue ripercussioni a livello organizzativo. Ne consegue anche che i/le responsabili aziendali sono sempre più impegnati/e a prevedere i fabbisogni formativi in funzione delle transizioni in atto a livello aziendale.

Il reperimento di figure professionali ad elevata qualificazione, o con determinate specializzazioni, porta la formazione ad intrecciarsi con i processi di selezione, onboarding e retention, al fine di favorire, fin dall’ingresso in azienda, una crescita parallela di competenze individuali e collettive che assicuri un vantaggio competitivo sul mercato.

Le competenze più richieste dalle imprese riguardano le soft skills sulla gestione di situazioni incerte e di organizzazioni aziendali sempre più articolate e complesse, ad esempio responsabilità su processi e risultati, capacità di comunicazione e di lavoro in team. Ad esse si uniscono competenze manageriali e di coordinamento per sostenere le necessarie flessibilità gestionali, come project management e gestione dei conflitti.

In quest’ultimo anno, infine, l’irruzione dell’IA ha richiesto lo sviluppo in tempi rapidi di competenze per comprenderne il funzionamento, ottimizzarlo in base alle esigenze aziendali e farne un uso consapevole e critico, ossia tenendo presente che vi sono conoscenze e abilità non delegabili all’IA.