venerdì, Novembre 14, 2025
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Assemblea Anci a Bologna, tavola rotonda con i sindaci: “pronti a contribuire attivamente per costruire la pace”

(Sesto Potere) – Bologna – 14 novembre 2025 –  – “I Comuni italiani giocano da diversi anni un ruolo centrale nell’assistenza alle popolazioni che fuggono dalle guerre, ma i sindaci possono mettere a disposizione la loro esperienza anche nella risoluzione dei conflitti e nella costruzione dal basso della pace”.

Questa è la certezza che accomuna gli amministratori locali che hanno partecipato ad una tavola rotonda, moderata dalla giornalista Myrta Merlino, nell’ambito della seconda giornata dell’Assemblea nazionale dell’Anci in corso a Bologna.

“Noi sindaci tocchiamo la pelle delle persone e la nostra operatività sulle questioni che riguardano le nostre comunità non ci permette di voltare lo sguardo dall’altra parte. Noi sappiamo agire localmente ma non è possibile occuparsi di scuole e parchi se a pochi chilometri da noi ci sono bambini che muoiono sotto le bombe”. Così Vittoria Ferdinandi, sindaca di Perugia e delegata Anci alle Pari Opportunità ed alla Pace, nel suo intervento. “Il percorso che abbiamo avviato con l’iniziativa di Vicenza a settembre, e poi con la marcia della pace ad Assisi il 4 ottobre, è un modo per ribellarsi ad un processo di rassegnazione ed alla logica delle armi cui si stanno piegando le istituzioni e la politica,  ha aggiunto. Per la delegata Anci, “la violenza nasce dalla diseguaglianza, la pace non è solo l’assenza di guerra, ma bisogna costruire giustizia e diritti per i quali ai sindaci servono risorse. Ma soprattutto – ha chiuso Ferdinandi – dobbiamo avere il coraggio necessario per provare a sperimentare altre vie alla pace che partano dal basso”.

Per Marco Fioravanti, presidente del Consiglio nazionale Anci e sindaco di Ascoli Piceno, “l’Anci può diventare un laboratorio di pace come sta facendo da tempo, ma dobbiamo cambiare le nostre priorità come amministratori, partendo dall’ascolto dei cittadini. La pace – ha sottolineato Fioravanti – è un punto di partenza non di arrivo e, se la vogliamo veramente, la dobbiamo costruire ogni giorno partendo da una cultura di tolleranza e di rispetto dell’altro che rappresenta sempre un arricchimento per noi”. “Oltre le attività politiche lo dobbiamo fare ogni giorno in modo silente, mettendo più attenzione possibile agli ultimi della società che devono avere il sostegno delle istituzioni”.

“L’agenda dei sindaci viene costruita ogni giorno nel confronto con le comunità, e ci siamo messi in testa questo tema della pace perché, per la prima volta da decenni, i nostri cittadini hanno sentito la paura di una guerra vicina”, ha ricordato da parte sua Giacomo Possamai, sindaco di Vicenza e Coordinatore della Consulta delle città capoluogo di provincia. Per questo motivo i sindaci “si sono dovuti confrontare con un tema che poteva sembrare lontanissimo dalle nostre priorità, ma sul quale abbiamo giocato un ruolo importante a partire dalla manifestazione del 26 settembre al Parco della Pace nella mia città. Senza la nostra partecipazione alla mobilitazione nazionale dei mesi scorsi, probabilmente i governanti si sarebbero mossi di meno per cercare di lavorare alla risoluzione dei conflitti mondiali, come Gaza e l’Ucraina che restano comunque aperti”, ha concluso Possamai.

“I Comuni vanno molto bene con la parola pace. Dobbiamo rifuggire quella che Papa Francesco chiama ‘globalizzazione dell’impotenza’, l’idea che non si possa fare niente”, ha detto il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi. “In tanti Comuni e parrocchie avete fatto cose bellissime, una voce che fa sentire e che fa sfuggire la logica dell’impotenza”, ha aggiunto. “C’è paura, rassegnazione e chiusura. Costruire comunità e essere Comuni di pace e nonviolenza vuol dire affrontare tanti conflitti che crescono. Bisogna ricostruire il pensarsi insieme: l’io senza il noi si perde”.