(Sesto Potere) – Rimini – 5 npovembre 2025 – 325.000: gli studenti con disabilità iscritti nelle scuole italiane. Circa il 4% del totale. 36%: percentuale degli insegnanti di sostegno di ruolo. 41%: percentuale di scuole aventi a disposizione ausili tecnologici che permettono la partecipazione attiva degli alunni con disabilità.
L’inclusione non è solo un principio, ma una pratica quotidiana che si misura nelle aule, nei corridoi, nei cortili e nelle relazioni. Ed è oggi, più che mai, una questione aperta.
Per parlare delle sfide complesse, ma altrettanto urgenti e necessarie, che l’inclusione pone alla scuola e alla società contemporanee, torna per la sua 15ª edizione “La qualità dell’inclusione scolastica e sociale”, il Convegno Erickson che ha fatto della partecipazione e del confronto il suo segno distintivo.
Tre giorni – dal 14 al 16 novembre al Palacongressi di Rimini – tra sessioni plenarie, keynote speech, tavole rotonde, workshop e QTalk, per ascoltare e rinnovare l’impegno comune verso una qualità dell’inclusione sempre più concreta e condivisa.
Oltre 35.000 professionisti sono stati coinvolti nelle edizioni precedenti – tra insegnanti, educatori ed educatrici, pedagogisti, dirigenti scolastici, operatori del sociale e della riabilitazione – per confrontarsi su come dare forma a un’idea di scuola e società capaci di accogliere, valorizzare, trasformare.
In occasione dell’edizione 2025 saranno presentati i risultati di un’indagine condotta da Erickson (Dario Ianes, Sofia Cramerotti, Marco Rospocher, Marco Bombieri, Benedetta Zagni) attorno al tema “Le voci dell’inclusione”, mirato a indagare tre quesiti principali.
Che cosa funziona per costruire una buona inclusione?
I punti di forza più importanti, secondo gli e le insegnanti italiani interpellati (833 da tutta Italia), si rintracciano nelle relazioni tra colleghi/e, tra gli alunni e le alunne, con le famiglie. Purtroppo, le competenze professionali in materia di inclusione, come la conoscenza e l’uso di metodologie didattiche inclusive, non sono considerate fattori decisivi per una buona inclusione.
Come la vivono emotivamente le e gli insegnanti italiani?
Buone sensazioni nei confronti delle relazioni, delle pratiche di codocenza/collaborazione tra sostegno e curricolare, dell’autodeterminazione dell’alunno/a con disabilità, delle educatrici e degli educatori e, infine, della personalizzazione didattica. Sensazioni negative nei confronti della collaborazione con i servizi socio-sanitari, che, ancora una volta, continuano a essere un elemento critico nello sviluppo dell’inclusione.
Quanti insegnanti vorrebbero oggi la riapertura delle scuole e classi speciali?
Il 27% del campione, con un +10,1 punti percentuali rispetto al 2023, è favorevole a un Modello a Tre Vie (classi e scuole speciali). I più favorevoli sono gli/le insegnanti di II grado e quelli/e con più anni di esperienza. In termini di clima culturale generale, ciò indica un minore consenso all’inclusione piena e una maggiore accettazione di modelli che possono assumere caratteristiche separative.
Tra gli ospiti: Stefano Massini, con la sua “Lettera a una scuola che non esclude”, Alberto Pellai in dialogo con Gino Cecchettin, Stefania Auci, che porterà la sua esperienza di insegnante di sostegno, e ancora la presentazione dei dati ISTAT dedicati all’inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità, ed Espérance Hakuzwimana sulla necessità di una scuola plurale.

