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Istat: in Italia: 3.030 morti in incidenti stradali (-0,3% rispetto al 2023), 233.853 feriti (+4,1%)

(Sesto Potere) – Roma – 16 ottobre 2025 – Nel 2024 si è consolidato definitivamente il ritorno a una mobilità su livelli analoghi a quelli pre-pandemia, con un aumento degli spostamenti per motivi di lavoro, studio e turismo. Sul fronte dell’incidentalità stradale, il numero delle vittime è rimasto pressoché stabile rispetto al 2023, mentre si registra un aumento degli incidenti e dei feriti.

Il numero di morti in incidenti stradali ammonta a 3.030 (-0,3% rispetto al 2023), quello dei feriti a 233.853 (+4,1%), per un totale di 173.364 incidenti stradali (+4,1%).

Rispetto al 2019, le vittime e i feriti sono diminuiti (rispettivamente del -4,5% e -3,1%), mentre gli incidenti stradali mostrano un leggero aumento (+0,7%).

Il numero delle vittime cresce tra i conducenti e i passeggeri di motocicli, di monopattini e di autocarri, mentre diminuisce per le altre categorie. In particolare, si contano 830 vittime tra i motociclisti (+13,1% rispetto al 2023) e 146 tra gli occupanti di autocarri (in aumento del 30,4%); tra gli utenti di monopattini elettrici aumentano anche gli infortunati: il numero dei feriti sale a 3.751 e quello dei morti (entro i 30 giorni dall’incidente) a 23, cui si aggiunge 1 pedone (nel 2023 erano rispettivamente 3.195 e 21).

Le vittime tra gli occupanti di autovetture scendono a 1.252 (-6,0% rispetto al 2023), tra i ciclomotoristi a 61 (-10,3%), tra i pedoni a 470 (-3,1%) e tra gli utenti di biciclette – anche elettriche – a 185 (in diminuzione del -12,7% rispetto al 2023 quando erano 212).

Tra il 2023 e il 2024, gli incidenti e i feriti aumentano su tutte le tipologie di strade, soprattutto sulle autostrade (+6,9% incidenti, +7,0% feriti). Anche il numero delle vittime aumenta in maniera marcata sulle autostrade (+7,1%), a fronte della diminuzione sulle strade urbane (-2,1%) e del leggero aumento su quelle extraurbane (+0,1%). Gli incidenti su autostrade e strade extraurbane aumentano anche nel confronto con il 2019 (+4,0% e +2,7% rispettivamente).

Nel 2024, il numero di vittime per incidenti stradali nel complesso della Ue27 diminuisce in maniera contenuta (-2,2% rispetto al 2023), in linea con la tendenza dell’anno precedente; rispetto al 2019, la variazione percentuale è stata del -12,1%. In termini assoluti, le vittime nella UE27 sono state 20.017 nel 2024, a fronte di 20.466 nel 2023 e 22.823 nel 2019. Ciò corrisponde, nel 2024, a 45 morti per incidente stradale ogni milione di abitanti, un valore inferiore a quello del nostro Paese, pari a 51, che resta al 19° posto della graduatoria europea per mortalità stradale.

La proporzione di incidenti stradali, nel 2024, verbalizzati dalla Polizia Stradale è stata pari all’11,8%, dai Carabinieri al 21,4%, dalla Polizia locale e altri organi al 66,8%.

I comportamenti errati alla guida più frequenti si confermano essere la distrazione, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata. Insieme, costituiscono il 37,8% delle cause (85.339 casi), valore stabile nel tempo.

La guida troppo veloce è il comportamento più sanzionato dopo la sosta vietata e rappresenta il 34% del totale delle violazioni del codice della strada. In lieve calo le sanzioni per mancato uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta per bambini, a fronte di un incremento di quelle per mancato uso del casco. Rimane elevato il numero di sanzioni per uso improprio di dispositivi in auto e aumentano le sanzioni per guida sotto l’effetto di stupefacenti, in lieve calo quelle per guida in stato di ebbrezza.

Il mercato dell’auto presenta una lieve crescita nel 2024: le prime iscrizioni di autovetture sono aumentate dello 0,7% rispetto al 2023. Sulla rete autostradale le percorrenze medie annue dei veicoli sono aumentate del 2,2% e le percorrenze totali, nel 2024, hanno superato la quota di 83 miliardi di veicoli per km.

Nel 2024 numero delle vittime pressoché stabile sul 2023 e ancora superiore a 3mila

Nel 2024 si sono verificati in Italia 173.364 incidenti stradali con lesioni a persone; le vittime sono state 3.030 e i feriti 233.853 (Prospetto 1). Rispetto all’anno precedente, i morti sulle strade diminuiscono dello 0,3%, mentre il numero di incidenti e quello dei feriti registrano un aumento (+4,1%); il tasso di mortalità stradale passa da 51,5 a 51,4 morti ogni milione di abitanti. Rispetto al 2019, anno di benchmark per il decennio 2021-2030 della sicurezza stradale, le vittime della strada, che ammontavano a 53,1 ogni milione di abitanti, diminuiscono del 4,5%.

Il costo sociale degli incidenti stradali con lesioni a persone – calcolato con parametri aggiornati da Istat e ACI nel 2023, sulla base di quanto rilevato da Polizia Stradale, Polizia locale e Carabinieri – ammonta a poco più di 18 miliardi di euro nel 2024 (quasi l’1% del Pil nazionale. Se si aggiungono anche i costi legati ai sinistri con soli danni alle cose (circa 4,4 miliardi di euro stimati da ANIA), si arriva a circa 22,6 miliardi di euro.

Stabili i livelli di mobilità rispetto al 2023, dopo la crescita post-pandemica

Nel 2024 si stabilizzano i livelli di mobilità registrati nel 2023, anno nel quale era stata rilevata una netta ripresa rispetto al periodo delle fasi più acute della pandemia.

I dati dell’Osservatorio “Audimob” di Isfort, aggiornati al primo semestre del 2024, fanno rilevare, nel giorno medio feriale, un volume di spostamenti complessivi della popolazione in età 14-85 anni pari a 96,5 milioni, esattamente lo stesso livello del primo semestre 2023. Nel consolidato del 2023 il numero di spostamenti medi giornalieri si è attestato a 99,5 milioni, con una crescita di appena lo 0,6% rispetto al 2022.

È evidente, quindi, che la curva di ripresa della domanda post-Covid, come già osservato nei dati del 2022 e del primo semestre 2023, si è stabilizzata. Rispetto al 2019 (ultimo anno pre-Covid) il volume complessivo della domanda di mobilità giornaliera dei cittadini si è ridotta di circa il 6%. Il calo degli spostamenti quotidiani riflette l’impatto dello smart working, il cambiamento degli stili di vita post-pandemia e una progressiva trasformazione demografica.

Nel 2023, il numero totale di passeggeri per chilometro, calcolato su un giorno medio feriale, è rimasto sopra il miliardo, nonostante il lieve calo rispetto al 2022 (-2,6%); confrontando i primi sei mesi del 2023 con quelli del 2024 si nota un’ulteriore diminuzione (-5,7%). In altri termini, le persone continuano a muoversi ma tendono a percorrere distanze più brevi rispetto al passato. Nel 2023, infatti, i chilometri percorsi sono ancora sensibilmente inferiori a quelli percorsi nel 2019 (-11,7%), ad indicare anche un possibile stop alla fase di crescita dei viaggi di media e lunga distanza, che aveva accompagnato la ripresa post-pandemia tra il 2021 e il 2022.

Nel primo semestre del 2024, l’80,1% della popolazione ha effettuato almeno uno spostamento durante la giornata, una quota più bassa rispetto all’80,8% registrato nello stesso semestre dell’anno precedente. Rispetto al 2019, nel 2023 il gap si attesta a 3,5 punti percentuali, nonostante il parziale recupero registrato rispetto al 2022.

Un altro dato interessante riguarda la mobilità “di prossimità”, cioè le persone che si sono spostate solo a piedi e per tragitti molto brevi: nel primo semestre del 2024 sono state il 6,7%, in lieve calo rispetto al primo semestre 2023 (-0,4%), ma ancora sopra i livelli del primo semestre 2019 (6,0%). È invece aumentata la quota di coloro che non si sono mossi affatto durante la giornata: dal 12% del primo semestre 2023 si è passati al 13,2% nel primo semestre 2024.

La mobilità ciclistica (e micromobilità) si attesta attorno al 4%, come quota modale, con una crescita di 0,3 punti tra il primo semestre del 2023 e il primo semestre del 2024. Anche il peso percentuale modale per i motocicli si attesta attorno al 4%, sebbene nella prima metà del 2024 si osservi un calo non trascurabile, scendendo al 3,5% rispetto al 3,9% dello stesso periodo del 2023.

L’automobile continua a rappresentare il mezzo di trasporto più utilizzato, nel 64,7% degli spostamenti relativi al 2023, nonostante la flessione dell’1,6% rispetto al 2022, cui si aggiunge l’ulteriore contrazione del 2,5% nella prima metà del 2024 (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).

La mobilità ciclistica (e micromobilità) si attesta attorno al 4%, come quota modale, con una crescita di 0,3 punti tra il primo semestre del 2023 e il primo semestre del 2024. Anche il peso percentuale modale per i motocicli si attesta attorno al 4%, sebbene nella prima metà del 2024 si osservi un calo non trascurabile, scendendo al 3,5% rispetto al 3,9% dello stesso periodo del 2023.

L’automobile continua a rappresentare il mezzo di trasporto più utilizzato, nel 64,7% degli spostamenti relativi al 2023, nonostante la flessione dell’1,6% rispetto al 2022, cui si aggiunge l’ulteriore contrazione del 2,5% nella prima metà del 2024 (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).

E occorre ricordare che il ricorso all’auto privata rimane prevalente sul territorio nazionale, l’Italia, infatti è un Paese con un tasso di motorizzazione tra i più elevati in Europa, con 700,8 auto ogni 1.000 abitanti; la quota dell’utilizzo dell’auto è risultata pari al 63,1% nel primo semestre del 2024, in lieve diminuzione dal 66,3% del 2022 (era al 62,5% nel 2019, il minimo storico è stato registrato nel 2020 con il 59%). Si riafferma, quindi, anche nel 2024 la posizione dominante dell’automobile nelle preferenze modali degli italiani.

Mentre per quanto concerne la vendita di biciclette tradizionali, dopo il boom registrato nel periodo della pandemia, nel 2024 è emerso un lieve calo, pari a -0,9%, in confronto al 2023 (1.080.000 pezzi venduti); allo stesso tempo il mercato delle e-bike ha mostrato un lieve incremento, +0,3%, con la vendita di 274.000 unità (+40% sul 2019). Il rapporto tra questi numeri evidenzia che ogni 5 biciclette totali vendute, quattro sono tradizionali e 1 è elettrica; queste rappresentano, quindi, il 20% delle biciclette vendute, una quota doppia rispetto a quella registrata nel 2019 (11%).

Tutto questo emerge dall’ultimo studio Istat. La Rilevazione degli incidenti stradali con le lesioni a persone, condotta dall’Istat, è basata per alcune Regioni, Province e per le Province Autonome su un Protocollo di intesa e su Convenzioni bilaterali.

Nel 2024 hanno aderito le seguenti Regioni: la Calabria, il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia-Romagna, il Lazio, la Liguria, la Lombardia, il Piemonte, la Puglia, la Toscana, le Province autonome di Bolzano/Bozen e Trento e le Province di Rovigo, Vicenza e Treviso.