(Sesto Potere) – Bologna, 10 ottobre 2025 – “L’Europa non può limitarsi a subire le enormi trasformazioni che l’intelligenza artificiale sta portando nella scienza, nella tecnologia, nella società e nella cultura. Deve contribuire attivamente a plasmarla. E per farlo serve un Centro Europeo di Ricerca sull’Intelligenza Artificiale: un’iniziativa scientifica fondata sul capitale umano e su una visione di lungo periodo, basata su solide fondamenta teoriche, dotata di una potenza di calcolo in costante crescita e progettata per interagire in modo dinamico con start-up e industrie”.
La proposta arriva dall’incontro di alcuni tra i principali studiosi ed esperti di AI a livello internazionale, riuniti all’Università di Bologna nell’ambito di un’iniziativa promossa dal Premio Nobel Giorgio Parisi (nella foto) e dal professore dell’Alma Mater Pierluigi Contucci.
Il confronto ha dato vita a un Manifesto che definisce i principi sui quali fondare un Centro Europeo di Ricerca sull’Intelligenza Artificiale.
“Dovrà essere un’istituzione compatta, con un forte nucleo scientifico dedicato sia alla teoria fondamentale sia all’esplorazione di nuove
direzioni di ricerca applicata, centrata sul capitale umano e sulla collaborazione interdisciplinare, e governata con trasparenza e
indipendenza”, spiega Pierluigi Contucci. “Al cuore della sua missione dovranno esserci l’efficienza energetica, i modelli aperti e la riflessione
etica, insieme alla promozione di alleanze globali profondamente radicate nelle tradizioni scientifiche europee”.
Insieme a Contucci e Parisi, hanno lavorato al Manifesto per il nuovo Centro Europeo Yann LeCun, Premio Turing, Cédric Villani, Fields
Medal, l’informatico e imprenditore britannico Michael Bronstein, la fisica e neuroscienziata argentino-americana Sara Solla, Marc Mézard, ora alla Bocconi ed ex direttore dell’École Normale Supérieure, pioniere dei metodi fisico-statistici applicati all’AI, Nuria Oliver, direttrice della
Ellis Alicante Foundation, l’esperto di machine learning Bernhard Schölkopf, e gli italiani Stefano Leonardi (Sapienza Università di
Roma), Paolo Branchini (INFN), Giuseppe De Pietro (FAIR).
Tra i partecipanti anche Andrea Ripa, vescovo titolare di Cerveteri, segno di un dialogo che abbraccia anche la dimensione etica e culturale
dell’intelligenza artificiale.
La visione emersa dall’evento è quella di un Centro di Ricerca con un’organizzazione snella e ad alto impatto. La sede centrale diventerà luogo d’incontro e collaborazione per gruppi di scienziati di piccole e medie dimensioni, ma visionari, capaci di ottenere risultati di
grande rilievo. Un lavoro comune, tra studiosi di discipline diverse, da cui potranno nascere nuovi strumenti per valorizzare le aree di
eccellenza europee: dalle tecnologie linguistiche multilingue alla robotica, dalla sanità e ricerca biomedica ai modelli climatici e ambientali,
fino alla sicurezza dei dati e alla sostenibilità digitale.
Il nuovo Centro Europeo dovrà essere accompagnato anche da una struttura dedicata a connettere ricerca, industria e società, per gestire
progetti collaborativi, lo sviluppo rapido di prototipi e modelli condivisi di proprietà intellettuale.
Le partnership industriali saranno incoraggiate, ma sempre bilanciate dal pubblico interesse, per garantire ecosistemi d’innovazione resilienti. In questo modo, si darà slancio alla creazione e alla crescita di start-up, al trasferimento di conoscenze, codici e dati per
ricercatori e imprese, proteggendo le iniziative nascenti da acquisizioni premature.
“Questo è un momento decisivo per l’Europa”, aggiunge il professor Contucci. “Insieme possiamo fare in modo che l’intelligenza artificiale cresca come strumento di conoscenza, cooperazione e bene pubblico. Per questo invitiamo istituzioni, ricercatori e leader del settore
pubblico e privato a unire le forze, contribuendo con idee e risorse alla costruzione di questo Centro, che nascerà come luogo di ricerca,
collaborazione e libertà scientifica europea”.