(Sesto Potere) – Roma – 10 ottobre 2025 – Il ministro del Turismo Daniela Santanchè ha incontrato una rappresentanza di sindaci dei Comuni di Cittaslow, la rete italiana delle città del “Buon vivere”.
L’incontro, tenuto presso la sede del Ministero del Turismo, ha dato vita a un proficuo scambio di idee e proposte in tema di promozione, misure e politiche per incentivare la ricettività nei piccoli Comuni e sostenere programmi di formazione dedicati.
“I piccoli Comuni sono la spina dorsale della nostra Nazione, con una grande forza di comunità, e una specificità tutta italiana in termini turistici – ha dichiarato il ministro Santanchè al termine dell’incontro –. Rappresentano un patrimonio prezioso non solo da custodire, ma da tutelare e far crescere. E il Ministero continuerà a mettere in campo misure mirate per lo sviluppo di questi territori, che sono essenziali pure in ottica di destagionalizzazione, distribuzione dei flussi e sostenibilità dell’industria”.
Il Movimento Cittaslow è nato nel 1999 dall’intuizione di Paolo Saturnini, allora Sindaco di Greve in Chianti, fatta propria dai Sindaci delle città di Bra Francesco Guida, di Orvieto Stefano Cimicchi e di Positano Domenico Marrone, e accolta da Carlin Petrini, Presidente di Slow Food. L’obiettivo era ed è quello di allargare la filosofia di Slow Food alle comunità locali e al governo delle città, applicando i concetti dell’ecogastronomia alla pratica del vivere quotidiano.
I Comuni che aderiscono all’associazionecome Cittaslow, e città del “Buon vivere”, devono poter disporre di soluzioni e servizi che permettono ai cittadini di fruire in modo facile, semplice e godibile della propria città.
L’insieme dei requisiti indispensabili per diventare Cittaslow è raggruppato in 6 macrocategorie: politiche Energetiche e Ambientali, politiche Infrastrutturali, politiche per la Qualità Urbana, politiche Agricole, Turistiche, Artigianali e politiche per l’Ospitalita’, la Consapevolezza e la formazione, infine: coesione Sociale.
I Comuni aderenti a questa rete hanno sottoscritto un manifesto per il rispetto dell’ambiente e del suo naturale ciclo stagionale, per la tutela della genuinità dei prodotti, per la salvaguardia delle tradizioni culturali e artigianali proprie del territorio.
Sono proprio le piccole città che più delle metropoli sanno esaltare la propria propensione al viver bene, che sanno sfruttare i paesaggi e le bellezze naturali, valorizzare l’antico patrimonio artistico e monumentale, che sono sempre più attente all’ambiente e alla biodiversità come fattori di ricchezza sviluppando una vera imprenditorializzazione del leisure (dalla wellness all’agriturismo), che sanno esaltare in ogni modo il gusto della diversità, il gusto dell’immaginazione, il gusto della socialità.
Sono queste le componenti fondanti di Cittaslow, questa associazione nata da un’idea del sindaco di Greve in Chianti, Paolo Saturnini, e fatta propria da Carlo Petrini e Slow Food, da Orvieto, Bra, Positano e da altri cinquanta sindaci italiani e altri venti di paesi in Europa.
Le Città Slow dell’Emilia Romagna nella Rete Internazionale delle Città del Buon Vivere, dall’entroterra di Parma alle colline di Rimini, sono 13: Borgo Val di Taro (PR), Brisighella (RA), Castel San Pietro Terme (BO), Castelnovo ne’ Monti (RE), Fontanellato (PR), Galeata (FC), Novellara (RE), Pellegrino Parmense (PR), Santa Sofia (FC), Santarcangelo di Romagna (RN), Scandiano (RE), Vigarano Mainarda (FE) e Zibello (PR).