(Sesto Potere) – Bologna – Dall’attivismo sensuale di Dee Dee Bridgewater all’avanguardia intellettuale di Mary Halvorson, dai ritmi vertiginosi di Billy Cobham (nella foto in alto) a quelli altrettanto virtuosistici e per di più esotici di Monty Alexander.
L’edizione 2025 del Bologna Jazz Festival, con una durata record di 39 giorni (dal 9 ottobre al 16 novembre) si preannuncia sovrabbondante per numeri (più di 80 concerti con nomi di primo piano della scena jazz internazionale), varietà estetica e di contenuti.
Le proposte del BJF vanno ben oltre i live: un articolato progetto didattico e divulgativo farà da contenitore per esposizioni, lezioni-concerto, conferenze, proiezioni, podcast, residenze artistiche, workshop.
Ampia è anche la geografia del festival, che oltre a espandersi sull’intero tessuto cittadino (tra grandi teatri e numerosi club) si estende nell’area metropolitana fino a raggiungere le province di Ferrara e Forlì.
Ancora una volta il BJF sarà caratterizzato da un’immagine distintiva grazie a un progetto visivo creato ad hoc per questa edizione dall’illustratrice Sarah Mazzetti. Le sue opere, rese possibili dalla collaborazione con l’associazione Hamelin, personalizzeranno tutti i materiali del festival (manifesti, locandine, sito…) e saranno esposte nelle bacheche storiche di CHEAP on Board e sull’Autobus del Jazz.
“Un festival che anno dopo anno si conferma non solo per la sua eccellenza artistica, ma anche per la sua capacità di generare valore culturale, sociale ed economico per l’intero territorio, dimostrando concretamente come la cultura possa essere motore di sviluppo per le nostre comunità- ha detto l’assessora regionale alla Cultura, Gessica Allegni-. La diffusione nelle province di Ferrara e Forlì, così come le tante partnership sono la dimostrazione tangibile di saper fare rete coinvolgendo teatri, istituzioni, associazioni e operatori locali. Questa capacità di fare sistema è fondamentale per costruire progetti culturali sostenibili e duraturi”.
“Un altro aspetto su cui vorrei soffermarmi è l’articolato programma didattico e divulgativo, che prevede workshop, residenze e percorsi formativi che investono sui talenti emergenti, sul pubblico di domani e sui giovani che studiano la musica- ha aggiunto Allegni-. Desidero ringraziare la Fondazione Bologna in Musica ETS per l’organizzazione del Bologna Jazz Festival che la Regione Emilia-Romagna sostiene attraverso i finanziamenti della legge regionale n. 21 sulla promozione culturale, a conferma del nostro impegno per la musica e le sue filiere”.
Il Bologna Jazz Festival è organizzato dalla Fondazione Bologna in Musica ETS con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna – Bologna Città della Musica UNESCO, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol, Coop Alleanza 3.0, Emilsider, TPER, Città Metropolitana di Bologna, del main partnerGruppo Hera e con il sostegno del Ministero della Cultura.
Il BJF fa parte di Jazz Italian Platform.
Tutte le informazioni e il programma completo sul sito https://www.bolognajazzfestival.com/