venerdì, Ottobre 3, 2025
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In Emilia-Romagna domina la paura del buio, per gli italiani: fobie cliniche e ansie moderne: nuovo studio di Unobravo

(Sesto Potere) – Bologna – 3 ottobre 2025 – Ogni giorno milioni di italiani si rivolgono a Google per trovare risposte su salute e benessere. Ma quando si parla di fobie, quali sono quelle che più incuriosiscono le persone? E come cambiano nelle diverse regioni?

Una nuova analisi di Unobravo, servizio di psicologia online, ha esaminato i volumi di ricerca annui di oltre 60 fobie su Google. I risultati mostrano come nel 2025 le paure degli italiani siano un mix di fobie cliniche e ansie moderne, spesso amplificate dai social media.

Accanto ai dati, la psicoterapeuta e Direttrice Clinica di Unobravo, dott.ssa Valeria Fiorenza Perris, fornisce un commento esperto: perché alcune fobie stanno crescendo, come l’autodiagnosi online stia confondendo la distinzione tra paure comuni e veri disturbi e quali strumenti possono supportare le persone nel gestirle.

La tripofobia è la fobia numero uno in Italia nel 2025

Le fobie sono paure intense e persistenti che possono compromettere la vita quotidiana. Se alcune vengono riconosciute come veri e propri disturbi clinici, altre assumono la forma di fenomeni culturali, diffondendosi anche attraverso trend e discussioni sui social media.

ClassificaFobiaPaura di…Ricerche annuali
1TripofobiaMotivi ripetitivi di piccoli fori o protuberanze983.880
2TripanofobiaAghi, iniezioni e procedure mediche489.840
3MisofoniaIrritazione provocata da suoni specifici380.760
4AgorafobiaSpazi aperti o affollati292.800
5EmetofobiaVomito221.640
6FasmofobiaFantasmi o spiriti179.160
7AcrofobiaAltezze106.800
8ClaustrofobiaSpazi chiusi o ristretti93.840
9EisoptrofobiaSpecchi o vedere il proprio riflesso82.800
10NictofobiaBuio75.360

La tripofobia conquista il primo posto con quasi un milione di ricerche, nonostante non sia riconosciuta come disturbo clinico. Al secondo posto si trova la tripanofobia (paura degli aghi), che registra quasi mezzo milione di ricerche: un chiaro riflesso delle ansie legate a procedure mediche, vaccini e visite ospedaliere.

La top ten evidenzia un netto contrasto tra paure moderne e classiche. Fobie comunemente note come l’aracnofobia (ragni), l’acrofobia (altezze) e la claustrofobia (spazi chiusi) restano diffuse, ma non dominano più la classifica. Al contrario, ansie più moderne come la nomofobia (paura di restare senza telefono), la misofonia (ipersensibilità ai suoni) e la misocinesia (fastidio provocato dai piccoli movimenti altrui) stanno scalando le posizioni. Queste nuove paure sono molto discusse sui social, ma non tutte sono riconosciute come disturbi clinici.

La fasmofobia (paura dei fantasmi) genera più ricerche rispetto a fobie legate a minacce fisiche reali, come l’ofidiofobia (serpenti), in diverse aree, dimostrando come le paure soprannaturali possano catturare l’attenzione più dei pericoli tangibili.

Allo stesso tempo, spiccano le fobie legate alla salute. Con quasi mezzo milione di ricerche, la tripanofobia è la seconda paura più diffusa in Italia, a conferma di come le preoccupazioni legate agli ambienti sanitari restino un importante fattore scatenante di ansia a livello nazionale.

Le paure degli italiani cambiano da regione a regione: ecco cosa rivela Google

In Campania, le ricerche per la fasmofobia (paura dei fantasmi) hanno raggiunto quota 19.800 nell’ultimo anno, rendendola una delle paure più distintive della regione. Questo dato evidenzia come l’interesse per le fobie soprannaturali possa talvolta prevalere su quelle legate a minacce fisiche o quotidiane.

Al contrario, in Liguria e in Emilia-Romagna domina la paura del buio. La nictofobia ha generato 2.040 ricerche in Liguria e 6.480 in Emilia-Romagna, valori ben al di sopra della media nazionale in queste regioni.

Una delle scoperte più sorprendenti riguarda il Trentino-Alto Adige. Pur essendo una regione alpina senza sbocco sul mare, ha registrato 1.440 ricerche per talassofobia (paura del mare) nell’ultimo anno. Un risultato inaspettato che suggerisce come alcune paure nascano meno dall’esperienza diretta e più dal timore dell’ignoto, da narrazioni culturali o dall’esposizione online.

Nelle aree più urbanizzate d’Italia, come Lazio e Lombardia, lo scenario è ancora diverso. Qui prevalgono ansie legate allo stile di vita moderno: la misofonia (ipersensibilità ai suoni) ha raccolto 50.760 ricerche nel Lazio e 92.040 in Lombardia, mentre l’agorafobia (paura degli spazi affollati o aperti) ha raggiunto rispettivamente 38.760 e 87.240 ricerche. Dati che riflettono le pressioni della vita cittadina, dove sovrastimolazione, rumore costante e ambienti pubblici caotici incidono in modo significativo sulle ansie quotidiane.

Gli psicologi affermano che le paure degli italiani riflettono il cambiamento degli stili di vita, delle tradizioni culturali e delle tendenze dei social media

I risultati rivelano che le fobie più comuni in Italia non sono determinate soltanto da condizioni cliniche consolidate, ma anche da ansie generate da fenomeni sociali attuali e amplificate spesso dai social media.

La dott.ssa Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo, offre il proprio punto di vista sul perché queste paure si stiano evolvendo, come l’autodiagnosi possa alimentare confusione e spunti utili per sostenere sé stessi e i propri cari.

Il commento

La dott.ssa Fiorenza Perris commenta: “Le paure che gli italiani cercano di approfondire oggi online offrono una prospettiva psicosociale interessante. Le fobie attualmente riconosciute come disturbi clinici, come la paura dei ragni, delle altezze o degli spazi chiusi, restano diffuse; ma nuove ansie, come la misofonia o la nomofobia, stanno diventando oggetto di attenzione rapidamente, spinte dalle conversazioni online e dai trend sui social media. In molti casi le paure oggetto di interesse non sono riconosciute come disturbi clinici ad oggi, il che può creare confusione e condurre ad autodiagnosi errate in molti casi, che possono rallentare un corretto inquadramento del disagio esperito Riconosciute o meno, queste paure hanno comunque un impatto sulla vita quotidiana. Il primo passo è acquisire consapevolezza rispetto al proprio stato di sofferenza. Strategie semplici come tecniche di rilassamento, un’esposizione graduale alla situazione temuta o parlarne apertamente con chi ci circonda possono essere d’aiuto. Laddove, però,  la paura diventasse difficile da gestire in autonomia e interferisse nella vita quotidiana, rivolgersi a un professionista potrebbe  offrire strumenti utili per gestirne efficacemente i sintomi.”

La ricerca di Unobravo mostra come le paure degli italiani si stiano evolvendo in linea con i cambiamenti nello stile di vita, le tradizioni culturali e l’influenza del mondo online. L’obiettivo è favorire un dialogo più aperto sulla salute mentale, facendo luce su queste fobie, riducendone lo stigma e incoraggiando le persone a chiedere aiuto quando necessario.

Unobravo

Nata nel 2019, Unobravo è un’azienda e Società Benefit che offre un servizio di psicologia online. Unobravo si propone come un punto di riferimento affidabile, competente ed empatico nella vita delle persone, per aiutarle nel raggiungimento del benessere psicologico e supportarle nella crescita personale, e lavora ogni giorno per abbattere lo stigma sui temi di salute mentale, normalizzando l’accesso al supporto psicologico attraverso prezzi accessibili e l’attenta selezione di professionisti. Ad oggi conta una équipe di oltre 7.200 psicologi, più di 300.000 pazienti e un core team di oltre 300 persone.  

Unobravo S.r.l. Società Benefit, Corso Vercelli 55, 20144, Milano.
Autorizzazione sanitaria: ATS Milano n. I-762/2022. Direttore Sanitario: Dott.ssa Barbara Mantellini iscritta all’albo dei Medici Chirurghi della provincia di Milano, n° 37532.

Risorse e metodologia: 

Per individuare le fobie più cercate, Unobravo ha utilizzato Google Keyword Planner per analizzare i volumi di ricerca annuali e le variazioni anno su anno in tutta Italia (e in ciascuna regione). Le ricerche sono state effettuate sia in italiano che in inglese per garantire accuratezza e completezza, coprendo oltre 60 diverse fobie, includendo sia condizioni clinicamente riconosciute sia paure influenzate da cultura, stile di vita e social media.