(Sesto Potere) – Roma – 29 settembre 2025 – Mentre il Governo annuncia nuovi interventi fiscali nella prossima manovra, continuano a emergere gravi criticità legate alla precedente rottamazione delle cartelle (quater), scaduta ad agosto, mentre si discute della nuova rottamazione quinquies. Numerosi contribuenti che avevano aderito regolarmente al piano di pagamento si trovano ora esclusi dai benefici per aver pagato una rata con pochi giorni di ritardo. Il termine per il versamento dell’ultima rata è scaduto lo scorso agosto e non erano previsti margini di tolleranza, nemmeno in caso di ritardo minimo.
“Abbiamo casi documentati di contribuenti che, dopo aver pagato puntualmente otto rate, sono decaduti per un solo giorno di ritardo sulla nona – afferma Carlo Carmine, esperto di crisi fiscale e fondatore di CFI – Crisi Fiscale d’Impresa –. Questo approccio rigido non solo è punitivo, ma anche irragionevole. Serve una modifica urgente alla normativa: è una questione di buon senso e rispetto per chi ha fatto uno sforzo concreto per mettersi in regola”.
La stretta sulle cartelle riguarda anche lavoratori dipendenti e pensionati, che si trovano ad affrontare misure drastiche come pignoramenti, fermi amministrativi e ipoteche anche per importi minimi. “Ho seguito personalmente il caso di un imprenditore a cui hanno pignorato nello stesso giorno ben 6 conti correnti – prosegue Carlo Carmine–. Queste azioni, sproporzionate e umilianti, colpiscono chi già vive situazioni economiche fragili. Lo Stato deve contrastare l’evasione, ma non può trasformare il cittadino onesto in un bersaglio. Le aziende e i professionisti – conclude l’esperto – continueranno ad aver bisogno di palliativi come le rottamazioni se non si riduce il vero carico fiscale e contributivo”. Mentre l’Agenzia delle Entrate prosegue con le notifiche e le azioni esecutive, si attende di capire se nel testo definitivo della Legge di Bilancio sarà inserita una riapertura o una revisione sotto forma di rottamazione quinquies, con l’obiettivo di reintrodurre margini di tolleranza nei pagamenti e proteggere i contribuenti più deboli.
Nel frattempo, dal 1° gennaio 2026 entrerà in vigore il discarico automatico delle cartelle esattoriali: quelle non riscosse entro cinque anni saranno restituite agli enti creditori senza bisogno di richiesta. Non si tratterà sempre di una cancellazione del debito, ma il più delle volte di una semplificazione amministrativa: l’ente potrà decidere se tentare una nuova riscossione o archiviare il credito.