(Sesto Potere) – Forlì – 25 settembre 2025 – Ultimo giorno, oggi, giovedì 25 settembre, per l’edizione 2025 di Colpi di Scena – Sguardo nel Contemporaneo, vetrina dedicata ai nuovi progetti e alle nuove drammaturgie del teatro contemporaneo organizzata da Accademia Perduta/Romagna Teatri e ATER Fondazione, con la Direzione Artistica di Claudio Casadio e Ruggero Sintoni.
In scena quattro spettacoli, di cui ben tre Anteprime dei lavori di Studio Doiz, Collettivo Clochart, Stivalaccio Teatro e Lorenzo Garozzo e Massimiliano Burini.
Si parte alle ore 11, al Teatro Felix Guattari, con la “Prima Nazionale” di Ombrelloni, spettacolo di Studio Doiz, scritto da Iacopo Gardelli, interpretato da Lorenzo Carpinelli e prodotto da Accademia Perduta. Un monologo brillante che, attraverso le storie che si intrecciano nel fittizio stabilimento balneare per famiglie Kursaal, racconta illusioni e ossessioni di un Paese, il nostro, che dà il suo meglio e il suo peggio in vacanza. Gli stabilimenti balneari, soprattutto quelli romagnoli, sono luoghi strani. Come in grandi condomini costruiti sulla sabbia, si forma attorno a loro una comunità di inquilini temporanei. Un microcosmo votato all’ozio in cui fermentano, nella stagione estiva, tutte le prurigini e le ossessioni che abbiamo coltivato in inverno. Ogni ombrellone, come sa bene l’anonimo bagnino protagonista del racconto, può custodire una storia: e quella storia, inevitabilmente, parla di noi.

Alle ore 14, al Teatro Testori, il Collettivo Clochart presenta Vibro d’amore, uno spettacolo scritto e diretto da Michele Comite che, attraverso il linguaggio della danza, esplora la sessualità e l’amore nelle persone con disabilità, sfidando i preconcetti e rompendo i tabù che circondano questo argomento spesso trascurato. La storia segue un gruppo di personaggi diversi, ognuno con la propria disabilità, che affrontano le sfide della vita amorosa e sessuale. Il pubblico si immerge nelle loro vite quotidiane, scoprendo le sfide, le aspirazioni e le lotte che affrontano.
Prima Nazionale, al Teatro Piccolo, alle ore 15.30, per Pasta madre, spettacolo di Stivalaccio Teatro, scritto e interpretato da Sara Allevi. Roma, periferia nord-est. Passando davanti al vecchio forno chiuso di via della Verna, ancora oggi si sente nell’aria l’odore del pane. La saracinesca è abbassata da anni, ma dentro, in un tempo sospeso, una giovane donna continua a impastare. È il profumo del pane a traghettarci indietro nel tempo, negli occhi e nella voce di Fernanda, una bambina di otto anni che ci conduce nella Roma degli anni più bui: la dittatura fascista, lo scoppio della Seconda guerra mondiale, l’occupazione tedesca. Ma Fernanda ha otto anni, e ha solo voglia di giocare. Fino al giorno in cui la realtà irrompe con forza, e Fernanda diventa testimone della disperazione, del coraggio e del sacrificio delle madri romane, pronte a tutto pur di salvare i propri figli dalla fame. Pasta madre è un omaggio alla forza delle donne, al nutrimento che attraversa le generazioni, alla storia che vive nelle cose semplici, nei gesti quotidiani, nei luoghi che ricordano anche quando sembrano dimenticati.
In chiusura, alle ore 17.30 al Teatro Diego Fabbri, J.T.B., con la regia di Massimiliano Burini, prodotto da Solares Fondazione delle Arti. La pièce di Lorenzo Garozzo è un testo complesso, una parabola spietata, un primissimo piano sulla decadenza dei nostri giorni e sul culto della celebrità, rivelazione e al tempo stesso esasperazione del vuoto delle relazioni, dell’iper-produttività e del narcisismo che portano ad un isolamento dell’individuo. È un testo che ci pone davanti ad un enorme interrogativo sul valore e sul concetto di reale, in un’era della comunicazione virtuale dove i fatti scompaiono e cedono il posto ad una apparenza che è il loro esatto contrario. J.T.B. può essere considerato una moderna “tragedia greca” che offre la possibilità di guardarci come non vorremmo mai esserci visti.
Gli spettacoli sono aperti gratuitamente al pubblico (salvo disponibilità).
www.accademiaperduta.it
www.ater.emr.it