(Sesto Potere) – Ravenna – 24 settembre 2025 – L’avvocato Francesco Minutillo (nella foto) ha notificato questa mattina formale diffida a S.E. Mons. Lorenzo Ghizzoni, Arcivescovo di Ravenna-Cervia, per ottenere la restituzione immediata dei preparati istologici (un blocchetto in paraffina e un vetrino) realizzati dalla Dott.ssa Cristina Antonini a seguito delle analisi scientifiche condotte sull’ ostia consacrata rinvenuta a Savarna – l’ episodio noto come il “Miracolo di Savarna”.
Il materiale, predisposto con metodiche proprie dalla professionista ed elemento inscindibile del referto istologico, era stato consegnato a suo tempo a don Nicolò Giosuè (il parroco di Sant’Alberto e Savarna, oltre che rettore della chiesa di Mandriole, morto questa estate a causa di un malore, ndr) per finalità di custodia ed eventuali ulteriori indagini. Successivamente, tali preparati sono stati trasferiti alla Curia Arcivescovile di Ravenna-Cervia, dove tuttora si trovano.
Nella diffida l’avvocato Francesco Minutillo ha sottolineato come la Curia ne sia mera depositaria e che la mancata restituzione configuri una detenzione senza titolo, suscettibile di azioni civili e penali. La diffida prevede un termine di 10 giorni per la riconsegna presso lo Studio dello stesso avvocato, con apposito verbale di restituzione.
“Quest’attività si rende necessaria al fine di integrare il materiale probatorio già presente negli atti del procedimento penale in corso =
per il vilipendio del materiale eucaristico del cosiddetto Miracolo di Savarna – precisa l’avvocato Francesco Minutillo = è emerso infatti che il blocco in paraffina e il vetrino istologico, contenenti ed esaminati dalla Dott.ssa Antonini e da essa certificati come sangue, siano tuttora in possesso della Curia. Gli stessi devono quindi necessariamente essere restituiti al tecnico che li ha predisposti, affinchè possano essere messi a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Questo consentirà di integrare l’attività investigativa, anche al fine di accertare se il vilipendio abbia riguardato non soltanto il barattolo contenente il sangue e i residui dell’ostia, ma anche i preparati destinati alle analisi future”.
La vicenda, dopo un iniziale clamore giornalistico, vide la presentazione di un esposto da parte di alcuni fedeli per vilipendio, da cui è
scaturita un’attività di indagine intensa e approfondita da parte della Procura di Ravenna e la successiva opposizione alla richiesta di archiviazione dei fedeli patrocinati dall’avvocato Francesco Minutillo, tutt’ora pendente.
“Le verifiche hanno infatti chiarito che i tecnici del laboratorio diretto dal dott. Vittorio Sambri non avevano rilevato la presenza di batteri che
potessero giustificare la colorazione rossa del preparato, e, al contempo, non avevano neppure cercato la presenza di sangue umano. A cui si aggiunse un fatto grave: il barattolo contenente i residui dell’ostia eucaristica veniva stato smaltito come rifiuto biologico, nonostante contenesse ciò che per la fede cattolica è il Corpo di Cristo. Rimane dunque da chiarire la sorte dei residui di quell’attività di indagine scientifica, in particolare il vetrino e il blocco predisposti dalla Dott.ssa Antonini sui quali occorre fare piena luce e verità – ribatte l’avvocato Francesco Minutillo – imponendo che siano restituiti a chi di dovere per essere messi a disposizione dell’autorità competente. Con tale iniziativa, la difesa intende assicurare la corretta conservazione e disponibilità di materiale di rilevanza scientifica e probatoria,
evitando ulteriori contestazioni sulla gestione dei reperti relativi a un episodio che continua a suscitare grande attenzione nella comunità ecclesiale e nell’opinione pubblica. E soprattutto grande scoramento per come sia stata gestita dal Vescovo Mons. Ghizzoni”.