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Regione E-R, presentato in Commissione il Rapporto 2025 sul Terzo Settore: “ruolo centrale sui territori”

(Sesto Potere) – Bologna, 23 settembre 2025 – Dai partiti di maggioranza e di minoranza, un’unica voce: valorizzare ancora di più il terzo settore in Emilia-Romagna, considerato pilastro per le economie locali e riferimento primario per i territori, che deve diventare ancora più centrale nelle politiche della Regione Emilia-Romagna.

Il tema è stato al centro dell’informativa dell’assessora regionale a Welfare, terzo settore, politiche per l’infanzia e scuola, Isabella Conti, in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Gian Carlo Muzzarelli (nella foto).

“Parliamo di un ambito particolarmente vivace in regione, dove ci sono tante persone attive impegnate in settori per noi strategici, come, ad esempio, sanità, welfare, cultura e sport”, rimarca l’assessora Conti, aggiungendo che “il terzo settore rappresenta una vera e propria valvola di salvezza, in regione i volontari arrivano a 246mila: se dovessimo pagare questi servizi non basterebbero tutte le risorse del nostro bilancio”. Conti prosegue con alcune proposte per il futuro: “L’idea è avere bandi che riguardano più anni rispetto a ora e quindi non solo annuali: vogliamo favorire programmazioni a lungo termine ed è, importante poi riconoscere i percorsi di professionalizzazione. Per questo abbiamo allo studio anche forme di defiscalizzazione per le persone più giovani che vogliono avvicinarsi a questo settore”. Conclude l’assessora Conti, con i fondi ministeriali: “I fondi ministeriali investiti in regione per il 2024 in progetti nel terzo settore arrivano a 2,7 milioni di euro”.

Sulla stessa linea il presidente della commissione Muzzarelli: “Il terzo settore rappresenta un’unicità nella nostra regione, con realtà vive e vivaci, per noi motore di innovazione, di inclusione, di cittadinanza attiva. Il valore del terzo settore è di speranza, per una società più equa: serve collaborare per rilanciare la qualità dei valori in Emilia-Romagna”.

Anche per Maria Costi (Pd) è importante valorizzare ancora di più il settore: “È uno strumento importante e riconosciuto dalla stessa Costituzione, una ricchezza che esiste anche all’interno delle persone che ne fanno parte: per questo è importante coinvolgere sempre più giovani in queste attività. Purtroppo la riforma nazionale del terzo settore ha creato difficoltà alle piccole associazioni, serve tutelare questi ambiti e anche in quest’ottica è un bene che Modena sia capitale nazionale 2026 del volontariato”.

Elena Ugolini (Rete civica) chiede se i 2,7 milioni ministeriali citati da Conti siano gli unici fondi a disposizione del terzo settore o se siano previsti anche stanziamenti regionali. La risposta arriva subito in commissione da Conti, che riferisce di stanziamenti consistenti regionali, che coinvolgono diversi assessorati. Per Ugolini, inoltre, è giusto che ci siano bandi lunghi e un’azione per sburocratizzare il settore per tutelare i soggetti più piccoli.

Anche Ludovica Carla Ferrari (Pd) è intervenuto sul tema burocrazia: “Negli ultimi anni le norme in materia sono diventate più complesse, è necessario fare passare le giuste informazioni, l’aspetto delle assicurazioni, ad esempio, a volte diventa un ostacolo, serve aiutare i volontari, si potrebbe pensare anche a un contributo regionale”.

Sulla stessa linea Matteo Daffadà (Pd) che elogia il settore: “L’Emilia-Romagna ha un terzo settore vivace e ampio, è nel dna degli emiliano-romagnoli essere al servizio degli altri, sui territori un lavoro importante, anche nelle periferie, la legge regionale mette ancora di più il terzo settore al centro delle politiche regionali”. Conclude sul tema del servizio civile: “Sul servizio civile volontario sono mancati dei fondi governativi, serve più attenzione”.

Alice Parma (Pd) ribadisce l’importanza del ruolo del terzo settore: “Dal terzo settore lavoro importante, necessario sburocratizzare la componente volontaristica”. Sulla coprogettazione: “La coprogettazione rende il terzo settore anticipatore di politiche pubbliche, serve un patto per favorire nuove progettualità”.