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Inaugurata una sezione di scuola all’ospedale di Rimini, garantito il diritto allo studio dei bambini ricoverati

(Sesto Potere) – Rimini – 18 settembre 2025 – La tutela globale del bambino/a o ragazzo/a ospedalizzato, che viene preso “in carico”, non solo come paziente o semplice alunno, ma in modo globale e condiviso tra tutti gli operatori con cui viene in contatto, secondo il principio dell’alleanza terapeutica, grazie al quale lo studente è al centro dell’azione sanitaria ed educativa, svolgendovi parte attiva.

Ecco quanto persegue il progetto ‘La scuola in ospedale’, fondamentale per l’inclusione e il benessere dei bambini e adolescenti ricoverati, attivo con l’inizio dell’anno scolastico 2025-2026 (in Emilia-Romagna lunedì 15 settembre) all’interno dell’ospedale Infermi di Rimini, che ha la vocazione di riferimento pediatrico per l’area vasta della Romagna, con la prima sezione ufficialmente inaugurata giovedì 18 settembre.

Un servizio a disposizione del territorio romagnolo, fortemente voluto da professionisti e dirigenza del presidio ospedaliero e dai vertici dell’Azienda, realizzata in collaborazione con l’Istituto Comprensivo XX Settembre di Rimini e l’Ufficio Scolastico, che non si limita alla semplice trasmissione di contenuti didattici ma che rappresenta uno spazio relazionale, educativo ed emotivo in cui i pazienti possono sentirsi ancora, e soprattutto, bambini e ragazzi con desideri, sogni e obiettivi al pari dei loro coetanei sani.

Garantire il diritto all’istruzione anche durante il periodo di degenza
La sezione ospedaliera è rivolta ai bambini ricoverati, afferenti alla scuola primaria, per garantire il diritto all’istruzione anche durante il periodo di degenza. Il progetto prevede attività didattiche individuali e di gruppo, laboratori creativi e momenti di socializzazione, per favorire il benessere psicologico e la continuità educativa, aspetti fondamentali nel processo di cura. In tal senso la docente assegnata al progetto (Mariachiara Salvadori), presente dal lunedì al venerdì e afferente appunto all’Istituto Comprensivo XX Settembre, si interfaccerà costantemente con le scuole di appartenenza dei ragazzi affinché vi sia continuità nel percorso didattico.

A disposizione dei bimbi ricoverati in oncoematologia pediatrica, chirurgia pediatrica, pediatria e neuropsichiatria infantile
L’aula nella quale vengono svolte le attività è al primo piano della scala D, adiacente al Day Hospital dell’Oncoematologia Pediatrica, unico centro della Romagna aderente all’Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica (AIEOP), struttura semplice interdipartimentale che accoglie 30-35 nuovi pazienti all’anno (dai territori di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna e anche da fuori regione), affetti da patologia neoplastica e sottoposti a trattamenti chemioterapici. Mediamente il 10% di essi ha un’età inferiore ai 2 anni, il 60% un’età compresa fra i 2 e i 10 anni e il restante 30% un’età compresa tra gli 11 e i 18 anni. I trattamenti antineoplastici a cui sono sottoposti possono avere una durata variabile tra i 6 e i 18 mesi (così da coinvolgere uno o più anni scolastici) e sono erogati sia in regime di Day Hospital che di degenza ordinaria, con una presenza media giornaliera all’interno del reparto di circa 8-10 bambini in età scolare.

L’accesso alla scuola è riservato ai bambini con degenza superiore a 15 giorni o a quelli con bisogni particolari e verrà concordato di volta in volta a seconda delle necessità.
L’azienda sanitaria si impegna ad informare le famiglie e raccogliere il loro consenso al servizio di continuità educativa in collaborazione con la scuola di provenienza del piccolo paziente e altresì tenere aggiornati gli insegnanti, circa le effettive possibilità di lavoro del degente in relazione al momentaneo stato di salute e alle terapie in corso.

Le dichiarazioni
Jamil Sadegholvaad, Sindaco di Rimini: “Con questa nuova apertura diamo un segnale concreto di vicinanza ai bambini e alle famiglie che affrontano percorsi di cura complessi e spesso lunghi. Garantire il diritto all’istruzione e alle relazioni umane che nascono intorno alla didattica, anche nei momenti più difficili, significa ribadire che nessun bambino deve sentirsi lasciato indietro. È un progetto che unisce la comunità sanitaria ed educativa della nostra città e dell’intera Romagna in nome di un principio fondamentale: la scuola è di tutti e per tutti, sempre e ovunque. Ringrazio tutti i professionisti sanitari, l’Istituto Comprensivo XX Settembre e l’Ufficio Scolastico per aver reso possibile questa iniziativa che mette al centro i valori di solidarietà e inclusione che caratterizzano Rimini”.

Bruno Di Palma, Direttore Generale Ufficio Scolastico Regionale: “La scuola in ospedale, che rappresenta un pilastro del sistema nazionale di istruzione, garantisce il diritto allo studio per gli studenti temporaneamente impossibilitati a frequentare la scuola a causa di ricovero. L’apertura di questa nuova sezione di scuola primaria accolta all’Ospedale “Infermi” di Rimini si aggiunge alle 17 sezioni già attive in regione ed estende il servizio Scuola in Ospedale alle province romagnole che ad oggi non avevano una sezione ospedaliera sul territorio. La nuova sede si inserisce in un sistema articolato di servizi dedicati agli studenti in situazioni di fragilità, la cui presenza rafforza il sistema e rende più efficaci le azioni messe in campo. Siamo molto felici di questa nuova apertura, per cui abbiamo lavorato intensamente. Un ringraziamento particolare va al dott. Giuseppe Foti, Dirigente dell’Ufficio di Ambito Territoriale. L’Ufficio Scolastico Regionale continua così il suo impegno nel supportare e sviluppare servizi che coniugano i diritti costituzionalmente garantiti alla salute e all’istruzione”.

Mirco Tamagnini, Direttore del Distretto di Rimini: “Sono emozionatissimo, perché questo servizio è fondamentale per tutta la Romagna, in questo caso i bambini ci danno testimonianza di quanto le istituzioni e la comunità sappiano integrarsi. Aver raggiunto questo obiettivo rappresenta uno dei tasselli concreti di quell’integrazione di cui parliamo praticamente ogni giorno, un diritto che dovevamo dare ai bambini che per un periodo della loro vita attraversano questo luogo, che cerchiamo di rendere sempre più bello e piacevole, il più possibile ‘normale’ nella vita di tutti i giorni. Davvero una bella giornata per Rimini e l’azienda sanitaria della Romagna, e il percorso che prende il via possiamo continuare a monitorarlo e migliorarlo, in collaborazione costruttiva con l’istituzione scolastica. La salute e l’istruzione sono due diritti fondamentali e sono anche due elementi che dal mio punto di vista compongono nella crescita lo sviluppo di un concetto di salute un po’ più allargato. Per questo ringrazio tutti coloro che si sono prodigati e auguro buon lavoro”.

Francesca Raggi, Direttrice del presidio ospedaliero: “È per me un grande onore poter celebrare questa inaugurazione, così significativa per il nostro ospedale e per l’intera comunità. Oggi celebriamo non solo l’apertura della sezione scolastica ospedaliera all’Infermi di Rimini, ma soprattutto l’impegno di tante persone – professionisti, insegnanti, famiglie, istituzioni – che hanno creduto in questo progetto e lo hanno reso possibile. Per alcuni questa giornata rappresenta un punto di partenza. Per noi, che abbiamo lavorato con determinazione e passione, è il traguardo di un cammino fatto di collaborazione, ascolto e fiducia. Questa scuola in ospedale è molto più di un’aula: è uno spazio di vita, di crescita e di speranza. È il segno concreto che, anche nei momenti più difficili, i nostri bambini e ragazzi non sono mai soli, e che la cura passa anche dall’educazione, dal gioco, dalle relazioni. Rivolgo un sentito ringraziamento alle autorità presenti, all’Ufficio Scolastico, all’Istituto Comprensivo XX Settembre, al personale dell’ospedale e, soprattutto, alle famiglie che ci affidano ogni giorno ciò che hanno di più prezioso. Con orgoglio e emozione possiamo dichiarare ufficialmente aperta questa nuova pagina della nostra storia comune”.

Roberta Pericoli, Direttrice Oncoematologia Pediatrica Rimini: “In Italia ogni anno ricevono una diagnosi di tumore circa 1500 bambini e 900 adolescenti, grazie ai progressi scientifici la maggior parte guarisce (in media l’80%). Nonostante le buone possibilità di guarigione, tale diagnosi in età pediatrica rappresenta un momento drammatico per la famiglia, che si trova improvvisamente ad affrontare un difficile percorso sanitario e soprattutto per il paziente, costretto a sopportare le frequenti ospedalizzazioni, le alterazioni dell’aspetto fisico e ad accettare una sostanziale modifica del proprio progetto di vita con interruzione delle relazioni sociali e scolastiche per un lungo periodo.

Questo allontanamento dalla vita di prima non è sempre privo di conseguenza, è noto che i pazienti affetti da patologia oncologica hanno un rischio di fallimento scolastico più alto rispetto ai coetanei e questo è correlato in maniera significativa con la maggiore severità della malattia e degli effetti collaterali legati alle terapie. È chiara quindi l’importanza di mantenere un’attività didattica valida e continuativa per sostenere l’investimento nel futuro del paziente. La presenza della scuola in ospedale è uno dei requisiti che vengono richiesti all’oncoematologia pediatrica. Un requisito non formale, ma sostanziale: anche se oggi è possibile contare sul supporto informatico per la didattica a distanza, l’insegnamento in presenza resta la modalità educativa più adeguata, perché non si limita alla trasmissione di nozioni, ma consente una migliore valutazione dei bisogni e può portare all’offerta di una risposta pronta e personalizzata. In aggiunta al valore didattico, l’insegnante entra a far parte dell’equipe di cura, offrendo al team una competenza aggiuntiva, con un nuovo sguardo sul paziente e sui suoi bisogni. La scuola in ospedale infine è un concreto esempio di come istituzioni diverse, ciascuno con obiettivi propri, possano non solo incontrarsi ma anche interagire positivamente quando sono accomunate da un medesimo fine: promuovere il benessere e la crescita della persona”.

Samanta Nucci, psicologa Oncoematologia Pediatrica: “Desidero condividere il profondo valore di questa esperienza, tanto desiderata e attesa, in quanto si tratta di un contesto unico in cui si intrecciano le cure mediche, il supporto emotivo e la continuità educativa, in un percorso pensato per sostenere non solo il recupero fisico, ma anche quello psicologico, emotivo, sociale e cognitivo. Per un bambino o un adolescente costretto ad interrompere bruscamente la propria routine di vita e con essa quella scolastica, a causa di una malattia, la scuola in ospedale rappresenta un’ancora di normalità. Poter frequentare le lezioni, ricevere e svolgere i compiti permette di mantenere un legame forte con il proprio ruolo di studente, con i compagni e soprattutto con il proprio futuro, permette di svincolarsi dal ruolo di malato. Lo scopo principale della scuola in ospedale è quello di valorizzare le potenzialità dei degenti facendo leva sulla loro parte sana: è molto importante recuperare la motivazione ad apprendere affinché l’esperienza destabilizzante del ricovero possa diventare occasione di crescita e maturazione. La scuola in ospedale è il luogo all’interno della struttura ospedaliera dove il sapere può far stare meglio. Compito della scuola è In-segnare, cioè lasciare un segno. Anche la malattia lascia inevitabilmente un segno, non sempre e solo fisico. E’ proprio da qui che nasce la collaborazione tra scuola e ospedale in una vera e propria alleanza terapeutica. Fondamentali sono la collaborazione e il coinvolgimento della famiglia che rappresenta uno degli elementi di normalità durante la degenza. Vedere il proprio figlio tornare tra libri, quaderni e insegnanti anche se in ospedale dona anche ai genitori un respiro di sollievo, un senso di normalità e speranza che può alleggerire il peso della malattia. Questo progetto inoltre si integra e rafforza i percorsi di Istruzione domiciliare. Ringrazio di cuore la “nostra” insegnante Mariachiara, così come la Dr.ssa Antonella Selvi fondamentale per il raggiungimento di questo importante risultato, la dr.ssa Francesca Raggi che ha sempre creduto e sostenuto questa iniziativa e la dirigente scolastica dott.ssa Lara Verzola, che si è resa immediatamente disponibile ad accogliere l’iniziativa. Un sentito grazie all’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna, all’Ausl Romagna per aver supportato il progetto e alle associazioni Il Germoglio Onlus e Arop Odv che hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa”.

Mariachiara Salvadori, insegnante scuola sezione ospedaliera: “Tutte le volte che si varca la porta dell’aula è per me sempre una forte emozione, come quando si vede un bambino che impara a scrivere o a leggere le prime parole, la conferma che quello di insegnante di scuola elementare è il mestiere giusto per me. In questo caso ho a che fare anche con bimbi più piccoli e adolescenti, il che implicherà un’emotività diversa. Anche perché l’insegnamento non è più solo didattica, ma siamo portate a doverci occupare anche di tanti altri aspetti che hanno i nostri studenti, a livello umano, psicologico, emotivo, familiare e in questo contesto si aggiunge quello della malattia. Spero con le mie competenze di riuscire a supportare i bambini e ragazzi in questo loro momento di difficoltà e pausa dalla routine scolastica tradizionale. Ringrazio per tutta la fiducia nei miei confronti, sento tanta gioia nell’iniziare questa avventura e voglia di dare tutta me stessa, con un forte senso di responsabilità, in nome dell’ospedale e della scuola, l’istituzione di cui faccio parte. Lavorerò non solo nel reparto di oncoematologia pediatrica, ma anche in altri reparti, come chirurgia pediatrica, pediatria e neuropsichiatria infantile, questo richiede tanta flessibilità non avendo una classe d’età omogenea con il percorso lineare. Occorre avere la capacità di adattarsi ogni volta all’allievo con cui hai a che fare, di età diversa, un’esperienza nuova anche per me: dovrò accantonare quello che è il background accumulato negli anni di insegnamento passati per rimettermi in gioco”.