lunedì, Settembre 15, 2025
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Bologna, presentato a Palazzo D’Accursio InsolvenzFest 2025 

(Sesto Potere) – Bologna, 15 settembre 2025 – Quattordici anni di sguardi e narrazioni inedite, dieci a Bologna: InsolvenzFest non è solo un festival, ma un racconto collettivo di resistenza civile. Dal 18 al 21 settembre 2025 la città torna a farsi teatro di domande scomode e necessarie: come affrontiamo le crisi, quali nuove responsabilità, cosa ci aspetta domani? In un tempo in cui la parola “crisi” è diventata lessico quotidiano, InsolvenzFest rinnova il suo ruolo di bussola culturale e apre spazi di dialogo dove esperti e cittadini si incontrano per dare senso alla fragilità e immaginare un futuro più giusto.

Promosso da OCI – Osservatorio sulle Crisi d’Impresa, il festival conferma la sua centralità nel panorama locale e porta nel cuore del dibattito pubblico il tema del debito, non solo come elemento economico, ma come leva politica, storica e sociale, capace di raccontare chi siamo e quale direzione stiamo prendendo.

Ci sono dunque “Debiti e debiti” e, sotto le due torri, in questo decimo anniversario, si riflette sul rapporto tra il debito come regola giuridica e il suo senso nella vita quotidiana. “La struttura del debito, con le sue responsabilità, non è in grado di sopravvivere se non viene interiorizzata dall’opinione pubblica” con queste parole, Massimo Ferro, direttore scientifico del Festival e presidente di sezione della Corte di Cassazione, chiosa sull’edizione 2025 di InsolvenzFest. “Le leggi e le norme hanno senso solo se sono comprese e accettate dalla società: quando non lo sono, rischiano di perdere efficacia o di essere applicate in modo incoerente. Non esistono quindi debiti “sicuri”: la loro gestione dipende dall’equilibrio tra il rispetto delle regole e l’uguaglianza nei diritti dei cittadini”. 

Debiti che raccontano: storie e riflessioni per una cittadinanza consapevole

A stimolare riflessioni e accompagnare il pubblico in un percorso critico tra passato e presente saranno le voci e i contributi di testimoni di rilievo nazionale: magistrati, economisti, giuristi, sociologi, scrittori, giornalisti e professori. Attraverso un programma fatto di incontri, dialoghi interdisciplinari, testimonianze, proiezioni e monologhi, si metteranno al centro le storie quotidiane e le responsabilità condivise, con una missione chiara: costruire una narrazione collettiva del debito, accessibile ma approfondita, capace di coinvolgere diverse generazioni e di dare senso a un concetto spesso percepito come astratto, complesso o banalizzato.

Il programma 2025 invita a guardare al debito non come a un’entità intangibile o puramente contabile, ma come a una chiave per comprendere i rapporti di potere, le dinamiche sociali, i meccanismi economici e le tensioni democratiche che attraversano la nostra storia. Si parlerà di frodi e opacità, fenomeni che ritornano ciclicamente, spesso accompagnati dal silenzio e dall’impotenza dell’opinione pubblica. Di evasione fiscale e condoni, dove la legge uguale per tutti si confronta con pratiche che finiscono per premiare chi l’ha aggirata. Di dazi e protezionismo, strumenti non solo economici, ma anche politici e ideologici, oggi tornati al centro delle agende internazionali. E si ripercorrerà anche la storia del debito pubblico nel medioevo e del voto nel secondo dopoguerra, per riflettere su come certe dinamiche – tra consenso, legittimazione e cittadinanza – abbiano radici profonde.

Bologna tra dialogo e partecipazione: il programma 

Anche nel 2025 è il cuore antico di Bologna a dare voce alle storie e alle riflessioni di InsolvenzFest, in un’edizione, la decima all’ombra delle Due Torri, che celebra un traguardo importante per la manifestazione. La città si trasforma, ancora una volta, in un palcoscenico diffuso di pensiero e partecipazione, dove le parole si intrecciano ai luoghi e diventano esperienza condivisa. 

Si parte con la serata inaugurale al Cinema Lumière che apre le sue porte e ospita giovedì 18 settembre, alle 20.00, il prologo Eh … già: ci sono debiti e debiti. A salire sul palco è il comico e conduttore televisivo Saverio Raimondo, che ci accompagna in un viaggio sorprendente nel mondo dei debiti: perché anche loro hanno una vita propria. Nascono, crescono, si trasformano, a volte spariscono… e qualche volta ritornano. La legge li tratta tutti allo stesso modo, ma nella vita reale – economica, sociale e personale – non sono mai uguali: ci sono debiti che pesano per sempre e altri che sembrano non esistere. Con simpatia e lucidità, Raimondo ci guida in questo intreccio tra diritto e coscienza comune, mostrando quanto conti lo sguardo soggettivo e quanta ironia possiamo trovare nel riconoscerci, inevitabilmente, diversi nel giudicare.

I dialoghi di InsolvenzFest entrano nel vivo venerdì 19 settembre, alle 14.30, alla Biblioteca comunale dell’Archiginnasio – Sala Stabat Mater, con il direttore scientifico del Festival e presidente di sezione della Corte di cassazione, Massimo Ferro, che dialoga con il sindaco di Bologna Matteo Lepore su quali possono essere gli effetti di alcuni debiti sociali nell’amministrazione di una città in forte e rapida trasformazione.

Alle 15.00 prende avvio il primo dibattito, La storia siamo anche noi: maleducazione finanziaria, scandali benvenuti e oblio. Dalle truffe ai grandi inganni economici, i media spesso puntano sui dettagli più spettacolari, mentre gli storici ne riconoscono la ripetitività. Insieme a Vittorio Malagutti, giornalista del Domani e Mirco Dondi, storico italiano e associato dell’Università di Bologna, il dibattito mette a confronto narrazione quotidiana e ricerca d’archivio, mostrando come si forma, e si trasforma, la nostra memoria collettiva.

Dal Globalismo e politiche sovrane: i dazi è il titolo della sessione delle 16.00. Il tema è il difficile equilibrio tra libero scambio e protezionismo: dai dazi come strumento per difendere economie nazionali agli accordi che hanno favorito l’apertura dei mercati. Oggi, nel contesto di filiere produttive globali, il ritorno delle barriere doganali solleva nuove domande e mette in luce le conseguenze per consumatori, imprese e lavoro. A guidare il dialogo sono Stefano Maria Ronco, ricercatore dell’Università di Torino e Benedetto Santacroce, avvocato e autore de Il Sole 24 Ore.

Alle 18.15 il Cinema Modernissimo ospita la proiezione di “Bob il giocatore” (Bob le flambeur), film di Jean-Pierre Melville (Francia, 1956). La storia segue un giocatore incallito che, dopo molte perdite, organizza il colpo a un casinò, salvo poi vincere al tavolo ciò che intendeva rubare. Un racconto in cui il fascino e il rischio del gioco si intrecciano con la responsabilità personale: tutto da vincere e tutto da perdere, mettendo in gioco solo la propria vita.

È Palazzo Zambeccari, sede dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Bologna, a fare da cornice ai dialoghi di sabato 20 settembre. Alle 9.45 si apre il dibattito Mercanti e mercati nel Medioevo, con Alessia Legnani Annichini, ordinaria dell’Università di Bologna e Angela Orlandi, associata dell’Università di Firenze. La presenza dei mercanti nelle strutture di governo e nelle scelte urbanistiche è una costante della vita cittadina medievale. Il loro peso decisionale ha influito sulla regolazione delle relazioni economiche e sulla gestione delle insolvenze private, in un contesto in cui mercato dei cambi, credito e finanza pubblica si intrecciavano, favorendo l’apertura a nuovi spazi commerciali.

Alle 11.00 il programma prosegue con Legge, morale e ordine nel lavoro di prostituzione, intervista di Adele Grossi, giornalista Rai, a Bruno Giordano, consigliere della Corte di cassazione. Al centro del dibattito un tema complesso, in cui la libertà della prestazione convive con l’assenza di tutele: attività non riconosciuta come lavoro ma tassata come reddito, senza garanzie previdenziali o assicurative. Il codice civile, inoltre, nega al lavoratore la possibilità di agire per il pagamento, pur riconoscendo la validità dei compensi già corrisposti. Una riflessione sul difficile intreccio tra diritto, morale e dignità della persona.

Al Cinema Modernissimo alle 12.30, integra gli appuntamenti dedicati alle nuove tecnologie e ai linguaggi contemporanei l’atteso Blob d’autore a cura di Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna: una lezione di cinematografia in equilibrio fra passato e presente, capace di creare un ponte tra il cinema, l’arte e la memoria. 

Nicola Saldutti, giornalista del Corriere della Sera e Fabio Di Vizio, magistrato della Scuola superiore della Magistratura moderano Il debito tributario nazionale debole in avvio di pomeriggio alle 15.15. Il dibattito affronta il rapporto tra sanzioni penali e obbligo fiscale: se da un lato il timore della legge spinge all’obbedienza, dall’altro la flessibilità del diritto amministrativo attenua la severità, creando margini di ineffettività nel sistema di accertamento. Un’analisi che mette in luce come il mancato gettito possa alimentare disuguaglianze, pur garantendo ai contribuenti inadempienti l’accesso alle stesse prestazioni dello Stato sociale.

Debito di verità e tragedie della cronaca: e qualcosa rimane tra le pagine chiare, è il titolo dell’incontro delle 16.30 che vede confrontarsi Marco Patucchi, giornalista de La Repubblica e Giusi Fasano, inviata del Corriere della Sera. Si esplorano i limiti del sensazionalismo e l’impatto della cronaca sulle tragedie, dal lavoro ai conflitti, evidenziando come la ripetizione e la saturazione delle notizie possano generare oblio o indifferenza. Il dialogo mette in luce il delicato equilibrio tra interesse pubblico, copertura mediatica e memoria collettiva, e come ciò che colpisce oggi rischi di scomparire domani.

Alle 17.40 chiude la giornata La monocoltura industriale e, dopo, il deserto, con Stefania Zolotti, direttrice responsabile di SenzaFiltro e Massimo Bressan, ricercatore in antropologia culturale IRIS Ricerche, Prato. L’industrializzazione trasforma città, società, consumi e ambiente, ma lo specialismo produttivo rende evidenti le conseguenze quando il modello entra in crisi. Delocalizzazione, insolvenze e fuga di capitali generano impatti profondi sui distretti falliti, sulle comunità dei lavoratori e sul ruolo dei creditori, mostrando il lato più fragile dello sviluppo industriale.

Nella mattinata di domenica 21 settembre, sono due gli appuntamenti previsti nella cornice della Piazza Coperta di Salaborsa, eccezionalmente aperta al pubblico in questa giornata festiva. Il primo talk, alle 10.00, Le urne elettorali: storia di un entusiasmo e crisi della partecipazione, vede confrontarsi Gabriele Amadori, gruppo di ricerca del Comune di Bologna e Francesco Pellegrini, scrittore e ricercatore dell’Università di Urbino. Dallo straordinario ritorno al voto nel secondo dopoguerra alla Costituzione che ne sancisce il dovere civico, la partecipazione elettorale racconta la traiettoria di una giovane Repubblica. Lo storico analizza come, tra entusiasmo e progressivo assottigliarsi del corpo elettorale, si sia messo in bilico il rapporto tra fiducia politica e reale coinvolgimento dei cittadini.

Ad arricchire di interesse la sessione sarà l’esposizione di una selezione dei documenti dell’Archivio Storico del Comune di Bologna tratti dalla raccolta Bologna ritorna al voto – Le prime elezioni libere dopo la fine della II guerra mondiale per raccontare la ripresa delle attività dell’Ufficio Elettorale all’indomani della Liberazione.

Alle 11.15 l’ultimo appuntamento del festival, Anche nelle storie tutti siamo debitori: chi paga troppo, chi poco, chi mai, epilogo narrato in musica con il coro Note a verbale, formazione a voci miste dell’Avvocatura bolognese diretta da Luca Sabioni. La sessione-performance esplora il debito come responsabilità sociale oltre che economica. La legge regola il rapporto di fiducia, ma la giustizia spesso interviene tra sproporzioni o impegni divenuti inesigibili. Tra diritto e canto, gli avvocati coristi mostrano come si coltivano responsabilità e si chiudono le partite, trasformando la memoria dei torti in narrazione musicale. 

LE PARTNERSHIP 

InsolvenzFest gode dell’appoggio delle istituzioni locali e degli Ordini professionali che concorrono alla sua organizzazione tramite diverse forme di collaborazione. Promosso dall’OCI – Osservatorio sulle Crisi di Impresa, si svolge con il patrocinio del Comune di Bologna, della Città metropolitana di Bologna, della Regione Emilia-Romagna; in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Bologna, la Fondazione Forense Bolognese, l’Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili di Bologna, i Consulenti del Lavoro – Consiglio provinciale di Bologna e Cineteca di Bologna. Il Festival si avvale del contributo di Banca Valsabbina, La Colombo Finanziaria, Novecento Editore, Surplex, Zucchetti Software Giuridico, Fallco.

CREDITI FORMATIVI 

Il Festival è evento accreditato dalla Fondazione forense bolognese per gli avvocati e dall’ODCEC di Bologna per i dottori commercialisti, nonché dal Consiglio provinciale di Bologna dei consulenti del lavoro. 

La partecipazione al Festival è gratuita, previa iscrizione. 

Per iscrizioni e approfondimenti consultare il sito www.insolvenzfest.it.