(Sesto Potere) – Bologna – 11 settembre 2025 – “Il caso rilevato nell’operazione della Guardia di Finanza al Nord, anche in Emilia-Romagna, che ha scoperto società committenti nel settore della logistica che si avvalevano di lavoratori gestiti con appalti fittizi, una forza lavoro il cui onere fiscale e contributivo era a carico di altri soggetti giuridici, conseguendo cospicui risparmi sul costo della manodopera ed esternalizzando le connesse attività e relazioni industriali, è gravissimo”. Commenta Tullia Bevilacqua, segretario regionale Emilia-Romagna dell’Ugl.
“In generale, i fenomeni di interposizione fittizia di manodopera, con contratti fittizi tra aziende, è in esponenziale aumento da anni. Lo dicono le statistiche ed anche le notizie di cronaca come l’ultima che abbiamo citato. I reati si consumano per mano di chi sfrutta la delicata questione dei confini molto labili tra appalto lecito di servizi e somministrazione contra legem di manodopera e dei connessi risvolti fiscali. Più evidenze si registrano in Emilia-Romagna nei casi di caporalato accertati. Le recenti ispezioni condotte in tutta Italia hanno ricordato che il caporalato e lo sfruttamento sono problemi cruciali in alcuni settori chiave della nostra economia, come per esempio l’agricoltura e il sistema alimentare italiano. Un problema che si incrocia con il fenomeno dell’immigrazione clandestina e con le regole (se così possiamo chiamarle) capitalistiche globali che spingono le imprese ad espandersi sempre più, spinte dalla logica del profitto ad ogni costo, del massimo ribasso dei costi, e dello sfruttamento della manodopera”: aggiunge ancora Tullia Bevilacqua.
“Dunque, per arginare un fenomeno così complesso si dovranno mettere in campo tutti gli strumenti utili di contrasto. Per esempio, salutiamo con favore il decreto pubblicato recentemente dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che in tema di asilo e migrazione sollecita a presentare proposte progettuali che, in continuità con il progetto di intervento “Common Ground”, possano realizzare azioni di contrasto allo sfruttamento lavorativo e al caporalato e di sostegno alle vittime dei fenomeni in Emilia-Romagna e altre regioni del Nord (Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Piemonte e Veneto). Ma ovviamente non basta”: afferma il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna.
“L’impegno di tutti, nell’ intensificare la formazione per le imprese in regola e i controlli per scoprire le illegalità, deve spingerci a rendere sempre più trasparente e ugualmente competitivo il nostro sistema del Made In Italy. E dirlo adesso – tra guerre e caro-energia – con una congiuntura particolarmente difficile non è superfluo, è semmai fondamentale. Perché è nei momenti di crisi che l’illegalità trova terreno fertile”: conclude l’esponente sindacale.