(Sesto Potere) – Cesena – 10 settembre 2025 – “Proteggere le aree pedonali è giusto, e su questo siamo d’accordo con l’assessore alla viabilità del Comune di Cesena: chiudere i varchi che permettono l’ingresso abusivo dei veicoli è necessario per tutelare le zone chiuse al traffico» afferma il presidente di Confcommercio Cesena, Augusto Patrignani (nella foto). «Ma non bisogna allargare in modo indiscriminato le aree pedonalizzate: il centro storico non deve vivere in funzione della pedonalizzazione; è la pedonalizzazione che deve essere pensata al servizio del centro.»
Patrignani precisa: «La Confcommercio non è contro la pedonalizzazione, ma non possiamo trasformarla in un dogma che impone chiusure ovunque e comunque. Una pedonalizzazione mirata e non ideologica aiuta lo shopping, valorizza la città ed è una risorsa per il commercio. Ma nel cuore dell’area antica abbiamo già raggiunto un livello sufficiente di zone pedonali: allargare ulteriormente non avrebbe senso.»
Il presidente sottolinea i rischi di un approccio rigido: «Il centro non va isolato, soprattutto quando si parla di aree terziarizzate, poco servite dalla sosta. In questi casi la pedonalizzazione diventa più un ostacolo che un’opportunità.»
Secondo Patrignani, il cuore della città deve invece essere «accessibile in modo multisettoriale: a piedi, in bicicletta, in auto, a seconda delle esigenze dei singoli cittadini e delle diverse attività economiche. Servono spazi adeguati per la sosta, che si integrino con le aree pedonali, in una logica di integrazione e non di contrapposizione reciproca».
E osserva: «Le zone pedonali vanno rese attrattive con eventi, iniziative, momenti che portino vita e persone. Senza, rischiamo di creare il cosiddetto deserto pedonale, che uccide il centro”. “Si alle aree chiuse al traffico» conclude Patrignani, «ma solo se accompagnate da vitalità, cultura e occasioni di incontro. La pedonalizzazione ha senso quando diventa fattore di crescita, non di isolamento. Il centro deve vivere di flussi diversi che si completano e si sostengono, non di barriere che dividono».