(sesto Potere) – Forlì – 6 settembre 2025 – “Siamo un quartiere di serie B” “Ci sentiamo abbandonati”: sono frasi queste che capita di sentire girando per i quartieri, specie in quelli colpiti dall’alluvione del maggio 2023. Spesso in questi quartieri, problemi già presenti, dopo quel terribile maggio, si sono acuiti. Così come si è acuita la sensibilità, la fragilità, l’insicurezza di chi li abita. Le testimonianze, riportate qualche giorno fa sulla stampa, dei residenti del quartiere San Benedetto che denunciavano il degrado ambientale e la mancanza di sicurezza del Parco Ragazzi del ‘99 di Via Scaldarancio, ne sono un chiaro esempio. Ma è solo l’ultimo. La presenza di gang giovanili prepotenti, minacciose o che comunque incutono timore e le attività di spaccio sono state nei mesi e negli anni scorsi segnalati anche in altri quartieri, segno evidente che il fenomeno è diffuso e che il problema può spostarsi e presentarsi in diverse zone della città. Le misure, gli strumenti per contrastare questi fenomeni sicuramente non sono facili da mettere in campo né efficaci nel lungo periodo. Probabilmente alla repressione dovrebbero accompagnarsi azioni di studio del fenomeno e presa in carico dei ragazzi e delle loro famiglie per riconoscere i segni del disagio e prevenire le degenerazioni. Certo è che aver lasciato per oltre due anni un’area verde alluvionata nell’abbandono e nell’incuria ha precluso la ripresa della socialità nel quartiere, ha impedito la libera e sicura fruizione degli spazi pubblici ma, quel che è più grave, ha creato un contesto che ha alimentato certi tipi di fenomeni e frequentazioni”: lo afferma in una nota Loretta Poggi, consigliere comunale del Pd di Forlì.
“Come soluzione immediata (se immediato è un temine che si può usare dopo due anni di segnalazioni) l’amministrazione propone: “la rimozione del gazebo e delle strutture gioco oramai irrimediabilmente ammalorate ed inutilizzabili”. L’obiettivo sarebbe quello di: “privare le gang sia di materiale da vandalizzare che di un luoghi in cui ritrovarsi per fare casino”. Sentita l’amministrazione questi interventi sarebbero comunque un anticipo, una misura straordinaria e temporanea in attesa dell’avvio dei lavori di recupero complessivo dell’area. Quello che spesso il cittadino non comprende sono i “tempi della burocrazia” e finora alla domanda del perchè non siano ancora stati avviati i lavori di ripristino (nonostante la donazione di 40 mila euro che Coop Alleanza 3.0 ha versato nelle casse del comune nel 2024) è stato risposto che si è in attesa dei finanziamenti della Struttura Commissariale. Poiché i finanziamenti statali non hanno tempi certi, la domanda che ci si pone è: ma nel frattempo questa amministrazione non intende mettere in campo, o meglio, non intende anticipare nulla per soddisfare le legittime richieste dei residenti ? Come si dice: questa amministrazione non intende metterci del suo?”: si domanda, ancora, il consigliere comunale del Pd di Forlì.
“Per altro, se i finanziamenti sono stati richiesti, l’anticipo di spesa da parte dell’amministrazione potrà essere adeguatamente ripianato al ricevimento del dovuto da parte della Struttura Commissariale. In questo, come in altri parchi cittadini, eliminare le strutture vandalizzate e recintare l’area può essere una buona soluzione nell’emergenza, ma a mio parere non è la soluzione ottimale per il futuro. Personalmente ho sempre condiviso la decisione di non recintare e chiudere le aree verdi della città sia per i costi di manutenzione che per i costi dei servizi di vigilanza, ma se si decide di percorrere questa strada occorre mettere in campo misure alternativa atte a dare soluzioni durature ai problemi evidenziati. Occorre, a mio parere, investire sugli impianti di illuminazione e sugli impianti di video sorveglianza, occorre quando possibile e necessario garantire un presidio ed un controllo delle forze di polizia, perché un parco illuminato e (video) sorvegliato può essere goduto a tutte le ore offrendo sicurezza ai cittadini e diventando poco appetibile per chi vuole agire “col favore delle tenebre”: conclude Loretta Poggi.