(Sesto Potere) – Rimini – 16 agosto 2025 – Assobalneari parla di una contrazione tra il 20% e il 30% rispetto agli anni precedenti, sia in termini di presenze che di consumi nelle località di vacanza. E anche le previsioni dell’Osservatorio Turismo di Confcommercio, in collaborazione con Swg, ci ricordano che quest’anno saranno appena 12 milioni i cittadini in vacanza nel periodo clou dell’estate, un milione in meno rispetto ai 13 milioni registrati nel 2024, confermando la crisi profonda che sta colpendo il settore e l’impoverimento del ceto medio.
Una riduzione che – sottolinea il Codacons – è figlia di anni di rincari senza sosta, dall’energia ai generi alimentari, fino ai prezzi astronomici delle località balneari e delle strutture ricettive. Il risultato? Le famiglie tendono ormai a rinunciare alle tradizionali ferie in albergo o agriturismo e si affidano a seconde case di proprietà o all’ospitalità di amici e parenti. Una soluzione di ripiego che, se da un lato permette di risparmiare, dall’altro rappresenta un segnale allarmante per l’economia del turismo.
Le mete più scelte restano mare, montagna e piccoli borghi, con Puglia, Calabria, Trentino Alto Adige e Sicilia in testa alle preferenze per chi resta in Italia, mentre Spagna, Grecia e Francia guidano la classifica per l’estero. Ma il calo dei viaggiatori si tradurrà inevitabilmente in un minor giro d’affari per alberghi, ristoranti e attività commerciali, aggravando ulteriormente le difficoltà di un comparto che, senza interventi urgenti, rischia di non riprendersi.
“Le previsioni relative al Ferragosto di quest’anno rappresentano l’ennesima conferma che il turismo interno non è immune alla crisi”: dichiara Carlo Rienzi, presidente del Codacons, che lancia un appello al governo per intervenire e “rendere le vacanze accessibili a tutte le fasce della popolazione, evitando che diventino un privilegio per pochi”.
Le vacanze estive, tra trasporti, alloggi e servizi connessi, quest’anno costano in media il 30% in più rispetto all’era pre-Covid.
Un aumento della spesa che ha profondamente modificato le abitudini degli italiani: ricorda il Codacons, che sulla base dei dati Istat ha messo a confronto i listini odierni con quelli del 2019.
A subire i rincari più pesanti è stato il comparto del trasporto aereo – analizza l’associazione – Oggi i voli nazionali costano in media l’81,5% in più rispetto allo stesso periodo di sei anni fa, +67,8% i voli europei. I prezzi dei traghetti sono saliti nello stesso periodo del 13,9%, quelli dei treni del +10,7%, autobus e pullman +10,1%. Spostarsi con un’auto a noleggio è più caro del 21,6%.
Chi invece preferisce optare per un pacchetto vacanza si ritrova a spendere il 56,6% in più rispetto al periodo pre-Covid, e per dormire fuori occorre fare i conti con i rincari delle strutture ricettive: nello stesso periodo i listini di alberghi e motel sono saliti del 42,6%, villaggi vacanza e campeggi segnano un +12,7%, b&b, case vacanza e alloggi in altre strutture +22,7%.
A rincarare sono anche parchi divertimento (+21,4%), musei e monumenti (+20,5%), parchi nazionali, zoo e giardini (+13%).
Per una cena al ristorante o in pizzeria si spende questa estate il 22,5% in più, ma anche consumare uno spritz al tramonto sarà più salato rispetto all’era pre-Covid, con gli aperitivi alcolici rincarati del +18,2%, mentre la birra sale del +17,2%: va peggio agli astemi, dal momento che i prezzi delle bibite analcoliche aumentano del +28,8%.
Se si considerano solo le voci legate a trasporti, alloggi e servizi turistici, le vacanze estive 2025 costano in media il 30% in più rispetto a quelle del 2019 – denuncia l’associazione.
Una crescita continua e senza sosta di prezzi e tariffe che ha portato ad un radicale mutamento delle modalità con cui gli italiani affrontano le vacanze estive: per difendersi dal caro-vacanza, i cittadini dicono addio alla villeggiatura lunga concentrata ad agosto, in favore di viaggi più frequenti e più brevi spalmati tra giugno, luglio e settembre, quando le tariffe turistiche sono più basse.
Basti pensare che se 10 anni fa la maggioranza dei cittadini, il 63% circa nel 2015, sceglieva agosto per le proprie vacanze, oggi il range con gli altri mesi si è di molto assottigliato: nel 2025 si contano 17,5 milioni di vacanzieri ad agosto, 16,1 milioni a luglio, 15,7 milioni a giugno – conclude il Codacons.