(Sesto Potere) – Cesena – 8 agosto -Le incertezze sugli scambi internazionali determinate dai dazi pesano sul ristagno del Pil (-0,1%) appesantito da una diminuzione del valore aggiunto nella manifattura.
Era da due anni che l’Italia non registrava un segno negativo.
Sul lato della domanda, mentre tiene la componente nazionale che segna una crescita, si registra una diminuzione consistente della componente estera netta
“I dati del nostro Ufficio Studi – sottolinea ila Gruppo di presidenza Confartigianato di Cesena (Daniela Pedduzza, Stefano Soldati e Fulvia Fabbri) – ci confermano segnali di tenuta e vitalità del mercato del lavoro, con un aumento significativo dei dipendenti stabili e degli autonomi, a testimonianza della resilienza e della capacità di adattamento delle nostre imprese impegnate a proteggere il prezioso capitale umano e le competenze uniche che le contraddistinguono.
Per accompagnare questi sforzi servono misure per incentivare gli investimenti, alleggerire il carico fiscale e burocratico sulle imprese e investire in percorsi formativi che rispondano alle reali esigenze del mercato. Solo così potremo consolidare la crescita occupazionale e far ripartire con slancio l’economia”.
Nonostante la debole fase ciclica, si consolida la domanda di lavoro.
L’analisi degli ultimi dati pubblicati dall’Istat evidenzia che a giugno 2025 il numero di occupati è in crescita dello 0,1% rispetto al mese precedente Su base annua si calcola un aumento degli occupati dell’1,5% rispetto a giugno 2024 (+363mila occupati in un anno), per effetto dell’aumento del 2,9% dei dipendenti permanenti (+472mila) e del 3,7% degli autonomi (+190mila) a fronte di un calo del 10,7% dei dipendenti a termine (-299mila).
Anche le previsioni della domanda di lavoro rimangono toniche.
L’analisi dell’ultima rilevazione di Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali evidenzia che le entrate di lavoratori previste nelle imprese non agricole nel trimestre luglio-settembre 2025 crescono del 6,4% su base annua, trainato dal +8,6% dei servizi.
Il diffuso labour hoarding nella manifattura – con le aziende che trattengono i lavoratori anche in presenza di cali di attività per timore di non riuscire a sostituirli in futuro determina una crescita delle previsioni di assunzione (+2,2%) anche nelle imprese manifatturiere mentre quelle delle costruzioni segnano un calo dell’1,5%.
Pur rimanendo elevata, infine, si osserva una attenuazione della difficoltà di reperire personale che a luglio 2025 riguarda il 45,4% delle assunzioni programmate, in calo di tre punti rispetto al 48,4% di luglio 2024.